Lettera di Marco Ferrari ai tifosi del Parma Calcio Stampa
Mercoledì 21 Giugno 2017 18:07

“Grazie ai 6.000 che erano a Firenze e ai 3.000 che erano a Reggio. Ma Grazie anche e soprattutto a chi era a Bassano, la settimana dopo Parma-Ancona. Grazie ai 139 che ci hanno seguito a Teramo, quando ne avevamo più bisogno. E Grazie a chi era ad Arzignano o Borgo San Lorenzo per ripartire insieme. Grazie a chi non manca mai. Ma Grazie anche a chi riesce ad esserci solo qualche volta perché arriva da Napoli, da Bari, dall’ Inghilterra, dal Piemonte, dai Balcani o dalla Polonia. Grazie a chi non può più essere allo stadio, ma ama il Parma come pochi. Grazie a chi - da 40 anni - si riconosce e sostiene lo striscione più bello del mondo e ne trasmette i valori di appartenenza, di generazione in generazione. Grazie perché davvero voi siete – noi tutti siamo – e per sempre saremo, il Parma. E se resteremo uniti per davvero, torneremo grandi. Un enorme abbraccio.” Queste sono le parole di Marco Ferrari dopo le dimissioni dalla carica di Vicepresidente del Parma Calcio, quelle che coinvolgono tutti i tifosi del Parma e che più ci hanno toccato. Ti rispondiamo dicendoti semplicemente: GRAZIE per tutte le emozioni che ci hai fatto vivere in questi due anni.


 

