BOYS PARMA 1977

Curva Nord

Gazzetta di Parma, meschinità di chi scrive e di chi pubblica

03 - 05 - 2010

Lettera a www.boysparma1977.it

Gazzetta di Parma, meschinità di chi scrive e di chi pubblica

Ciao,
inoltro in sede una mia lettera alla Gazzetta di Parma, di replica all'infame missiva che hanno pubblicato oggi, 30 aprile 2010. Vediamo se pubblicano anche questa.


All'attenzione del Direttore.
Desidero replicare alla lettera "Tifosi violenti", pubblicata oggi nella sua rubrica.
Il mittente di tale missiva, nascosto dietro l'anonimato, è talmente impaurito dall'arrivo della tifoseria romanista che il giorno della partita cercherà rifugio fuori città, temendo che questa venga messa a ferro e fuoco. Forse si sta un po' esagerando. Forse questa enorme insicurezza nasce anche dalle scelte contraddittorie delle autorità, e dalla gestione dell'ordine pubblico al Tardini che, talvolta, più che ad evitare gli scontri sembra quasi volerli incentivare. Parma-Inter del 18 maggio 2008, docet.
Sicuramente è più pericoloso guidare un'auto (gli incidenti stradali sono una delle principali cause di morte) che abitare a fianco di uno stadio. Con questo non voglio certo spaventare il pavido "Lettera Firmata". Si metta pure al volante, con prudenza, ma in tranquillità.
Parma non ha dedicato nessuna Fondazione ad un tifoso deceduto. Molto più semplicemente: i genitori di un ragazzo, morto al seguito del Parma calcio, hanno pensato di portare avanti alcuni argomenti che erano cari al figlio, costituendo una Fondazione in suo nome.
Matteo Bagnaresi era un Boys, come me. Non è morto da eroe. E' morto perché il suo cuore ha cessato di battere, così come accade a quasi tutti. Gli è stata intitolata la curva di Parma perché era un luogo a lui caro, un posto che vivevamo insieme, e che crediamo lui frequenti ancora, almeno in spirito, insieme a noi.
Matteo Bagnaresi era un ragazzo con delle idee. Personalmente alcune le condividevo, altre proprio no, ma ci siamo sempre parlati e confrontati, e so che agiva spinto da altruismo, desideroso di fare quello che riteneva giusto, e non per fare soldi o carriera. E questo, al di d'oggi, è più unico che raro. Ed è anche un esempio positivo, da contrapporre all'egoismo e all'individualismo che pervade la nostra società. Una società di persone capaci di scrivere e pubblicare, perfino, lettere che gettano fango su un giovane morto.

Maccio

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