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Parma-Salernitana: quale ordinanza per lo stadio?

29 - 04 - 2009

La lettera che segue, del 28 aprile 2009, è stata tratta dal sito internet de Il Mattino (rubrica "Dillo al Mattino").

Ordinanza sulla sicurezza negli stadi: cosa dice esattamente?

Sono un tifoso di calcio e mi sono sempre interrogato sulla legittimità delle recenti norme per la sicurezza negli stadi. In particolare, sono un tifoso non residente nella città della propria squadra del cuore e mi sono sempre interrogato sulla costituzionalità delle ordinanze volte a scoraggiare l'affluenza negli stadi di tifosi della squadra ospite. A questo fine, infatti, vengono spesso emesse ordinanze che vietano di vendere loro tagliandi - regolarmente in vendita - presso le biglietterie dello stadio. Ma, mi sono sempre domandato, non è una violazione dell'art. 3 della Costituzione discriminare in base al luogo di provenienza o a qualsiasi altro carattere che possa ricondurre una persona alla sua fede calcistica? Nonostante io, per ovvi motivi, sia obbligato a seguire sempre la mia squadra del cuore in comuni diversi da quello della mia residenza e sia dunque il diretto interessato (e danneggiato) da queste norme, non ho mai cercato una risposta a questa domanda. Nel momento in cui mi presentavo davanti alla biglietteria di qualsiasi stadio (da quello di Piacenza a quello di Bergamo, da quello di Genova a quello di Modena, tanto per citarne alcuni), nessuno si rifiutava di vendermi un qualsiasi tagliando.

Pensavo, in tutta sincerità, che fossero norme inapplicabili. Fino a ieri sera, a Parma. Ieri sera sono andato a vedere la partita di calcio Parma-Salernitana, ho chiesto di acquistare il biglietto (regolarmente in vendita) per il settore Curva Nord e quando l'addetto alla biglietteria ha letto, sulla mia Carta d'Identità, che sono nato a Salerno si è rifiutato di vendermelo. Perché, mi ha spiegato, un'ordinanza del prefetto di Parma vieta l'emissione di biglietti di Curva Nord a tutti i nati o residenti nella provincia di Salerno. Non indossavo alcuna maglietta o sciarpa della Salernitana né portavo alcun vessillo che avrebbe potuto ricondurmi a una determinata fede calcistica; non ho precedenti penali né sono mai stato segnalato dalle forze dell'ordine per comportamenti violenti o per altri atteggiamenti che avrebbero potuto individuarmi come persona pericolosa; non sono tesserato ad alcun club di tifosi né sono arrivato allo stadio con pullman o treni speciali organizzati dai sostenitori della Salernitana; sono residente a Milano sin dal giorno in cui sono nato. Semplicemente sono nato a Salerno e per questo, e solo per questo, mi è stata preclusa la possibilità di acquistare il biglietto da me richiesto.

Se fossi nato a Napoli o ad Avellino me l'avrebbero venduto? Non lo so, ma se fossi nato a Novara sì: dopo di me, un ragazzo nato in quella provincia - e con in tasca una sciarpa della Salernitana - ha ottenuto il biglietto e ha dovuto rinunciarvi solo quando al padre, residente nella stessa provincia ma nato in quella di Salerno, non hanno concesso lo stesso privilegio. A questo punto mi è tornata in mente l'annosa domanda: non è una violazione dell'art. 3 della Costituzione discriminare una persona in base al luogo di nascita? Come può una Questura emettere un'ordinanza del genere?

Per soddisfare la mia curiosità, dopo aver acquistato un biglietto (molto più costoso) per un altro settore, ho voluto parlare con un responsabile della biglietteria. Questi si è mostrato molto disponibile e mi ha ribadito i contenuti dell'ordinanza in questione: per la partita Parma-Salernitana in programma la sera del 27 aprile, si vieta la vendita di biglietti di Curva Nord a tutti i nati o residenti nella provincia di Salerno. Si è dimostrato molto disponibile, dicevo, fino a quando gli ho chiesto di farmi vedere il testo dell'ordinanza: a quel punto si è leggermente alterato, mi ha risposto che ciò non era possibile e, quando gli ho chiesto di darmi le sue generalità per consentirmi di esporre denuncia contro la Questura di Parma, è letteralmente scappato andandosi a rinchiudere in un gabbiotto. Per un attimo mi è sembrato di essere un inviato di Striscia la Notizia, solo molto più pacato, meno insistente e, ahimè, senza telecamera.

Ma non è finita qui. Essendomi sentito vittima di un grave atto discriminatorio, ho pensato realmente di intentare un'azione legale contro la Questura di Parma per violazione dell'art. 3 della Costituzione. A tal fine ho parlato con il "Gabinetto della Questura di Parma" (anche la persona che ha risposto al telefono si è rifiutata di darmi le sue generalità) scoprendo che non è stata emessa alcuna ordinanza relativa alla partita di calcio Parma-Salernitana. Allora, tralasciando il fatto che probabilmente citerò in giudizio l'F.C. Parma, mi chiedo: è realmente possibile, lecito, costituzionale, vietare la vendita di biglietti a una determinata categoria di persone, in base a città natale, fede calcistica, residenza o altro; oppure sono solo voci messe in giro ad arte per scoraggiare la presenza di tifosi ospiti senza biglietto evitando, al contempo, di intaccare gli incassi delle società?

Giancarlo Contieri

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