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Via l'art. 9 e tornano tamburi e striscioni?

26 - 10 - 2009

L'articolo che segue è de Il Romanista, da noi tratto dal sito forzaroma.info (articolo del 22 ottobre 2009.

Tessera del tifoso, sì ai "daspati" E nelle curve riecco i tamburi

(IL ROMANISTA - D. Galli) Non esistono ancora atti ufficiali, ma il Viminale avrebbe pronunciato nei giorni scorsi un sì storico. Quello alle coreografie. Nei nostri stadi torneranno bandieroni, tamburi e ci saranno meno vincoli per gli striscioni. Solo i fumogeni resteranno al bando. È una controrivoluzione culturale per il Ministero dell'Interno e un passo avanti sulla strada del dialogo tra Stato e ultras, che - udite, udite - è già iniziato. Anche se in sordina. A fari spenti. Il primo frutto sarà la modifica, con un disegno di legge, della legge Amato: chi ha scontato un Daspo o una condanna per reati connessi a manifestazioni sportive potrà acquistare biglietti e tessera del tifoso. Come giustamente ricordava ieri il senatore del Pdl Andrea Augello, cofirmatario del ddl, «questa è l'unica legge italiana che mantiene il principio della damnatio memoriae». Dannazione della memoria. Un indelebile marchio di colpevolezza per chi in passato abbia commesso un errore. Spieghiamo.
IL MEDIATORE A ravvisare l'incostituzionalità della legge è stata un'associazione di consumatori sportivi, la Adcs. Nata a luglio di un anno fa, e per questo forse sconosciuta ai più, in questi mesi si è data parecchio da fare.

Il primo passo è stato quello di concentrare l'attenzione del Senato sull'articolo 9 della legge 41/2007. Vi dice niente? È la legge Amato, che spesso è accompagnata dalla sottolineatura "legge anti-violenza". Come se le altre fossero a favore. Porta la firma dell'allora Ministro degli Interni, che dopo l'omicidio a Palermo dell'ispettore Raciti varò un autentico giro di vite, culminato in un decreto poi convertito nella legge 41. L'articolo 9 prevede che chi è stato punito con un Daspo (il provvedimento del Questore che vieta l'accesso agli stadi) o è stato condannato «anche con sentenza non definitiva» per un reato commesso durante una manifestazioni sportiva non possa acquistare o ricevere «titoli di accesso». Biglietti o tessere del tifoso, è la stessa cosa. La legge non specifica nemmeno il limite temporale del Daspo.

Con le regole attuali, un daspato sarebbe privato a vita della tessera del tifoso. È il motivo numero uno dell'antipatia delle nostre curve verso la carta.

LA RIFORMA L'Adcs ha ottenuto che il senatore (e giurista) del Pdl, Domenico Benedetti Valentini, si facesse firmatario di un disegno di legge, che è già stato presentato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato e che è stato illustrato ieri alla stampa. Nel nuovo articolo 9 si specifica che il Daspo deve essere «in atto». Solo in quel caso non si possono acquistare biglietti o ricevere la tessera del tifoso. Nel caso delle condanne, i tagliandi si possono invece comprare se il soggetto condannato negli ultimi cinque anni per reati da stadio ha già scontato un Daspo per lo stesso episodio. Complicato? Il principio è: se ho pagato per la mia colpa (con il Daspo), perché devo pagare un'altra volta?

LE COREOGRAFIE L'Adcs è andata oltre. In un incontro avuto sette giorni fa con Ieva e Massucci, rispettivamente numero uno e due dell'Osservatorio, ha chiesto il ritorno delle coreografie negli stadi. La risposta è stata: «Sì a tamburi e striscioni, no ai fumogeni». Ieva si è fatto vivo due giorni dopo con l'associazione. Garantendo che le promesse saranno mantenute.

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