BOYS PARMA 1977

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La vera violenza (Quarto potere)

11 - 10 - 2005

Molti media si sono occupati e si stanno occupando della crisi del calcio italiano, specie nelle ultime settimane, dopo che s'è registrato un calo vertiginoso dell'affluenza negli stadi. Le analisi che sono seguite presentano differenze da testata a testata, però, quasi ovunque, i problemi evidenziati per spiegare le ragioni di questa drammatica e annosa flessione (che prosegue inesorabile da un decennio) sono più o meno sempre gli stessi: prezzi alti, televisione, anticipi e postici, biglietti nominali, sospensione dei diritti civili del tifosi e... VIOLENZA. Alcuni giornali hanno dato particolare risalto a quest'ultima voce, facendo credere che molti potenziali spettatori non frequentano lo stadio per paura d'essere coinvolti in incidenti tra le opposte tifoserie. Premesso che non abbiamo sentore di questo problema (ammesso e non concesso che si tratti di un problema reale e non d'una invenzione giornalistica), se veramente ci sono persone che temono d'essere coinvolte in incidenti allo stadio lo si deve proprio all'opera mistificatrice dei cosiddetti "mezzi d'informazione". Gli scontri tra Ultras, quando avvengono, coinvolgono solo ed esclusivamente gli interessati. Per esempio: gli incidenti sul terreno di gioco del Tardini in occasione di PARMA-Juventus del Gennaio 2005, videro contrapporsi solo i rispettivi Ultras. Nessuno fu costretto a forza ad entrare in campo, né vi furono aggressioni a semplici tifosi. Atti, per altro, che sarebbero in netto contrasto con il codice Ultras, che s'ispira su valori quali l'onore e la lealtà. Tra l'altro, quello specifico fatto, che venne trasmesso a ripetizione su tutte le emittenti televisive e occupò le prime pagine dei giornali, non registrò neppure un ferito grave. Incidenti, ricordiamocelo, che nacquero (come spesso accade) da una certa imperizia dei responsabili dell'ordine pubblico che, nella fattispecie, lasciarono affluire gli Ultras bianconeri sul terreno di gioco. Un modo d'operare piuttosto imprudente, come quando si scortano appositamente gli Ultras ospiti davanti ai ritrovi abituali di quelli di casa (come spesso è accaduto qui a PARMA), il che fa aumentare considerevolmente la possibilità di scontri (tra gli interessati).
Al contrario di quanto si sforzano di far credere i media (e i loro finanziatori), gli stadi sono tra i posti più sicuri della nostra società. Non risultano atti di pedofilia, né pratiche legate alla mafia, né rapimenti, né omicidi, né stupri, né rapine, né furti, né violenze a persone inermi; tutte cose che accadono abitualmente nelle altre zone della nostra città.
Probabilmente, per giornalisti ed editori, è più facile scrivere e parlare contro gli Ultras, che contro qualche potere forte, arrivando addirittura ad ingigantire e stravolgere alcuni fatti per ridurne al silenzio altri. Solo a noi riservano parole di fuoco e attacchi feroci, mentre cadono nel vago quando trattano dei veri problemi della crisi del calcio, glissando sui nomi dei responsabili. Un chiaro esempio viene proprio dai media locali, pronti a crocifiggerci per una lattina di birra (vedi Carrara), lesti a pubblicare foto di ragazzi coinvolti in qualche scazzottata (vedi PARMA-Juventus), ma omertosi quando si tratta di denunciare l'operato del palazzo.
Non stupiamoci. Al di là dei mille condizionamenti che riceve chi dovrebbe fare libera informazione, il fatto che tutti i giornali sopravvivano (in regime di libero mercato), nonostante continuino a lavorare in perdita, palesa il loro unico compito: condizionare l'opinione pubblica in un determinato modo. Ed è proprio questa la vera violenza, quella del quarto potere.

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