Away Card: i motivi della scelta Stampa
Mercoledì 22 Gennaio 2014 11:25

Chievo Verona – Parma, finalmente siamo tornati in trasferta, una partita sugli spalti che marchia a fuoco la nostra storia Ultras, questo perchè dopo tre anni e mezzo di lotta alla tessera del tifoso noi Boys entriamo in possesso della Away Card, strumento che ci permette di regolarizzare la nostra posizione e di ritornare ad una normalità che si è persa nel corso di questi anni.


Da quando è nato il voucher elettronico e da quando se n'è dunque iniziato a discutere noi abbiamo cercato di non nasconderci dietro un dito, di non prendere in giro nessuno, dicendo da subito e molto chiaramente che fondamentalmente i controlli su Tessera, biglietto, Voucher e ora Away sono gli stessi. Si è dunque arrivati, ma già da mesi, al limite: continuare ad andare allo stadio o appendere la sciarpa al chiodo. Abbiamo deciso di andare avanti e non far morire 36 anni di storia ultras, di non far morire il tifo a Parma ma, per continuare la protesta contro la stessa, di seguire tutte le vie alternative possibili. Dunque prima biglietti, ora anche Voucher e Away.

Questi due ultimi strumenti non sono stati inventati dagli ultras, ne tantomeno dall'Osservatorio o compagnia bella, ma direttamente dalle società, nel disperato tentativo di riportare gente allo stadio e di riavere seguito e tifo in trasferta. Sono due strumenti nati grazie alla protesta contro la Tessera del tifoso, e questa è una delle ragioni che ci ha portato a sottoscriverli. Sempre grazie alla protesta contro la Tessera questa ha perso per strada molte delle cose sulle quali noi abbiamo puntato il dito fin da subito, come il collegamento bancario, gli aspetti commerciali ecc ecc... O pensate che le società abbiano abbandonato queste cose perché non convenienti? Se nessuno avesse detto bau, tutti avreste avuto una nuova carta di credito in tasca (ah si, e gli sconti all'Autogrill).

Certo ai tanti che ci criticano (sempre e comunque) fa comodo dimenticarsi queste cose, o rigirarle a proprio piacere. Nulla di nuovo, è così da sempre e per tutto, ormai ci abbiamo fatto il callo. Un po' di amarezza comunque viene, visto e considerato che noi, al contrario di tante altre piazze, mai abbiamo criticato chi ha fatto scelte diverse dalla nostra sulla Tessera, non abbiamo fatto alcuna guerra ai "tesserati", anzi, spesso ci si trovava nello stesso settore a tifare insieme.

Stiamo tutt’ora combattendo la Tessera e l'art. 9 in tutti i modi possibili: abbiamo fatto conferenze, abbiamo fatto proposte (come quella quella dei settori ospiti non tesserati a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali), abbiamo cercato di andare a parlare con l'osservatorio,(ricevendo rifiuto da parte loro), abbiamo cercato di farci ascoltare dalla Lega Calcio senza essere stati presi in considerazione, idem con la Cancellieri. Siamo andati a vedere la primavera, abbiamo cercato di denunciare il problema mediaticamente, collaborando con Report e facendo mini-inchieste, abbiamo sensibilizzato stampa, società e tifoseria locale il tutto continuando a presenziare all'interno degli stadi, di più pensiamo non fosse possibile fare.

Quest'estate, prima che ricominciasse il campionato, ci siamo trovati tutti per confrontarci, in una riunione intensa ed animata, dove ogni obbiettore della famigerata tessera del tifoso ha potuto esprimere il proprio parere, la propria analisi e la propria considerazione; è stata una riunione lunga ed estenuante, dove da varie posizioni dalle mille sfumature abbiamo cercato di trovare una posizione comune, in cui dovevano prevalere il bene del gruppo e della squadra.

In questi anni di ostruzione alla tessera, abbiamo cercato sempre di essere presenti negli stadi, il primo anno con ottimi risultati, tant'è che il settore per i non tesserati nel girone di ritorno era diventato i settore ospiti, lasciando pressochè vuoto il settore dedicato ai tesserati;  nel secondo con il divieto di vendita dei biglietti abbiamo avuto una flessione  riuscendo comunque a concludere degnamente il campionato; tuttavia il terzo anno con l'aumentare del livello di tensione con le forze dell'ordine, abbiamo accusato il colpo e come noi anche tutto l'ambiente crociato.

Allo stato attuale pochissime persone vanno in trasferta, ormai si è persa la concezione di spendere soldi e tempo per seguire questa squadra, basta vedere le foto dei settori ospiti per rendersene conto, raramente si arriva ad un centinaio e quando succede si è comunque al massimo un quinto rispetto agli anni pre-tessera.

Le poche volte in cui siamo andati in trasferta regolarmente la differenza si è vista, ad esempio Genova con la Samp lo scorso anno, oppure a Gubbio (quest'estate) dove c'erano più persone che a S.Siro contro l'Inter. Per questo motivo abbiamo deciso di dire basta e fare un piccolo passo indietro, una sorta di passo del gambero nel tentativo di riportare la gente di Parma e non solo noi Boys, in trasferta com'era una volta.

