Un presidente ladro e una federazione in malafede, solo questa curva non retrocede Stampa
Lunedì 25 Maggio 2015 11:08

Siamo arrivati alla fine della corsa, la stagione in qualche modo è terminata, e adesso inizia un’altra partita, forse la più importante mai disputata. Siamo a un passo dal baratro, e per come stanno andando le cose in questo momento, lo scenario più probabile è la serie D.

 

Ammesso che ci sia qualcuno disposto a pagarne l’iscrizione. È stata una stagione al cardiopalma, che ci ha visto cadere dal tetto d’Europa e ancora stiamo precipitando, non si sa bene quando e dove atterreremo, ma una cosa è certa: Noi, i tifosi, cascheremo in piedi. Ricomponendo il mosaico degli episodi che hanno caratterizzato questa burrascosa stagione, la visione d’insieme che emerge è sicuramente la compattezza che ha dimostrato l’ambiente dei tifosi, un’armonia unica e senza precedenti, che ha influito in maniera non indifferente sulle dinamiche del Parma e di Parma. Vi ricordate il corteo? Spalla a spalla, tutti insieme per le sorti del Parma, a gridare il nostro dissenso a quei maiali che ci hanno messo in ginocchio…e poi l’allenamento a Collecchiello, il mega selfie con la squadra… vi ricordate la C3 di Manenti? Ancora non ci siamo capacitati di come fosse possibile dal nulla arrivare all’acquisto del Parma versando solo un euro. E poi le partite in casa, la capitolazione della Juventus, che bello… lo stadio pieno, la gente incazzata, che nonostante tutto restava lì, ancorata al suo seggiolino di plastica, impassibile ed imperturbabile. Poi c’è stato Sassuolo, la Nostra trasferta oltr’Enza, senza aggiungere altro. Le lunghe trasferte a Napoli, Palermo, Roma che eravamo già ultimi in classifica e certi della retrocessione, e nonostante questo per noi che c’eravamo era la festa più bella dell’anno. Cagliari di Lunedì, La Lazio di Mercoledì, e noi sempre al seguito del Parma. Vista in questa ottica, la stagione del nostro fallimento assume un altro significato, profondo e che ognuno interpreta a suo modo. E’ stata la Nostra stagione, la stagione di chi non ha fatto un passo indietro, di chi è rimasto a Collecchiello a soffiare sul collo della dirigenza, di chi coglieva ogni occasione per buttare un occhio al centro sportivo, di chi era sotto i portici del Grano, di chi sfilava in corteo. Non è stato però tutto rose e fiori, è giusto lodare il nostro operato, ma giunti a fine campionato è tempo di fare anche autocritica, costruttivamente. Certo, si era capito già subito dopo l’esclusione dall’ Europa League che c’era qualcosa che non andava, avremmo dovuto pretendere chiarezza invece di attendere l’evolversi degli eventi. Lo sappiamo che il senno del poi è l’unica scienza esatta, però effettivamente il tempo passava e la situazione era tutt’altro che chiara. Mancavano però le prove concrete per partire con un’azione decisa contro la società. Chi sapeva ha taciuto, e il silenzio diventa complicità. Abbiamo capito l’antifona e ottenuto le prove quando ormai era tardi, anche se in realtà era già tardi prima di quel fatidico Torino-Parma. Resta un unico dato di fatto, che in mezzo a tanti volta gabbana e silenzi ipocriti, gli unici che ci hanno messo la faccia e non l’hanno persa siamo stati noi, i tifosi. Ci saranno adesso altri eventi, che ci porteranno alla vera conclusione dell’anno; il primo, in ordine cronologico sarà la trasferta di Genova, l’ultima trasferta in serie A che si giocherà il 31 maggio e che celebrerà anche il nostro gemellaggio con i ragazzi della Samp. Successivamente, ci sarà il Torneo Boys e la nostra festa a Lemignano. Tutti sono invitati, tutti devono presenziare, perché sarà la logica conclusione di un percorso che ci ha visto sempre più compatti e più cresciuti, come tifosi e come persone. Come faceva un vecchissimo coro…Siamo la banda dei Crociati, e mai nessun ci fermerà! Noi saremo sempre qua, quando il Parma giocherà perché il Parma è la squadra degli Ultrà! Gridiamolo ancora una volta, tutti insieme, a squarcia gola….PARMA SIAMO NOI, SOLO NOI!