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Le oscenità dell'Olimpico
Ovvero: l'entusiasmante esordio della Legge Melandri-Amato

15 - 04 - 2007

Tratto da "Sport People" del 15-04-2007, articolo "Le oscenità dell'Olimpico - Ovvero: l'entusiasmante esordio della Legge Melandri-Amato" di Lele Vigano.

Sarebbe stato sin troppo facile, la scorsa settimana, sparare a zero sui fatti di Roma-Manchester, ma abbiamo voluto lasciare tutto il palcoscenico al (mi si dice) novello paladino degli ultras, tale Mentana Enrico giornalista Mediaset che (sempre a quanto mi si dice) in una puntata del suo Matrix è riuscito a fare sbottare nientemeno che Achille Serra, già questore di Milano, già parlamentare di Forza Italia ed attuale Questore di Roma. Non che il nostro "poliziotto senza pistola" (questo il titolo del suo libro autobiografico) avesse peraltro fatto chissà quale bella figura nei giorni precedenti, tanto nella gestione dell'ordine pubblico per il match quanto nel commentare le gesta dei suoi uomini. Nel primo caso il flop è stato a dire poco catastrofico, visto il "buon" esito della caccia all'inglese fuori dall'Olimpico ed il vergognoso accanimento degli uomini in blu sugli spalti, nel secondo caso ha prima raccontato plateali bugie ("...la Polizia italiana ha agito correttamente. Se qualcuno dimostrasse il contrario sarei io stesso a chiedere un'inchiesta...") e poi, messo alle strette, fa le prove generali per partecipare a "La sai l'ultima?!" ("...se ci sono stati singoli eccessi, verranno accertate le responsabilità e saranno presi provvedimenti..."). E' tuttavia ingiusto individuare in Serra il capro espiatorio e, poiché tra l'altro i fatti di Roma-Manchester sono per noi lo spunto per parlar d'altro, ci limitiamo ad una nostra ricostruzione di quella giornata, simile in verità a tante altre e la cui eco è arrivata fino ai titoli dei Tiggì solo perché stavolta le teste rotte dai manganelli impugnati al contrario non erano quelle (vuote ed indifese per definizione) degli ultras italiani.
1) In occasione della trasferta romana il Man Utd mette in guardia i propri tifosi circa l'accoglienza che potrebbero ricevere a Roma, entrando in dettagli logistici che la dicono lunga sulla distanza tra l'intelligence calcistica d'Oltremanica e quella del Belpaese. Per tutta risposta Serra, Veltroni e qualche altro politico permaloso spernacchiano il loro sentirsi offesi.
2) Come da copione quando arrivano a Roma gli inglesi scatta la caccia all'uomo da parte dei "soliti noti", lamaioli per la più parte, gruppuscoli giallorossi. Utile notare che la stessa cosa non accade in altre nostre città e che forse nemmeno a Torino, dove non si dimentica l'orrore dell'Heysel, si è mai arrivati a certi livelli. Dunque le cronache parleranno di inglesi lasciati allo sbando dalle FdO e di assalti all'arma bianca più o meno indisturbati: un ragazzo non ha perso la vita per una questione di due centimetri, ma nessuno si è posto il dubbio di capire dov'erano le forze dell'ordine durante l'infame mattanza. Forse stavano lucidando i loro manganelli, oppure erano a prendere lezioni accelerate inglese...
3) Dentro l'Olimpico i consueti siparietti che chiunque ci sia stato almeno una volta nella vita conosce bene: gli idioti della curva affianco che ti provocano e ti bersagliano senza posa e nella più totale indifferenza dei blu, che invece appena ti muovi di un metro ti sono addosso e scaricano la loro forza muscolare su chiunque gli capiti a tiro. Nel caso di Roma-Manchester ci sono anche tanti, tantissimi tifosi tranquilli, anche di una certa età, ma tant'è: gli inglesi sò tutti uligans e se meritano questo, come già avvenne per Italia-Inghilterra suppergiù dieci anni fa (sempre all'Olimpico, casualmente). Gli omaccioni con caschi ed anfibi se ne infischiano, anzi se ne fregano, dal fare cessare le provocazioni ed anche se hai ragione a reagire, se ne fregano dell'onore della divisa che indossano, delle telecamere che li riprendono, delle proteste che magari si alzeranno: il foulard amaranto alzato sul volto è persino una precauzione superflua perché tanto sanno di godere della più completa impunità e che agli occhi dell'opinione pubblica e politica sono i "giusti" che bastonano i "teppisti". Va peraltro detto che questi non solo non sono stati episodi isolati in Italia (specie a Roma dove negli ultimi anni a dirigere i reparti Celere è stato promosso uno dei peggiori protagonisti del Genova Social Forum 2001) ma soprattutto temiamo la dicano lunga sull'atteggiamento che le FdO terranno con gli ultras, nei cui confronti avranno carta bianca più e peggio di prima...
