Modello inglese: 12 arresti al derby di Bristol Stampa
Domenica 08 Settembre 2013 19:12

Giusto ieri avevamo parlato degli arresti di Port Vale-Wolverhampton, rieccoci ancora nel paese che tutti i nostri politici e i nostri pennivendoli vorrebbero prendere a modello. Peccato solo che non sanno nemmeno di cosa parlano e cosa realmente succede ciclicamente da quelle parti. Beninteso, succede ovunque laddove ci sia una folla convenuta, è una legge sociale e statistica da cui non si sfugge, non vogliamo fare i moralisti al contrario, riportiamo solo un po’ di notizie sparse dall’Inghilterra, giusto a futura memoria di questi ipocriti che c’ammorbano con i loro selvaggi luoghi comuni.

 

 

Orbene. Ieri s’è giocato il “Johnstone’s Paint Trophy”, quello che prima ancora di assumere il nome dello sponsor si chiamava “Football League Trophy” e che oppone club inglesi di League One e League Two. Per semplificare e rendere l’idea, diciamo che è una sorta di corrispettivo della nostra Coppa Italia di Lega Pro.
Tra le varie gare del  primo turno, tornava dopo 7 anni il derby di Bristol tra il City e il Rovers. Sul terreno amico dell’Ashton Gate, il City ha vinto per 2-1 ma, ça va sans dire, questo non è un sito di calcio giocato e quello che ha attirato la nostra attenzione sono stati gli scontri avvenuti prima, durante e dopo la partita.
Momento più emblematico, dopo alcuni piccoli focolai già accesisi con l’arrivo della prima gente sugli spalti, è stato allorquando, al triplice fischio finale, i tifosi del City hanno invaso il terreno di gioco tentando di venire a contatto con i Rovers ed è dovuta intervenire la polizia a cavallo per arginare la situazione e tenere separate le due fazioni.
Il bilancio finale parla di una dozzina di arresti, tre i poliziotti feriti e si paventano ulteriori provvedimenti, almeno a sentire le parole del Sovrintendente Capo della polizia dell’Avon e Somerset che, non prima di aver ripetuto la litania della “piccola minoranza anti-sociale”, rende noto che altri arresti potranno avvenire nelle prossime ore, sulla scorta delle immagini delle telecamere a circuito chiuso che la stessa polizia sta vagliando.
Certo, in buona sostanza stiamo parlando di eventi di portata non epocale, più che altro ci sono stati dei piccoli disordini controllati più o meno bene da steward e polizia, però se in Italia ci stanno zampognando da un settimana per un finestrino rotto, chissà come si sarebbero divertiti di fronte a scene del genere. Ovviamente se fosse successo in Italia, perché visto che è successo in Inghilterra, dove secondo lor signori “certe scene non si vedono”, allora meglio fare spallucce.

Matteo Falcone, Sport People.

[FONTE: Sport People]