Cari tifosi del Parma Calcio,
scrivo per condividere con voi le motivazioni di una decisione per me importante.
Oggi ho rassegnato le mie dimissioni - effettive dalla nomina del prossimo CdA - dalla carica di Vicepresidente della società, di cui rimarrò comunque azionista e soprattutto accanito tifoso.
E’ un passo su cui ho a lungo riflettuto in queste settimane, giungendo alla conclusione – prima delle Final Four di Firenze - che fosse questa la cosa più giusta da fare, per il Parma e per me stesso.
Ho "dedicato" una parte importante degli ultimi due anni e mezzo della mia vita al Parma Calcio.
Perché ci fosse una reazione d’orgoglio dopo l’umiliazione del fallimento. Perché la città tornasse ad essere fiera della sua squadra e si ricreasse un legame forte tra club e comunità cittadina.
Perché ero convinto che – anche alla luce delle possibili alternative in campo- fosse doveroso un impegno in prima persona dell'imprenditoria parmigiana.
Al tempo stesso eravamo pienamente consapevoli che un progetto basato su una divisione paritaria del pacchetto di maggioranza tra 7 soci, poteva essere funzionale ad avviare la rinascita, ma con l’aumentare della quantità e qualità delle decisioni da prendere, sarebbe stato necessario identificare un socio di riferimento per il medio-lungo periodo. 
Nei mesi scorsi abbiamo lavorato in questa direzione. Inizialmente abbiamo cercato di capire se questa seconda fase potesse realizzarsi con un’aggregazione intorno ad un azionista di maggioranza locale, ma per diversi motivi, abbiamo capito che per crescere avevamo bisogno di un partner esterno. E siamo giunti alla conclusione che per garantire al Parma Calcio un futuro brillante ed ambizioso nei prossimi anni, il partner ideale avrebbe dovuto avere lo “sport business” al centro delle proprie attività.
L’accordo in corso di esecuzione con Jiang Lizhang, Presidente del Gruppo Desports, permette infatti al Parma Calcio un salto di qualità notevole, identificando un azionista di riferimento estremamente solido, totalmente focalizzato sull’ imprenditoria sportiva ed intenzionato ad investire in modo consistente nel club per i prossimi anni. Al tempo stesso questo ingresso avverrà rispettando i principi cardine di multiproprietà e controlli incrociati, con una componente parmigiana determinante e con accordi di governance e garanzia che oltre a prevedere una transizione soft a livello gestionale, vincoleranno le decisioni essenziali riguardanti il club, a partire da Stadio e Centro Sportivo, al consenso della quota locale.
Credo sinceramente che l'ingresso di un imprenditore contemporaneo e internazionale come Jiang Lizhang, circondato da persone che amano il Parma come Hernan Crespo e supportato dall’attuale management, possa aprire per la nostra squadra scenari di crescita inediti rispetto agli ultimi 15 anni e rappresentare anche una grande opportunità extra-calcistica da cogliere per tutta la città. E’ giusto essere fortemente legati ai valori del passato, ma in un mondo che cambia in fretta, non bisogna avere troppa paura delle cose nuove. E ve lo dice uno che calcisticamente è rimasto legato alle partite alla domenica alle 15 senza TV, ai Presidenti come Ceresini e alle curve degli anni ’80. J 
Al tempo stesso, se passo ad un’analisi più personale, credo che da ora in avanti la mia persona non sia più – se mai lo è stata - indispensabile alla buona riuscita del progetto.
L’impegno di questi due anni è mezzo è stato straordinariamente intenso. Ho scoperto - per quanto banale sia dirlo – un mondo del calcio ancora più complicato e strumentale di come può apparire dall’esterno. E ho anche sperimentato che portare avanti un progetto di impegno collettivo in questa città è meno semplice di quanto possa sembrare. Per ogni intenso momento di gioia, abbiamo dovuto attraversare polemiche di ogni tipo, che ti svuotano anche emotivamente, se vivi questa avventura cercando di rimanere una persona e di non diventare un personaggio da teatrino mediatico. Nel frattempo, molte delle idee che mi ero ripromesso di portare avanti in questo progetto - dalla multiproprietà a regole di governance rigide, dalla riscoperta dell’identità con progetti come il Museo ad un rapporto più intenso con la nostra comunità, dalla ripartenza del settore giovanile all’attivazione di sinergie con altri attori del territorio - sono state realizzate o incubate.
In estrema sintesi: credo che il mio compito sia finito e che oggi sia giusto lasciare spazio a nuove competenze ed entusiasmi, ritornando a dedicare a tempo pieno le mie energie al mio lavoro “vero” e alla mia famiglia, che mi ha supportato con pazienza in questa esperienza.
Ricoprire un ruolo importante nel Club che amo e che amerò per sempre, è stato davvero un onore. Chiudere questa esperienza con lo splendido epilogo di Firenze, un vero privilegio.
Non sta a me tracciare un bilancio delle cose valide e/o degli errori fatti in questi due anni. Sta invece a me chiedere scusa per ogni volta in cui le scelte fatte – piccole o grandi che siano - hanno coinvolto direttamente o indirettamente altre persone e la loro sensibilità. Posso però garantirvi che l’unico elemento che ho sempre cercato di considerare - nel guidare la logica di ogni singola scelta fatta in questi anni – è stato esclusivamente il bene del Parma.
Grazie quindi di cuore a tutti gli amici e soci di Nuovo Inizio, che mi hanno supportato con la loro fiducia e il loro investimento. Grazie ai compagni di viaggio di PPC che mi hanno spronato con il loro entusiasmo. Grazie a tutte le splendide persone che nei vari ruoli hanno accettato la sfida, mettendo il loro impegno professionale al servizio del Parma. Grazie a chi mi è stato vicino, anche solo con una parola gentile, nei momenti più difficili.
Soprattutto Grazie a chi ogni domenica – in casa o in trasferta – riempie le gradinate con i nostri colori. Grazie ai 6.000 che erano a Firenze e ai 3.000 che erano a Reggio. Ma Grazie anche e soprattutto a chi era a Bassano, la settimana dopo Parma-Ancona. Grazie ai 139 che ci hanno seguito a Teramo, quando ne avevamo più bisogno. E Grazie a chi era ad Arzignano o Borgo San Lorenzo per ripartire insieme. Grazie a chi non manca mai. Ma Grazie anche a chi riesce ad esserci solo qualche volta perché arriva da Napoli, da Bari, dall’ Inghilterra, dal Piemonte, dai Balcani o dalla Polonia. Grazie a chi non può più essere allo stadio, ma ama il Parma come pochi. 
Grazie a chi - da 40 anni - si riconosce e sostiene lo striscione più bello del mondo e ne trasmette i valori di appartenenza, di generazione in generazione. 
Grazie perché davvero voi siete – noi tutti siamo – e per sempre saremo, il Parma. E se resteremo uniti per davvero, torneremo grandi.
Un enorme abbraccio.
Marco