BOYS PARMA 1977

Curva Nord

Tardini e Prefetto. Il cemento è sicurezza?

05 - 12 - 2009

Nuove dichiarazioni del prefetto di Parma Paolo Scarpis in materia di stadio Tardini. Il rappresentante del governo nella provincia, come già in passato, ha chiesto la delocalizzazione del nostro stadio fuori città, e addirittura, e questa è la novità: che la proprietà passi dalla comunità ai privati. Tutto nel nome della sicurezza. Ma privatizzazioni, delocalizzazioni, cementificazioni, e speculazioni, che tipo di sicurezza producono?
Il prefetto Scarpis ha anche dichiarato che "in nessuna città i nuovi stadi vengono costruiti in mezzo alla città". Effettivamente costruire un nuovo stadio in centro città sarebbe abbastanza complicato, anche perché le zone centrali sono già occupate da costruzioni (e speriamo nessuno voglia spianare case e chiese con le ruspe), ma nessuno (a parte qualche noto costruttore locale) ha necessità di costruire un nuovo stadio, perché lo stadio a Parma c'è già, ed è uno dei più nuovi (è stato rifatto nei primi anni '90) e più belli d'Italia. Attualmente tanti impresari italiani stanno propagandando l'idea di costruire nuovi stadi fuori città (con ingenti finanziamenti pubblici), abbandonando quelli storici entro le mura. I motivi sono esclusivamente economici: fuori città c'è tanto spazio e si può costruire molto di più. Altro che sicurezza e sport.
Il prefetto Scarpis, in riferimento a possibili speculazioni sui terreni del Tardini, ha ricordato che "L'area ha una destinazione vincolata ad attività sportive". E' vero. Ma è anche vero che in Parlamento procede il suo cammino un ddl per privatizzare gli stadi italiani, e per modificare le destinazioni d'uso delle aree che occupano. Così, una volta acquistati dai privati come (e al prezzo) di aree sportive, si trasformerebbero (come per magia), in aree dove si potrebbe costruire praticamente di tutto.
Qualcuno ha detto che bisognerebbe chiamare l'esercito in città. Per proteggerci dagli speculatori?

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