Il fratello di Gabriele Sandri: "Dieci anni senza Gabbo chi lo uccise non si è scusato" Stampa
Martedì 07 Novembre 2017 10:11

Crsitiano Sandri intervistato dal Messaggero parla a 10 anni dalla morte del fratello Gabbo: "Mai arrivate le scuse di Spaccarotella"

 

 

Sono passati 10 anni da quel 11 novembre 2007, quando un colpo di pistola dell'agente Luigi Spaccarotella colpì a morte la testa di Gabriele Sandri.

Il fratello, Cristiano, su Il Messaggero ricorda quei momenti e quelle scuse mai arrivate a casa.

"Un ragazzo eccezionale"

Ma andiamo con ordine, chi era Gabriele? Un ragazzo di 28 anni, un tifoso della Lazio ma anche "un ragazzo eccezionale. Molto corretto, il primo a sacrificarsi per gli amici. Basta guardare le sue foto: se gli occhi sono lo specchio dell' anima ecco, direi che gli rendono onore": così lo descrive il Cristiano.

Tutto cancellato da un colpo di pistola: "Luigi (il primo ad avvisare Cristino, ndr), che era lì. Mi disse: è successo qualcosa a Gabbo, vieni ad Arezzo accompagnato. Io pensai a un incidente stradale, perché lo avevo salutato la sera prima e sapevo che andava in auto a Milano. Mi accompagnò Michele, che oggi è il padrino di mio figlio. Mi disse subito: hai sentito, hanno sparato a un tifoso della Lazio. A quel punto capii tutto. Durante il tragitto in auto, sapevo che non avrei dovuto accendere la radio, ma la tentazione fu troppa. Arrivai ad Arezzo che già sapevo della sua morte. La macchina circondata dal nastro. Il foro del proiettile sul vetro". Momenti difficili, strazianti: "Ancora ricordo l' urlo di papà. Di mamma neanche le dico".

Un dramma che la donna non ha ancora superato. Ora lo ricorderanno tutti insieme alla messa a "San Pio X alle ore 17, come ogni anno. La cosa bella però è che molti amici e tifosi, anche di altre squadre, senza colori e divisioni, andranno sotto la Curva Nord per ricordarlo. Luogo simbolico, a lui caro". Uniti con le persone, che come ammette Cristiano, "non ci hanno mai lasciato soli".

L'attacco al poliziotto che ha ucciso Gabbo

Se dopo 10 anni la morte di Gabbo, così lo chiamavano tutti fa ancora male. Ciò che colpisce ancora di più il fratello è "la mancanza di qualsiasi rimorso": ammette parlando di Spaccarotella. E ancora: "Non so se in questi anni abbia avuto una coscienza. O abbia avuto modo di capire il danno che ha causato. So che non voleva colpire Gabriele, ma ha sparato verso l' auto. Oltre ad aver tolto la vita a un ragazzo di 26 anni, ha tolto la serenità a una bella famiglia. Non ho mai avuto modo di sentirlo. Si è spesso parlato di una fantomatica lettera da lui spedita, che si sarebbe persa. Ma a noi non è mai arrivato nulla. E comunque spedirne un' altra sarebbe stato semplice".

[FONTE: Il Giornale]