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Expogoal: "I mercanti in fiera per un calcio allo sbando"

06 - 02 - 2005

Riportiamo un articolo del Guerrin Sportivo che parla del blitz di Movimento Ultras ad Expogoal, la fiera dei mercanti di un calcio allo sbando. L'incursione si è svolta un Lunedì mattina (06-12-2004), erano presenti una cinquantina di Ultras tra cui due ragazzi del Settore Crociato.

"Quanti di voi sanno di un blitz effettuato da un gruppo di Ultras durante un convegno svoltosi qualche giorno fa all'Expogoal di Milano? Pochi, suppongo. Eppure all'incontro erano presenti numerosi giornalisti della carta stampata e delle televisioni con tanto di telecamere al seguito. Da quanto mi risulta, solo l'emittente 'Antenna 3' ha mostrato delle immagini. Ne viene che da un lato gli Ultras, testimoni del tifo popolare, magari un po' troppo acceso, sono indietro sul piano della comunicazione e dall'altro che gli organi di stampa hanno deliberatamente sorvolato sull'episodio di cronaca. Un tempo si chiamava censura, oggi boh... Eppure l'intervento di questo gruppo di tifosi - che ha interrotto per qualche minuto il convegno d'apertura, al quale hanno partecipato fra gli altri Carraro e Giraudo - non è da prendere sottogamba. Sui contenuti la condivisione è pressoché totale. I ragazzi hanno fatto irruzione nella sala del convegno 'armati' di: 1) megafono per farsi ascoltare dal compassato uditorio, 2) striscione da quindici metri che recitava "I mercanti in fiera per un calcio allo sbando", 3) banconote taroccate da cento euro con marchi vari presi in prestito dal mondo del pallone e la scritta "monopolio del calcio, moneta respinta per insolvenza". Poi un portavoce ha posto alcuni interrogativi che meritano risposta. Prima domanda: "Assumereste nelle vostre aziende chi ha creato questo dissesto?". L'amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, attento controllore di entrate e uscite, non ha fatto una piega, ma in cuor suo non ha potuto che dar ragione agli Ultras. Ci sono dirigenti che nel tempo hanno speso il doppio se non il triplo di quanto incassato. L'equazione ormai è assodata: più quattrini arrivano ai club e più aumentano i debiti in una sorta di irrecuperabile circolo vizioso. A questo interrogativo ha risposto con chiarezza l'onorevole Gasparri: "Come può andare avanti un sistema che spende almeno il 50% in più di quanto porta a casa? E come può un sistema di questo tipo chiedere udienza al governo". Più chiaro di così. Seconda domanda: "Perché vi interessa questo potere quando questo potere non è riconosciuto né approvato dalla gente?". Nessuno meglio di Carraro, presidente uscente della Figc, avrebbe potuto fornire delle spiegazioni. Perché Franchino nostro divenne presidente della Lega partendo da una dote di tre voti. E perché riuscì a scavalcare Giancarlo Abete nella corsa alla presidenza federale basandosi sul veto della Lega di Milano e infischiandosene del fatto che il rivale avesse ricevuto nelle votazioni precedenti due-terzi dei voti. Vuol dire, cari Ultras, non so se più furbi o più ingenui, che le poltrone del calcio contano così tanto che i loro occupanti se ne fregano di quello che pensa la gente. Terza domanda: "Come è possibile che chi ha creato questo dissesto sia chiamato a risolverlo?". Interrogativo retorico per i benpensanti. Invece è la fotografia della realtà. A chiudere i colossali buchi del calcio non possono essere gli stessi dirigenti che questi colossali buchi hanno creato. Ci vuole un'autorità sopra le parti con tanto di amministrazione controllata, come avviene in Premier League.
In chiusura gli Ultras hanno rivolto un pensierino di Natale ai capoccioni: "Pensate anche al calcio e non solo ai soldi". Che è l'essenza di tutto. Quando si dice e si scrive che Sky è il primo azionista del calcio, che il botteghino dà tot e il merchandising un altro tot, che il satellitare terrestre, i telefonini e internet rappresentano altre riserve di caccia, si dimentica che dietro a tutte queste voci stanno i tifosi con il loro entusiasmo, la loro passione. E con il loro portafogli. Già, perché sono i tifosi che pagano i biglietti delle partite, si abbonano a Sky, comprano le magliette ufficiali, si gustano i gol al cellulare o su internet. I tifosi sono i primi e gli unici azionisti del mondo del calcio.
P.S.: A proposito di merchandising e di marchi da tutelare, vi siete mai chiesti perchè l'industria tarocca prolifera così tanto. La colpa non è solo delle blandi leggi in voga in questo benedetto Paese 'garantista', ma anche dei prezzi. Se produttori e club riducessero del 30-40% il costo degli indumenti ufficiali a cominciare dalle magliette, il popolo dei consumatori si rivolgerebbe solo ai negozi ufficiali. Il margine e il profitto su questi prodotti sono così alti che la più raffinata e tecnologica delle magliette non dovrebbe costare più di 40-50 euro. Vedrete allora che il merchandising diverrà una cosa seria".
Sampdoria-Messina 2004/05. Striscione doriano: 'Expogoal 6-12-04: Nel calcio che va allo sbando la stampa è complice...

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