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Silenzio per chiedere giustizia e verità dopo l'11 novembre

Comunicato Gruppi ultras della Curva Andrea Costa di Bologna

21 - 11 - 2007

Ci sono momenti per tifare, per manifestare, per urlare la propria rabbia o il proprio silenzio.
Oggi noi sacrifichiamo la voglia di urlare e di tifare, o meglio, il diritto di urlare e di tifare, per chiedere giustizia e verità per chi non può farlo, perché è stato ucciso.
Oggi e domani il silenzio dei gruppi ultras in tutti gli stadi e in tutte le categorie (dalla A ai dilettanti) sarà un altissimo grido di giustizia e una grandissima richiesta di verità, grazie ad ogni persona che si unirà al nostro silenzio e alla nostra voglia di non fare finta di nulla dopo i fatti dell'11 novembre.

I FATTI DELL'11 NOVEMBRE:

- L'11 novembre verso le ore 9,00, un agente di polizia uccide Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso.

- l'11 novembre dalle 9 di mattina in poi, il Questore di Arezzo inizia a costruire un castello di informazioni frammentarie, incomprensibili, false, confuse e incerte e andrà avanti cosi fino a sera, raccontando di un fantomatico colpo sparato in aria che - chissà perché e chissà come - ha ucciso una persona...

- l'11 novembre il Responsabile della Polizia decide - nonostante alcune pressioni della Federazione Calcio - che non è il caso di fermare il campionato, un "simbolico" ritardo di 10 minuti (peraltro solo per le partite di serie A, perché per le altre serie nemmeno quello) è più che sufficiente per uno che poi alla fin fine era nel migliore dei casi "solo" un tifoso e nel peggiore magari anche un po' ultras....

- l'11 novembre sono (siamo) in tanti quelli che sanno che l'unica cosa giusta e civile sarebbe non giocare ! Non hanno nessun senso queste partite davanti ad un omicidio come quello che è appena avvenuto: comincia a salire subito la richiesta di GIUSTIZIA che nelle prime ore di quella maledetta domenica significa, semplicemente, "NON GIOCARE"....

- l'11 novembre si reagisce con rabbia alla ignobile decisione di far giocare il campionato: le reazioni più clamorose (da Bergamo a Taranto, dove comunque l'unico scopo era quello di non far giocare la partita) fanno subito il giro delle televisioni, dell'informazione, dei perbenisti e moralisti dell'ultima ora. La reazione rabbiosa, e sicuramente in alcuni casi estrema, diventa il pretesto per provare a far passare in secondo piano il motivo e in primo piano le conseguenze: GLI ULTRAS distruggono il calcio... sono un pericolo pubblico... fermiamoli....

- l'11 novembre ha confermato, nella sua drammaticità, (se mai ce ne fosse stato bisogno) che le norme e i provvedimenti del "dopo-Raciti" sono solo un guazzabuglio di provvedimenti anticostituzionali che si sono dimostrati clamorosamente sbagliati. I provvedimenti cautelari basati sulla presunzione di pericolosità, i tornelli, i biglietti nominali, i controlli e i divieti per i bambini di entrare allo stadio con bandiere della propria squadra, il divieto di esporre striscioni con nomi di gruppi e di suonare tamburi, il divieto di comperare i biglietti per la trasferta nel giorno della partita e via di questo passo, i sequestri di decine e decine di sciarpe con la sola scritta ultras e l'assoluta disparità e soggettività di comportamenti da uno stadio all'altro e da una partita all'altra ... a cosa sono serviti?

DOPO L'11 NOVEMBRE

- il fatto è che c'è una persona di 28 anni uccisa... uno di quelli che allunga la lista delle "morti per caso" come Aldrovandi a Ferrara e dei "morti per stadio".

- il fatto è che le conseguenze per la "gente da stadio" (per tutti, non solo per gli ultras) saranno sempre peggiori: adesso sbandierano la "Card del tifoso" (strumento di controllo e in pratica di annullamento di diritti costituzionali quali la libertà di circolazione, di parola, di espressione ecc), la security privata, il divieto di trasferte a decine di tifoserie.

- il fatto è che, per l'ennesima volta, mentre dagli ultras arriva chiaro il messaggio che NESSUNO può morire per una partita (sia questo un poliziotto oppure un ultras) e che per noi i morti sono tutti uguali (se è vero che dopo Raciti moltissimi gruppi avevano deciso un' autosospensione) per la "parte bene e ufficiale" del calcio, e dello Stato, la morte non è certo uguale per tutti.

- il fatto è che domenica 18 novembre il campionato si ferma (per altro - per caso?- proprio nella giornata in cui la Serie A - unica con un valore economico - già non avrebbe giocato) e non per rispetto verso un ragazzo morto ma per protestare verso "la violenza nel calcio"...

- il fatto è che con orgoglio non ci siamo mai adeguati alle "norme dell'Osservatorio" e abbiamo preferito rinunciare (con grandissimo sacrificio) a tutti gli storici mezzi di espressione del nostro tifo (striscioni, bandiere, fumogeni, megafoni, coreografie ecc) pur di non "accettare", e quindi implicitamente condividere, delle misure che, di fatto, erano il contrario di tutto quello che è lo spirito ultras o semplicemente il libero tifo da stadio. Per questo, mentre rispettiamo tutti i clubs "non-ultras" che hanno deciso di sottostare alle norme dell'osservatorio chiedendo i rispettivi permessi, non possiamo condividere assolutamente la scelta di "gruppi ultras" che hanno "svenduto" uno striscione per un permesso chiesto alle Questure, né possiamo pensare di portare avanti le nostre idee assieme a loro....

E ADESSO, DOPO L'11 NOVEMBRE, NOI CHIEDIAMO:

- Giustizia vera per Gabriele Sandri, e Giustizia vera significa non solo l'imputazione di omicidio volontario a carico di chi ha ucciso (quella è la minima applicazione della legge, non giustizia) ma anche che emergano in tutta la loro drammaticità le esagerate responsabilità di chi prima ha cercato di falsare o non divulgare la notizia e di chi dopo ha ritenuto che era più importante giocare qualche partita, che rispettare un morto da stadio

- Giustizia e Verità sul caso-Raciti: venga finalmente fatta luce sui fatti (ma quelli veri, non quelli che fanno comodo) e si dica, senza paura, come sono andate veramente le cose, uno Stato libero e democratico non ha paura della verità.

E se GIUSTIZIA (ma quella vera, quella con tutte le lettere maiuscole) verrà fatta, allora questa sarà la nostra unica e migliore "vendetta". Lotteremo per ottenere questa Giustizia, la invocheremo a gran voce, la porteremo tra la gente che con noi condivide la passione per la nostra squadra e che, siamo certi, non può volere questo "modo di andare allo stadio". E a tutti quelli che hanno già strumentalizzato questa vicenda o che l'hanno utilizzata o l'utilizzeranno per provare a dimostrare "che è tutta colpa degli ultras" e che senza di loro "tutto è perfetto, bello e sicuro"... a tutti questi possiamo solo dire una cosa: VERGOGNATEVI!!!

I Gruppi ultras della Curva Andrea Costa (Bologna)

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