4) La stampa ed il mondo politico inglesi, gli stessi che negli anni hanno rispettivamente esaltato ed applicato la tolleranza zero con gli hooligans (con l'H maiuscola), quindi gente che dal proprio punto di vista ha la coscienza a posto e che soprattutto ha cognizione di causa, protestano più che vivacemente per il comportamento delle forze dell'ordine nostrane. Il sottosegretario agli interni inglese Vernon Coaker afferma che "... sono necessarie spiegazioni su quanto accaduto allo stadio Olimpico e sul modo in cui ha reagito la polizia...". Più o meno siamo all'incidente diplomatico e mentre l'Uefa annuncia l'apertura di un'inchiesta, in Italia si sfiora il grottesco: "I giornali inglesi parlano di polizia spietata? Dobbiamo gratitudine alle forze dell'ordine - dichiara il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete - e non penso si possa mortificare in questo modo l'impegno di chi rende le partite serene". In attesa delle coppe e delle medaglie per chi ha spaccato più teste, non manca nemmeno il solito ritornello che la colpa è degli Inglesi ubriachi: OK, si fa per dire, ma ci domandiamo allora chi, come e perché non ha fatto applicare il divieto di vendita di alcolici che era stato emanato... O vogliono farci credere che i red devils sono arrivati già sbronzi e/o hanno riempito il loro bagaglio a mano di lattine di birra??
5) Tutti hanno visto come è stato diverso il clima della partita di ritorno, anche nei momenti più tesi della giornata. E se l'Uefa si permette di sottolineare la professionalità dei bobbies, il Ministro dell'Interno Giuliano Amato non riesce a dire altro che "Mi dispiace che i tifosi italiani si siano messi in condizioni di essere fermati a Manchester, ma credo che anche il mio collega inglese sia dispiaciuto per i tifosi del Manchester che hanno girato ubriachi per tutto il giorno a Roma". E con questo abbiamo ci è più chiaro il perché dell'appellativo "dottor Sottile" (nel senso dell'avere, non dell'essere) che il buon Amato si era guadagnato sin dagli ultimi anni dell'impero craxiano, di cui è stato tra i massimi intellettuali. Dicevamo che questi fatti erano per noi un semplice pretesto per parlare d'altro ed infatti ci dispiace constatare che le nostre previsioni sull'inefficacia della nuova normativa "Melandri-Amato" si rivelano già azzeccate. Con quella legge si uccide scientificamente il tifo organizzato, impedendo l'ingresso di striscioni, tamburi, megafoni, bandiere, perché evidentemente tutto questo armamentario è considerato funzionale alla violenza. La realtà è invece che, con la scusa della violenza, si vuole far fuori il tifo organizzato: quello che dice verità scomode e denuncia gli abusi di potere, quello che non chiede umilianti autorizzazioni per poter esprimere il proprio pensiero tramite uno striscione, quello che vuole ridare un'anima popolare al calcio, quello che non accetta gli stadi per pochi ricchi e la diretta TV per i poveracci, quello che non baratta l'ingresso gratuito per i ragazzini (previsto dalla nuova legge) con una curva sterilizzata ed amorfa (risultato della nuova legge). Forse riusciranno a farci sparire - mai noi resisteremo insieme agli ultras - ma di certo questi divieti nulla incidono sulla prevenzione e limitazione della violenza, come hanno dimostrato gli accoltellati di Roma. Anzi, il divieto di trasferte organizzate previsto dalla nuova normativa amplificherà il rischio di agguati infami e con esiti potenzialmente devastanti, perché favorisce lo spostamento di piccoli gruppi in semiclandestinità e la promiscuità tra tifosi di diverse fazioni, dentro e fuori lo stadio. A questo Lorsignori fingono di non pensare o credere, ma sono già pronte abbondanti riserve di lacrime di coccodrillo...
Avanti ultras.

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