BOYS PARMA 1977

Curva Nord

Parassit-A sul carro dei vincitori

19 - 05 - 2009

Quella di voler salire sul carro dei vincitori è una caratteristica tipicamente italiana. E' normale che a tutti piaccia vincere, il problema è quando si cerca di sfruttare taluni eventi per trarne visibilità personale, fino (magari) a vantare meriti e passioni che non si hanno.
Il ritorno del Parma in Serie A è una festa per tutti i tifosi del Parma e, più in generale, per tutta la città. Perché il Parma Calcio rappresenta tutta la nostra comunità. A Cittadella, così come alla sera in centro a Parma, erano presenti anche tifosi che seguono raramente la squadra, che hanno iniziato a seguirla da pochissimo, o che hanno semplicemente voluto partecipare all'evento. E' tutto positivo. Sono proprio queste le occasioni migliori per far nascere passioni, stringere legami, invogliare le persone a seguire la squadra. Anche per questo, fin dal primo momento, ci siamo adoprati affinché tutti coloro che lo desideravano potessero seguire il Parma a Cittadella, così come ci siamo impegnati per la festa post-partita in piazza Garibaldi, così come il primo giugno apriremo a tutta la TIFOSERIA le porte della Festa (che stiamo organizzando) per la promozione.
Quando parliamo di "voler salire sul carro dei vincitori" non ci riferiamo certo ai tifosi o agli spettatori, fossero anche dell'ultima ora; tutt'altro. Anche perché il tifoso VERO da, e basta, senza mai prendere nulla. La promozione del Parma è una festa per tutti i parmigiani e per tutti i tifosi gialloblù. Quindi: una festa assolutamente popolare. Proprio per questo non ci piace chi cerca di sfruttare un evento (patrimonio del club, della comunità e della tifoseria) per promuovere la propria immagine, soprattutto se è in politica, quindi in un mondo che fonda buona parte del proprio successo sulla popolarità.
Seppur questo malcostume sia ormai così diffuso da poter essere identificato come "costume", non va dimenticato che le autorità e i politici eletti hanno veri e propri obblighi verso la comunità. Devono dare. Invece sembra vogliano solo prendere.
Nel corso degli ultimi anni abbiamo scritto o incontrato alcuni rappresentati istituzionali della comunità. Abbiamo chiesto impegno per la libertà di tifo; che il Tardini rimanesse com'è e dov'è; e giustizia (non impunità, quella se la sono data e presa altri) per i diffidati di Parma-Inter della scorsa stagione. In alcuni casi non hanno neppure risposto alle nostre lettere; in altri hanno proseguito sulla loro strada; in altri, ancora, non hanno concluso assolutamente nulla. Una situazione veramente sconfortante.
I rappresentanti istituzionali dovrebbero arrivare quando ci sono difficoltà (sono eletti soprattutto per questo) e la politica (in genere) dovrebbe attivarsi per cercare di risolvere i problemi della gente comune, anche quelli della tifoseria. Invece accade proprio il contrario. Nel momento del bisogno non c'è mai nessuno, mentre quando c'è da apparire e da salire sul carro dei vincitori (magari vantando meriti che neppure si hanno), spuntano come funghi. Un atteggiamento inutile e dannoso.
Il Parma è fede e passione, è il simbolo di una comunità che si tramanda nel tempo, non una passerella per politici e altre autorità.
A Cittadella abbiamo visto sfilare tra i tifosi Vincenzo Bernazzoli (presidente della Provincia) e Arturo Balestrieri (altro dirigente del PD, che qualche anno fa fece propaganda elettorale al Tardini e in Curva Nord). Un ragazzo del Gruppo gli ha subito ricordato che il Parma non è terra per le passerelle dei politici.
A fine partita, nel parcheggio del settore che ci ha ospitato, mentre i pullman stavano per far ritorno in città, un paio di ragazzi del Gruppo hanno visto Bernazzoli intento a parlare davanti ad una telecamera di Tv Parma. Intorno a lui: alcuni dirigenti del Coordinamento (sic!) e Balestrieri. Appena terminata l'intervista un nostro portavoce ha rimproverato Bernazzoli con fermezza, ricordandogli che i politici non sono veline da passerella; che invece di spuntare quando ci sono le feste dovrebbero arrivare quando ci sono i problemi da risolvere (e risolverli); che invece di aver politici che fanno i tifosi, sarebbe stato meglio avere a Cittadella chi al Parma tiene veramente: quei ragazzi ingiustamente diffidati, per cui nessuno ha fatto nulla. La ramanzina si è conclusa con (citiamo letteralmente) "Le autorità si comportino come tali. Come si dice a Parma: andì a lavorér! I BOYS non leccano il culo a nessuno."
