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Disagi per tifosi

30 - 09 - 2009

Le lettere che seguono sono state tratte dalla rubrica "Lettere Porto Franco" di Franco Arturi, in "La Gazzetta dello sport" del 16 settembre 2009.

Un italiano di Spagna e un sogno proibito: San Siro

Sto tentando di andare a San Siro domenica prossima a vedere Milan-Bologna. Sono cittadino italiano residente in Spagna da quasi 10 anni. Con mia moglie, che è di Milano, saremo in città nel week-end e lei ha pensato bene di regalarmi due biglietti per la partita come regalo di anniversario. Niente di strano, è una cosa che si potrebbe fare in qualsiasi città di qualsiasi Paese del mondo. Provo su internet, impossibile. Vado sul sito del Milan e scopro che ci sono quattro o cinque banche che si dedicano alla prevendita. Compro ondine sul sito di una delle banche? Impossibile. Chiamo e compro telefonicamente? Impossibile. Mando mia suocera in banca e scopro che per comprare due biglietti mi devo presentare con la tessera del tifoso (ma che cos'è?), il codice fiscale ( nemmeno ce l'ho), un documento di identità italiano valido (non ce l'ho) e due foto. Due foto? Deduco a questo punto che nessun cittadino straniero o italiano che risieda fuori dai confini nazionali possa vedere una partita di calcio in Italia. Nel 2009? Con l'Europa unita e la libera circolazione di persone e cose? Spero di cuore che queste deliranti misure servano a ridurre la violenza nei nostri stadi anche se ne dubito molto visto che in nessun altro Paese esiste qualcosa di simile. Ah, dimenticavo, noi siamo più furbi degli altri.

Corrado Graziani (Barcellona)




Un piccolo suggerimento al nuovo presidente di Lega Maurizio Beretta: provi ad andare allo stadio, possibilmente in posti popolari, come un normale tifoso. Inizi acquistando un biglietto come se fosse una persona qualsiasi e prosegua la sua "avventura" come tale; potrà così verificare di persona tutti i disagi del tifoso medio, dal reperimento del biglietto, all'accesso allo stadio, ai servizi (non solo igienici) offerti dagli stadi. Quando sarà in mezzo al popolo calcistico ne approfitti per scambiare qualche opinione con i suoi vicini, sarà una buona opportunità per capire come soddisfare i veri finanziatori del mondo calcistico; probabilmente scoprirà che i rimedi, gli aggiustamenti necessari, non richiedono grandi investimenti ma solo l'umiltà di ascoltare le vere necessità di chi (indirettamente) lo stipendia.

Massimo Conti

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