Lazio-PARMA (30-03-2014): Resoconto più foto del Gruppo Stampa
Lunedì 31 Marzo 2014 07:03

Lazio-PARMA (3-2)

30 marzo 2014. Per il nostro Gruppo, i Boys Parma, non è una data come tutte le altre. Sei anni fa durante la trasferta a Torino contro la Juve perdeva la vita Matteo Bagnaresi, per tutti il Bagna.

 

Da quel giorno la nostra curva ha preso il suo nome anche se è difficile, praticamente impossibile dimenticare quegli istanti maledetti nell’autogrill crocetta nei pressi di Asti, sulla Torino-Piacenza. Per chi era presente quel giorno non è facile fare quello che di solito facciamo sempre, andare e seguire la nostra squadra del cuore in giro per lo stivale, ma il modo migliore per ricordarlo è fare quello che abbiamo sempre fatto, quello che il Bagna ha sempre fatto: andare in trasferta. Così di prima mattina ci ritroviamo in Sede e partiamo alla volta di Roma, siamo due pullmini. Complice il cambio d’orario e qualche sosta “intelligente” giungiamo nei pressi della capitale qualche ora prima della gara dove incontriamo a Piazza Vescovio i laziali. E’ strano e francamente ormai bello e piacevole che nei giorni dove si ricordano il Gabbo e il Bagna capita spesso che Parma e Lazio si incontrino. Non può essere sempre un segno del destino, anche se a volte lo stesso destino è beffardo ed ingiusto. Con gli ultras della Lazio ci lega un rispetto reciproco nato proprio dopo che Matteo e Gabriele ci hanno lasciato, abbiamo passato momenti molto simili e difficili e per questo capirsi tra noi è più facile che mai. Sicuramente queste situazioni non volute ci hanno fatto crescere dal punto di vista umano, perché prima che degli ultras siamo delle persone con amicizia, valori e sentimenti. E’ da situazioni come queste che da ragazzo diventi uomo, che capisci l’importanza della vita e capisci quanto questa sia bella e importante. Capisci che nel 2014 non ci sono solo dementi che entrano in uno stadio insultando i morti, ma capisci che tanti ultras di tanti gruppi per lo più rivali rispettano il tuo dolore proprio come tu fai con il loro. Essere ultras vuol dire tante cose e per noi questa rientra tra questa: il rispetto per i morti sempre e comunque al di la della sciarpa che si indossa al collo. Quando manca poco all’inizio della gara ci dirigiamo in zona stadio, entriamo nel settore ospiti e dopo aver appeso le nostre pezze iniziamo a cantare. E come sempre lo facciamo ricordando con il nostro primo coro il Bagna, e “Curva Nord Matteo Bagnaresi” rimbomba in un Olimpico deserto dato che la contestazione perenne nei confronti di Lotito. Nel settore ospiti siamo in 200. Francamente potevamo e dovevamo essere di più. Siamo sesti in classifica, in piena zona Europa League, dopo che la Rubentus ha interrotto (. .e sappiamo tutti come! ) la nostra striscia positiva di 1 7 risultati utili consecutivi. Oggi abbiamo perso 3 a 2 ma pazienza, il calcio è questo. Ma la gente cosa vuole? Cosa pretende? Si fanno dei drammi per una partita persa, si criticano i calciatori che da fenomeni passano a brocchi, si critica il mister che oltre a essere una persona per bene è da due anni sta facendo un lavoro ottimo. I l nostro obiettivo era la salvezza, un traguardo raggiunto inaspettatamente da parecchie partite, ma la gente di Parma è insaziabile non si accontenta mai. Dovremmo far festa ogni partita, cantare al di la del risultato vista la fantastica stagione, essere veramente il dodicesimo uomo in campo. Invece no la gente pretende senza dare, non cantano ma fischiano e si lamentano sempre e comunque. Il consiglio per tutti questi è di starsene a casa domenica contro il Napoli, proprio come hanno fatto per la trasferta di Roma. Eh si, perché chi c’era ha dato tutto come sempre colorando con tante bandierine il nostro settore, cantando tutti i 90 minuti e tornando a casa senza voce. Usciti dallo stadio vorremmo salutare i laziali ma ciò ci viene impedito da blu che pretendono (e ottengono!) che facciamo quello che vogliono loro. Il pezzo dallo stadio a casello autostradale è da comica; il corteo super scortato e blindato (. .ma poi per cosa?) si divide a metà in due direzioni. Scene da film americani con sirene accese a tutto volume per le strade di Roma (..forse ai livelli della scorta di Obama in visita nella capitale nei giorni scorsi), palette che sbucano dai cellulari (due per due pullmini! ) con manovre da denuncia e ritiro della patente immediata e la gente in strada che assiste alla scena che inveisce contro tutto ciò. Loro sono i padroni di tutto e dobbiamo seguirli e fare ciò che vogliono loro. A pochi metri dal casello autostradale ci fanno fermare e dopo averci accerchiato, dopo che ovviamente sono giunti i rinforzi, dicono che dobbiamo aspettare gli altri pullman che hanno fatto un altro tragitto. Il casello autostradale dista 50 metri ma non ci possiamo muovere, anzi ascoltare la predica di qualcuno di loro che conclude la sua “omelia” con la frase: “Ma ragazzi, ma perché non vi siete guardati la partita a casa sul divano?! ”. Certo come no, e sicuramente dopo oggi la cosa non accadrà per ancora molto tempo. Viva l’Italia. Il viaggio di ritorno scorre tranquillo, e giungiamo a Parma verso l’una di notte. Tra poche ore il lavoro ci attende, ma chissenefrega anche oggi abbiamo scritto una pagina di quella storia che nella nostra città dura dal 1977.

ORA E PER SEMPRE…CURVA NORD MATTEO BAGNARESI!