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...e adesso parliamo noi

10 - 02 - 2007

In questi giorni il mondo Ultras ha subito un processo mediatico senza poter avere alcuna possibilità di difesa. Noi ci sentiamo in dovere, ma soprattutto in diritto, di dire la nostra su quanto accaduto a Catania lo scorso 2 febbraio. Considerando che non siamo sicuri di come realmente sia morto l'agente Raciti (troppe versioni si sono susseguite e la storia ci ha abituati a non fidarsi delle "verità" di Stato), quello di cui siamo certi è che quanto successo a Catania è conseguenza di oltre quindici anni di leggi speciali dal carattere esclusivamente repressivo (e non preventivo!) mirate a criminalizzare indiscriminatamente il mondo del tifo organizzato ed omettendo clamorosamente i valori e le positività in esso racchiusi. E' evidente inoltre che le tensioni ed i conflitti riscontrabili negli stadi siano frutto di decenni di abusi e soprusi che gli Ultras sono stati costretti a subire da parte di coloro i quali avrebbero dovuto garantire l'ordine pubblico, ma che più volte invece lo hanno stravolto, addossando tutte le colpe agli Ultras che colpe ne hanno, ma non sono gli unici ad averle. Ci chiediamo come mai quando Paolo di Brescia e Gianluca di Napoli venivano brutalmente massacrati e ridotti in fin di vita dalle forze dell'ordine (tanto per rimanere nell'attualità, ma non dimentichiamo i precedenti decessi di Colombi, Furlan, Alberti, Di Maio) nessuno degli organi d'informazione ha dato risalto a queste "scomode" vicende, rifiutando a priori di ricercare la verità dei fatti e di rendere giustizia alla dignità delle famiglie dei ragazzi coinvolti. Come possono degli individui che non hanno mai messo piede in una Curva sparlare di un fenomeno giovanile che pur con tutte le sue contraddizioni ed i suoi problemi esiste da quasi 40 anni? Che quello che è successo a Catania debba far riflettere seriamente è un dato di fatto, ma che i mass media abbiano invocato delle punizioni e misure come quelle che sono state varate dimostra ancora una volta un'assurda ipocrisia e completa ignoranza del fenomeno. Come si possono invocare leggi speciali quando queste già esistono ed hanno fatto più danni che altro? Come si può continuare a parlare di stadio come zona franca quando questo è l'unico ambito dove le persone vengono diffidate senza veri elementi di prova e senza essere processate con possibilità di far valere il diritto di difesa e la presunzione d'innocenza? E' ridicolo invocare la certezza della pena solo per gli Ultras in un Paese dove da sempre a farla franca e ad evitare le condanne sono proprio i potenti ed i politici. Ancora una volta tutti a fare gli scandalizzati e gli ipocriti moralisti facendo finta di non aver capito che è proprio questa assurda legislazione ad aver fatto aumentare lo scontro tra gli Ultras e chi rappresenta lo Stato.
Quindi ancora una volta si è persa l'occasione di riflettere correttamente, di capire che inasprire le pene non fa altro che aumentare la tensione; anche in questa vicenda si è preferito ragionare a caldo chiedendo provvedimenti ancora più duri e che non possono risolvere forzatamente i problemi negli stadi. Accanirsi indiscriminatamente contro gli Ultras, con atteggiamenti di autentico sciacallaggio, sembra finalizzato solo ed esclusivamente a favorire il cosiddetto modello inglese ed è chiaro come da questa vicenda qualcuno potrà trarre enormi vantaggi economici (sistema calcio, presidenti, sponsor). Speculare su una morte è ancora più schifoso della morte stessa. Ma questo è quello che vogliono in questo Paese... A testimonianza di ciò basta riflettere sul fatto che il calcio è stato arbitrariamente fermato per una settimana, altrettanto arbitrariamente si è deciso di farlo ripartire con l'obbligo di giocare a porte chiuse in quegli stadi che hanno esitato a mettersi a norma... non siamo d'accordo: sarebbe stato doveroso ed opportuno interrompere tutti i campionati fino a quando non si sarebbero ristabilite le condizioni per ripartire in maniera regolare; far giocare alcune partite a porte chiuse è, ancora una volta, un subdolo espediente per allontanare i tifosi dagli stadi, a tutto vantaggio delle pay-tv, sempre più padrone del nostro calcio (non dimentichiamo che Catania-Palermo si sarebbe dovuta giocare di giorno, ma le tv hanno spinto perchè si giocasse alle 18:00, senza tener conto del fatto che col buio è più rischioso controllare le masse). Se i vertici del calcio avessero realmente voluto rispettare tifosi ed abbonati non avrebbero dovuto piegarsi a quella che si appresta ad essere ricordata come l'ennesima farsa che circonda il mondo del calcio e che andrà ad incidere anche sulla regolarità dei campionati (ma non è una novità).
Quello che potrebbe accadere nel prossimo futuro, grazie a provvedimenti legislativi che consentono una ancora maggiore arbitrarietà per le questure nell'emissione dei Daspo (addirittura basta il "semplice sospetto") è di vedere stravolti i più elementari principi di libertà personale, libertà di movimento e libertà di pensiero, con il risultato che molti potrebbero ritrovarsi nei guai senza nemmeno accorgersene e senza aver fatto niente di rilevante. Riteniamo dunque doveroso non piegarsi a leggi fatte frettolosamente da chi non sa (e non ha voluto mai capire) cosa significhi andare allo stadio, fare sacrifici, credere in qualcosa che non potrà mai essere eliminato con norme repressive che devono far felici papponi e benpensanti!

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