Il nostro amore oltre la categoria, portate il libri in tribunale e andate via Stampa
Mercoledì 18 Febbraio 2015 11:42

Nel corso di queste settimane, quando la situazione della nostra squadra è iniziata a farsi pian piano sempre più complicata ed ingarbugliata, abbiamo cercato di fare chiarezza al nostro interno, andandoci a cercare le risposte in una piazza omertosa ai suoi vertici, perché sappiamo che qualcuno in giro per la città sapeva ed a taciuto, per tanto tempo anche, contribuendo a far si che questa situazione degenerasse in modo esponenziale, nel silenzio più totale della città.

 

Ammettiamo che come ultras non abbiamo mai indagato sulle questioni societarie concentrandoci sugli aspetti che più riguardano il tifoso cioè sostenere la squadra appunto, trasferte e aggregazioni. Voci ne abbiam sentite tante ma, probabilmente grazie anche ai risultati che arrivavano dal campo come nella scorsa stagione, abbiamo sempre fatto l'errore di non approfondire pubblicamente.

L'errore l'abbiamo pagato a caro prezzo quest'estate quando, scegliendo di aspettare novità sulla vicenda "Uefa" (ricorso dopo ricorso), abbiamo perso l'attimo di chiedere a gran voce chiarezza; per quello che, visto col senno di poi, è stato un vero e proprio scoperchiamento del vaso di Pandora contenente la verità sulla nostra situazione attuale.

Va sottolineato a nostra difesa che nel mondo del calcio, esiste un clima omertoso verso i vertici ed in questi mesi lo abbiamo toccato con mano, basti vedere l'ultima conferenza stampa indetta dal “direttore” tanto per fare un esempio; noi ci siamo dovuti costruire la verità (o presunta tale) pezzo dopo pezzo, confrontandoci d'apprima al nostro interno, tra i convinti ed i più scettici, per poi iniziare a contestare faccia a faccia, la dirigenza in occasione della gara persa contro il Sassuolo a fine ottobre.

E ricordiamo a tutti che quando il presidente ci chiese di parlare in privato siamo stati i primi a non accettare la cosa e a volere che parlasse davanti a tutti i tifosi del Parma, non solo ai Boys. “Dov’eravate quando ci è stata tolta l’Europa League” e “Portatemi qui chi vanta dei crediti nei miei confronti” ci sono sembrate frasi di una persona che non ha più nulla da dire, non sa più che fare, non sa più che scuse inventarsi. Francamente ci ha fatto anche un po’ pena.

Da quel momento, la nostra posizione non è cambiata, quello che è cambiato invece è il debito della società che subito si pensava essere un qualcosa di “gestibile”, quando invece abbiam capito la vera entità il nostro pensiero è stato solo uno, ossia quello di bloccare la situzione, il problema era trovare riscontri ai nostri sospetti.

Riscontri che sono arrivati aver parlato personalmente con Kodra, il presidente-pedina di Taci, che ci ha parlato di voragine più che debito, e non vedendo fatti ma solo giocatori che scappavano e la situazione precipitare sempre più, abbiam deciso di fare lo striscione "IL NOSTRO AMORE OLTRE OGNI CATEGORIA, PORTATE I LIBRI IN TRIBUNALE E ANDATE VIA".

Questo striscione, esposto prima di Parma-Chievo è stato confezionato PRIMA della nuova cessione a Manenti, rivolto dunque agli albanesi, non vedendo (anche per loro ammissione) vie d'uscita e per far pagare, se possibile, i principali responsabili di questa situazione: Leonardi e Ghirardi. Come possiamo farla pagare a chi ha sbagliato se continuiamo a vivere così?

Per noi non chiedere il fallimento vuol dire concedere la grazia a chi ci ha ridotto così, vuol dire essere complici di Ghirardi e Leonardi, subendo noi e solo noi le conseguenze. Poi è arrivato Manenti. A noi non piacciono i pregiudizi, ma dalle sue parole e dalla sua storia, appena scottati da tutto quello successo fino a quel momento, la prima impressione non è stata certo buona.

Da qui la decisione di continuare sulla nostra linea. Se poi nel lungo periodo verrà risanata la società e fatto un progetto sportivo (cosa che non crediamo purtroppo) saremo i primi a stringere la mano al nuovo presidente. Non abbiamo ricette per uscire da questa situazione, ma sappiamo qual è il male minore, il modo per limitare i danni: ripartire dalla D sperando in gente seria in modo permettere un immediato ritorno tra i professionisti in lega Pro, mantenendo il settore giovanile, il quale potrebbe sospendere l'attività "nazionale" solo per un anno. Sarebbe il male minore.

Dopo aver esposto lo striscione qualcuno ha storto il naso per dipendenti (non calciatori) e fornitori, che con un fallimento rischierebbero di non vedere mai più gli importi dovuti. In caso di fallimento ci è stato riferito, i dipendenti sono i primi ad essere tutelati, poi ci sarebbe lo stato con la sua parte (che sarebbe dilazionata nel tempo) mentre discorso a parte riguarda i fornitori.

Quest'ultima categoria è l'unica che potrebbe far fallire il Parma nell'immediato, l'unica via percorribile ci appare quella dell'abbattimento del monte debitorio con accordi tra le singole parti; di solito funziona che l'azienda che stà per fallire, si accorda con il creditore con un pagamento in contanti di una bassa percentuale del debito.

Questa strategia, capita anche dai sassi è l'unica che permetterebbe la continuità aziendale, ma senza un intervento della procura, permetterebbe anche di farla franca ai responsbili di questa situazione, senza rispetto di quei tifosi che dovrebbero seguire una squadra per i prossimi 5 anni, la quale dovrebbe iscriversi ai vari campionati con un handicap finanziario creato da persone che magari tra 5 anni saranno presidente e direttore sportivo, di un'altra squadra in serie A, dopo aver speso in vacanze e jet privati i soldi di noi tifosi.

Questo a noi non sta bene, qui si cercà l'impunità per chi ha sbagliato e ci fa ridere quando ad aiutare queste persone sono gli stessi che vogliono pene sempre più aspre, la galera a vita, per chi accende una torcia o sale in cima ad una vetrata: Cari signori, chi è il cancro del calcio a Parma? Sono i Boys o i loro dirigenti? E voi come vi comportate? La vostra legge è uguale per tutti oppure non tutti sono uguali per le vostre leggi.


Questi concetti li abbiamo voluti condividere dopo la partita con il Chievo sotto la Nord, con i circa 200 tifosi che si sono fermati. Questo a testimonianza del fatto che non solo i Boys hanno a cuore le sorti del Parma Calcio. E siamo più che convinti che se la partita non si fosse giocata alle ore 18 (..la gente lavora!) allo stadio e a fine partita ci sarebbe stata ancora maggiore partecipazione. Perché è nei momenti di difficoltà che si vede chi ci tiene davvero, perchè il Parma Calcio siamo noi..solo noi!

 

 

PARMA-Chievo stagione 2014/2015