Anni '80: dalla stagione 1985-86 alla stagione 1989-90 Stampa
Martedì 16 Luglio 2013 19:57

Visto il successo per gli articoli sulla storia del Parma Calcio continuano gli estratti (da "Storie del Parma Calcio" e "Wikipedia-Storia del Parma Calcio Football Club") sulla nostra storia, in modo da tramandare questa passione da padre in figlio e affinchè i più piccoli possano appassionarsi alla squadra della nostra città, visto che il 16 dicembre 2013 si festeggeranno i 100 anni.

1985-1986 La squadra viene rifatta e affidata a Arrigo Sacchi, il pubblico fa conoscenza con la "zona" ed il "pressing" ed e' di nuovo serie B

Se i campionati deludenti come quello appena concluso (così come quello 1979-80) sono disastrosi sul piano dei rapporti squadra-pubblico e della valutazione della società in ambito nazionale, possono invece paradossalmente portare con sè risvolti anche positivi. Abbiamo già raccontato come, ai tempi di Del Grosso, la retrocessione del 1974-75 fu seguita da una campagna di compravendite risoltasi con un utile di mezzo miliardo: ebbene, anche l'ultima, 1984-85, vede i conti del mercato estivo chiudersi con un attivo di un miliardo, addirittura dopo avere messo assieme una squadra competitiva, per un immediato ritorno in divisione cadetta.

Non solo: ma le retrocessioni già definite a metà campionato (come nel caso del Parma 1984-85) consentono — ad una società di salda organizzazione — di assumere con tempestività provvedimenti altrimenti più difficili. In quest'ultima ottica si inserisce l'accordo che Ceresini e Sogliano, fin dall'aprile-maggio 1985, stringono con Arrigo Sacchi, allenatore del Rimini, impegnandolo a guidare il Parma per la successiva stagione. Si fosse tardato un mese o due, probabilmente il tecnico romagnolo avrebbe scelto altra strada: o, quanto meno, la concorrenza per accaparrarselo sarebbe stata più agguerrita.

Arrigo Sacchi, infatti, si presentava come un giovane allenatore fra i più preparati e moderni. Nato nel 1946 a Cesena, da giocatore ha fatto poco: dal Fusignano al Baracca in serie D e basta. Dedicatosi poi al lavoro di tecnico, ha allenato il Fusignano, l'Alfonsina e il Bellaria prima di frequentare (1978-79) il supercorso di Coverciano. Per tre stagioni alla ?primavera? del Cesena, poi al Rimini in C1, quindi alla ?primavera? della Fiorentina, ancora al Rimini, prima di approdare a Parma. Una carriera non esaltante, ma molto interessante, soprattutto per la ventata di freschezza portata nelle squadre da lui dirette. Si comincia a parlare di lui e il Parma se ne assicura l'opera.

Con Sacchi, già ingaggiato, la società dà il via alle cessioni e procede agli acquisti indicati dal nuovo tecnico. Impressionante il numero di giocatori che Sogliano riesce a collocare in serie A e in serie B: la squadra appena retrocessa viene letteralmente saccheggiata. Pin (Juventus), Aselli (Sampdoria), Macina (Milan) e il giovanissimo Berti (Fiorentina) sono i gioielli che assicurano i maggiori introiti alla società: ma altri discreti gruzzoli entrano nelle casse sociali con le cessioni di Barbuti (Ascoli), Gandini (Triestina), Dore (Cagliari), Bertoneri (Perugia), Panizza e Marocchi (Foggia), Fermanelli (Siena), Facchini (Arezzo), Davin (Cagliari), Lombardi (Carrarese) e Stoppani (Livorno). Se ne vanno anche Damiani, che ritorna alla Lazio e Benedetti al Torino. Della squadra dell'anno precedente restano solamente Mussi e Bruno.

Viene a costare cinque miliardi (a fronte dei sei incassati) la lunga schiera dei neoacquisti: il portiere Landucci (Fiorentina), il libero Signorini (Cavese), il terzino Bianchi (Rimini), i centrocampisti Gabriele (Cesena), Bordin (Taranto), Salvioni (Derthona), Fiorin (Cesena), Zannoni (Rimini) e gli attaccanti Rossi (Francavilla), Paci (Asti), Righetti (Rimini) e Casilli (Pro Patria).