Decidere di tornare in trasferta dunque; si ma come? Fare la tessera passando dalla Questura di Parma, con l’iter che tutti hanno seguito, voleva dire aspettare circa tre mesi con i rischi e pericoli che comportano lasciare libera discrezionalità agli uffici di Borgo della Posta  in un periodo, tra l'altro, in cui le acque erano abbastanza agitate. Invece una emissione diretta come l'Away, garantiva a chi attualmente già acquistava il biglietto il libero accesso alle trasferte.

Una differenza sottile ma che per noi vale molto, è una conquista dal momento che tutti i sistemi sono oramai sotto il controllo del CEN di Napoli, il quale nel caso di applicazione dell'articolo 9, non emette nulla (né tessere né singolo biglietto). Da qui è partita, agli inizi di Agosto, la nostra richiesta nei confronti della società di entrare in possesso dell’Away Card; questo ci ha aperto le porte al fantastico mondo statale e parastatale. “Fantastico”, poiché ai fini pratici  l'away card non è altro che l'assegnazione di un codice a cui fanno riferimento il nome di una persona. I codici sono composti da un numero che contraddistingue la società calcistica ed un altro progressivo che identifica la persona.  Un operazione fattibile con un normale foglio di excel per farvi un esempio, per svolgere la quale lo Stato si è però inventato il classico apparato all'italiana, in cui si è una pallina nel flipper della burocrazia, rimbalzati ovunque, con tempistiche bibliche.

Nel frattempo si è continuato ad andare in trasferta, sino ad arrivare alla domenica in cui Bresciani, Doriani e Leccesi sono stati diffidati per aver osato uscire dalla città d'appartenenza; stessa sorte sarebbe toccata molto probabilmente a noi in quel di Genova (Genoa) 3 giorni dopo, in cui biglietti alla mano abbiamo deciso di non andare onde evitare di prendere diffide gratuite, mettendo a repentaglio la vita del gruppo.

Quando tutto sembrava pronto, il famoso cervellone di Napoli (CEN) a cavallo delle festività natalizie ha deciso di non collaborare più, i tempi di ripristino son stati di 3 settimane (tempistiche italiane logicamente), facendoci perdere le trasferte di Genova (Samp) e Livorno. Abbiamo aspettato 5 mesi per essere fidelizzati, se decidessimo di farlo per un cinema, per una casa d'abbigliamento, per un supermercato, siamo sicuri che basterebbero 5 minuti; questa è la vera vergogna, basterebbe pensare a quanto costa l'Osservatorio ed il CEN, i soldi che girano intorno a Lottomatica e compagnia bella ed a cosa serve ai fini pratici tutto ciò.

E' assurdo pensare che domenica scorsa noi eravamo considerati soggetti pericolosi per l'ordine pubblico e dopo sette giorni improvvisamente diventiamo agnellini, questo solo perchè da oggi Mario Rossi per lo stato è diventato il numero 123456789. Pensateci bene, tutto questo è semplicemente ridicolo! Nessuno però denuncia tutto questo, tutti subiscono passivamente, gli stadi si svuotano e continuano a dare la colpa alla violenza. Nel frattempo le società che di certo non navigano nell'oro, sono state costrette a montare e smontare tornelli, stampanti, lettori ottici e RFID, tirando fuori soldi di tasca propria in nome della guerra ai teppisti da stadio.  Per cosa? Per nulla perchè a 200 metri da quell'ingresso, in una città come Parma, ci sono funzionari “da ufficio” incapaci di gestire l'ordine pubblico.

Tornare sui nostri passi non è stata comunque una scelta facile, sappiamo di aver addosso gli occhi di molti, speriamo di non aver deluso chi ci stimava, ma nel nostro caso, nella nostra città dove dal 1977 c'è stato sempre e solo un gruppo, farlo morire per coerenza sarebbe stato da stupidi, visto che decreterebbe la fine del tifo a Parma e chi vuole la nostra morte si sarebbe ritrovato con il nostro cadavere e le mani pulite; purtroppo è andata male a questa gente, noi siamo li, ci siamo sempre stati e state certi ci saremo ancora per un bel po’.

Infine vorremmo invitare a gente di Parma a smetterla con le chiacchiere “da bar”. Dire “No alla tessera” per noi voleva dire “SI alle trasferte”, e la nostra adesione all’Away Card ha significato mandare giù un rospo non indifferente (lo ripetiamo, in trasferta ci siamo andati lo stesso per tre anni) per riportare allo stadio chi in questi anni è rimasto al bar o sul divano per poi da ultimo giudicare incoerente la nostra scelta. E’ tempo di rimboccarsi le maniche, di salire sul pullman e di tornare in trasferta. Le chiacchiere le faremo insieme, magari al bar, di un autogrill però.

Auguriamo un grosso in bocca al lupo a tutti quei gruppi che portano avanti la lotta presenziando negli stadi, esprimiamo la nostra solidarietà invece a quei gruppi che han pagato a caro prezzo questa situazione. Ci rendiamo conto che è stata una roulette russa, è capitato a loro come poteva capitare a noi; ai nostri oppositori vogliamo augurare invece tanto lavoro: finché continuerete a volerci vedere fuori dai giochi, vorrà dire che saremo ancora li ai nostri posti.

AVANTI BOYS, AVANTI ULTRAS