Vignali, il sindaco di Parma, ci ha evitati andandosene in Tribuna (valgono comunque gli stessi discorsi). Anche lui non s'è risparmiato sotto i riflettori, andando addirittura negli spogliatoi a festeggiare con la squadra. La nostra sciarpa che s'è messo al collo non gliela abbiamo regalata noi, perché non ha fatto nulla per meritarla.
Arrivati in piazza Garibaldi a Parma un nostro portavoce ha incrociato l'assessore allo Sport Roberto Ghiretti, in compagnia di Michele Gallerani, pronto a parlare davanti alle telecamere di Sky (piazzate quasi al centro della festa popolare per la promozione). Alla festa dei tifosi si intervistano gli assessori? Abbiamo invitato l'assessore ad andare ad occuparsi dei problemi dello Sport locale, che sono davvero tanti e a lasciare il Tardini dov'è e com'è (preoccupandosi siano fatti tutti i lavori di manutenzione - vera - di cui necessita). A Michele Gallerani, che si spendeva a difesa dell'assessore (un atteggiamento un po' curioso per uno che dovrebbe fare informazione), abbiamo contestato la scelta di far parlare un rappresentante delle istituzioni ad una festa popolare dei tifosi (alle feste dei tifosi parlino i tifosi) e abbiamo chiesto, qualora intervistasse l'assessore, di poter parlare anche noi. Michele Gallerani ha detto che non poteva farci parlare, perché (citiamo letteralmente): "Io vi farei anche parlare, il problema è che voi ogni due parole ci piantate due madonne". Il che, come testimoniano i nostri interventi in audio e video, non è mai accaduto. L'assessore, alla fine, ha rinunciato all'intervista.
Alcuni giornalisti locali (in privato e solo in privato) ci hanno dichiarato la loro solidarietà. Ovviamente solo in privato, perché certe dichiarazioni (in pubblico) nuocciono gravemente alla carriera.
Attorno a piazza Garibaldi abbiamo rinvenuto anche dei volantini dei "Giovani Padani", su cui spiccavano, insieme, il simbolo del Parma Fc e Alberto da Giussano. Il testo recitava: "I Giovani Padani salutano con gioia e orgoglio il Parma in Serie A". Ci auguriamo tutti i parmigiani salutino con gioia e orgoglio il ritorno del Parma in Serie A, indipendentemente dalle idee politiche che professano. Ma è veramente di cattivo gusto il cercare di politicizzare un avvenimento che è di tutti, e che nulla deve alla politica e alle sue organizzazioni.
Circa un anno fa la nostra città venne invasa da migliaia di interisti, che le autorità locali decisero di tenere davanti al Tardini, ma senza farli entrare allo stadio. Una scelta dissennata e irresponsabile che creò problemi di ordine pubblico e che venne criticata dalla stragrande maggioranza delle tifoseria presente quel giorno al Tardini. Quel giorno il Parma finì retrocesso in B. Vi ricordate cosa fecero i nostri rappresentanti istituzionali e cosa dissero i politici locali?
Vincenzo Bernazzoli dichiarò la propria riconoscenza alle forze di polizia: "Bisogna essere riconoscenti alle forze dell'ordine per il ruolo e il lavoro che svolgono". La Lega Nord (per bocca del parlamentare Ranieri e del consigliere regionale Corradi) che ci voleva urgentemente un "giro di vite contro il tifo violento". Comunisti Italiani, Partito Democratico, Forza Italia e Per Parma con Ubaldi, fecero a gara per esprimere solidarietà alle "forze dell'ordine" (alla faccia dell'ordine!) e per invocare repressione contro i tifosi (si veda la Gazzetta di Parma di martedì 20 maggio 2008, a pagina 7).
Mentre ultras e tifosi chiedevano giustizia e che fossero accertate le responsabilità dei vertici, la politica e suoi uomini invocavano la repressione contro la base. Finì come tutti sappiamo: i potenti sempre al loro posto, i BOYS diffidati.
Eravamo divisi allora, lo siamo oggi.
I POLITICI IN PASSERELLA, NOI ANCHE AL MATUSA. IL PARMA NON SI USA, PER VOI SOLO UNA SCUSA.

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