Tutti giovani — ad eccezione di Salvioni — e tutti di buona qualità. Qualcuno costa anche caro (Rossi oltre un miliardo; Bordin sugli 800 milioni); per Signorini, Gabriele, Zannoni e Righetti il Parma acquista solo il 50 per cento, rimandando a fine stagione l'eventuale riscatto. Imprevisto, ma importante, l'arrivo di Gabriele, ingaggiato nel giro di poche ore da Sogliano, dopo che il prescelto Gamberini (Triestina) aveva ?sparato? una cifra di ingaggio astronomica. ?Le darò una risposta domani? — lo aveva liquidato il direttore generale gialloblù. E la risposta fu... Gabriele.

Con questo ?parco? di giocatori, Sacchi imposta fin dal ritiro di Tizzano i suoi schemi della ?zona? e del ?pressing?. Sono una novità per gli appassionati parmigiani e all'inizio qualcuno storce il naso. Ma ormai il calcio moderno sta per prendere quella strada e sono soprattutto i tecnici giovani a predicare e attuarla con passione e credibilità.

Il campionato va bene. Una sola sconfitta in tutto il girone di andata (a Ferrara, contro la Spal 0-1, settima giornata) e al giro di boa il Parma può contare su un notevole vantaggio (26 punti contro i 22 della Virescit e i 21 del Modena). I giochi sembrano fatti: con questa squadra che gioca a memoria, che può contare su una difesa impenetrabile (un solo gol subito in casa, in tutto il campionato), passa in secondo ordine anche una crescente sterilità in fase conclusiva.

Invece il girone di ritorno riserva qualche sgradita sorpresa; si perde a Pavia, si stenta un po' anche in casa (0-0 con Trento, Spal e Piacenza); il vantaggio si assottiglia e la situazione si fa veramente difficile quando, a quattro domeniche dalla fine, la Reggiana espugna il Tardini, proprio mentre Modena e Piacenza stanno compiendo una straordinaria rimonta. A questo momento la situazione vede il Parma in testa con 40 punti, seguito a una lunghezza dal Modena, a due dal Piacenza e a tre dalla Reggiana.

Un derby davvero stregato (l'arbitro Calabretta di Catanzaro ne combina di tutti i colori, costringendo i gialloblù a giocare in dieci per tutta la ripresa, dopo l'incomprensibile espulsione di Paci) che sarà ricordato con grande tristezza soprattutto per i gravi incidenti che avvengono a fine gara fra ultras parmensi e polizia. Fuori causa giocatori e supporters reggiani, il dramma — sulle cui origini non esiste una versione sicura — si allarga anche alle zone adiacenti allo stadio, con lanci di lacrimogeni e di sassi, con scontri e con numerosi fermi (alcuni dei quali tramutati in arresto) di giovani concittadini. Accuse e controaccuse; riunioni con i familiari dei giovani in carcere; rinvii a giudizio; procedimenti giudiziari anche a carico di minorenni. Un bilancio veramente assurdo, con lacerazioni che solo un lungo lasso di tempo riuscirà a rimarginare.

Ma torniamo al calcio giocato. Il fatto che preoccupa è che nel girone di ritorno il Parma, in 13 partite, ha conquistato solo 14 punti (poco più della media salvezza...) molto meno del Modena (18) e del Piacenza (addirittura 20). Si comincia veramente a temere il peggio, ma per fortuna la squadra di Sacchi ha un'impennata di orgoglio e chiude in bellezza, conquistando sette degli otto punti in palio negli ultimi 360 minuti di gioco (1-0 a Varese; 2-1 con l'Ancona; 0-0 a Firenze con la Rondinella e infine 2-0 con la Sanremese). Una curiosità: così come nel 1983-84, è ancora la Sanremese — questa volta già condannata alla retrocessione a consegnare al Parma i due punti finali della promozione.

