"In Inghilterra hanno sconfitto gli hooligans" Stampa
Martedì 31 Luglio 2012 18:25

Mentre nel nostro caro amato belpaese, l'allenatore della Juve campione d'Italia, patteggia per frode sportiva tra la voce bassa dei media e magari la possibilità di scegliersi quando scontare la squalifica, oltremanica fanno i conti con quello che è un fenomeno a detta dei nostri media morto e sconfitto...


Peccato però che la realtà continui a parlare un linguaggio diverso da quello dei notiziari, si parla di 700 incidenti e di 544 arresti negli ultimi 3 anni; che sia chiaro non sono queste cifre a dirci che la scena Hooligans in terra d'albione non è morta, in qualità di addetti ai lavori sappiamo ed abbiam visto qualche volta le varie firm impegnate nelle giornate calcistiche, ma vogliam solamente portarvi a conoscenza che la repressione non fermerà mai definitivamente i movimenti giovanili, sicuramente li modificherà, toglierà a loro i contorni folkoristici iniziali, ma non ne deturperà mai l'essenza.

 

In Italia ci ripetono da anni questo mantra, la dimostrazione di quanto sia farlocco è data da queste stesse preoccupazioni dell'opinione pubblica britannica rimbalzate in questi giorni sul "Sunday Sun".

Violenza, atti di vandalismo e ubriachezza si ripetono sempre più spesso sulle reti di trasporto pubblico nei giorni delle partite, così come rivelano esponenti della divisione trasporti della Polizia che a che fare con centinaia di incidenti ogni anno, in particolar modo nel Nord Est dell'Inghilterra.

Cifre allarmanti, scoperte dal "Sunday Sun", che parla di 700 incidenti sui treni verificatisi negli ultimi tre anni e ricollegati dalla polizia al calcio.

Nello stesso lasso di tempo 544 persone sono state arrestate dalla polizia britannica dei trasporti.

Ma il picco potenziale di detti incidenti sono stati stoncati sul nascere dall'azione preventiva della polizia, aggiunge il "Sun Sunday", e questa dicotomia tra allarme e rassicurazione puzza tanto di "non è mica inefficienza dei nostri poliziotti, anzi ne servono altri assieme ad altre spese in sede di sicurezza pubblica", ovvero sia lo stesso identico concetto che ripetono in tutto il mondo da 40 anni e che da 40 anni non risolve un bel niente.

L'ufficiale della "Football intelligence" John Stubbs, che deve spesso intraprendere dei lavoro sotto copertura per individuare i responsabili degli incidenti, ha affermato che sono i derby del Nord quelli che richiedono una gestione più scrupolosa dell'ordine pubblico.

Ha detto: "La pianificazione inizia praticamente quando il sorteggio viene effettuato ed il lavoro viene portato avanti tra noi delle forze di polizia e gli stessi club."

"Quello che accade dipende da come vengono distribuiti i biglietti, dalle caratteristiche di rischio del gruppo o da come lo stesso si comporta in quel dato momento."

"Ogni derby ha sempre un alto fattore di rischio anche a causa delle intense emozioni dei tifosi di casa."

Stubbs ha aggiunto che nessun club del Nord è stato classificato come "cattivo club" a causa dei propri tifosi. C'è stato sì un picco degli incidenti tra il 2010 e il 2011, quando il Newcastle è stato nuovamente promosso in Premier League, ma questi stessi numeri sono stati riportati sotto la soglia di guardia grazie all'approccio preventivo delle autorità.

"Abbiamo fornito risorse aggiuntive e colpire alla radice dei problemi delle squadre e dei gruppi più problematici, in modo che se anche il numero totale degli eventi è aumentato in modo significativo, i reati sono comunque tutti di natura minore."

"Gli agenti che hanno a che fare con questi reati minori, riescono ad impedirne il loro ulteriore progredire grazie proprio al già citato approccio preventivo."

"Gli incidenti più gravi, nel Nord Est, sono diminuiti negli ultimi due anni".

In chiusura, insomma, anche in Inghilterra la stampa usa scrivere articoli che nell'arco di poche righe sostengono tutto e il contrario di tutto. Quello che è evidente come il sole d'estate, è il fatto che i problemi di ordine pubblico legati al calcio non sono di certo aumentati come ci raccontano le favole nostrane i cui cantori, poi, sono spesso persone che non hanno nemmeno idea di cosa sia il calcio inglese e continuano a diffonderne falsi miti e "sentito dire".

[FONTE: Sportpeople]