Il campionato si chiude con Parma e Modena appaiati a 47 punti e il Piacenza terzo a 45. ? la terza promozione dell'era Ceresini. Il presidente è naturalmente molto soddisfatto, ma non nasconde che il rosso della gestione — pur con l'utile della campagna estiva — è stato superiore alle previsioni: esattamente 2 miliardi e mezzo! Il campionato di C1 comporta spese elevate; i contributi federali sono scarsi; in più — sostiene Ceresini — è mancato il pubblico, forse perchè ha visto la promozione già raggiunta alla fine del girone di andata. Insomma, una gioia temperata dalle preoccupazioni. ?Sta per entrare in vigore la nuova legge sullo sport che regola le gestioni societarie. Certo, dice, sarà tutto più chiaro, ma i soldi che ho speso e che non si possono mettere in bilancio chi me li restituirà??.

1986-1987 Pochi ritocchi e il Parma incanta la serie B, si lotta per la "A", trionfo della "linea verde"

Il campionato 86/87 verrà ricordato come uno dei più esaltanti di tutta la storia del calcio parmense. I timori di una retrocessione immediata, similmente a quanto avvenuto nel 1980 e nel 1985, vengono spazzati via implacabilmente da una formazione che, poggiando in maggioranza sui pilastri dell'anno precedente, presenta solo alcuni ma indovinati ritocchi. Ci sarà anche chi, nell'arco del torneo, rimpiangerà qualche partenza, ma i fatti sono li a registrare una stagione favolosa, alla fine della quale addirittura terrà banco la sfiorata promozione in serie A. Confermato naturalmente l'allenatore Arrigo Sacchi, con gli stessi collaboratori dell'anno precedente.

Il portiere Landucci torna alla Fiorentina (dove disputerà l'intero campionato come titolare) e a sostituirlo arriva Ferrari, 20 anni, dal Rimini. ? raccomandato da Sacchi e avallato da Carmignani, il quale di portieri s'intende: di fronte a queste credenziali, non trovano spazio le riserve e le critiche di chi si affanna a far sapere che "in B occorre un portiere esperto", che "Ferrari è troppo giovane" e altre cose del genere. E tanto per dimostrare quanta importanza si dia a siffatti pareri, il vice-Ferrari viene scelto in Luca Bucci, di 16 anni.

Intatto il pacchetto difensivo con l'elegante e brillante Mussi, il roccioso Bruno, il forte mancino Bianchi e il possente libero Signorini: puntuale nel contenimento, veloce nei recuperi, abile negli sganciamenti (soprattutto Mussi e Bianchi), imbattibile nel gioco aereo (Signorini e Bruno svettano come gru...), il reparto offre assolute garanzie e alla fine risulterà il meno perforato di tutta la serie B (solo 26 gol subiti). Come ?jolly? di copertura si acquista Zamagna dal Livorno.

Efficiente anche il centrocampo, il settore più ritoccato rispetto all'anno precedente. Non vengono confermati Bordin (finito al Cesena), Gabriele e Righetti (entrambi alla Lucchese): in loro sostituzione arrivano Galassi (Rimini), Sormani (Rimini), Valoti (Atalanta) e Bortolazzi (Milan), ai quali aggiunge poi l'esperto Corti (dalla Lazio). Quanto alle punte, Paci passa all'Ancona mentre a Rossi e a Melli si affianca subito Fontolan prelevato dal Legnano e, a novembre, Piovani dal Brescia. Non va dimenticato l'acquisto di Morbiducci (dal Perugia), che si infortuna subito e viene girato al Cesena.

Nel contempo lo staff dirigenziale si arricchisce di un direttore sportivo di sicura professionalità, che si affianca a Ceresini e a Sogliano: è Giorgio Vitali, personaggio di rilievo del mondo calcistico, che ha alle spalle esperienze qualificanti (Cesena, Monza, Napoli, Genoa).

Solito ritiro a Tizzano; solite amichevoli di richiamo con grandi squadre e in una di queste (contro il Milan) Zannoni è vittima di un fortuito, gravissimo incidente (la frattura dei legamenti del ginocchio che lo fermerà per vari mesi), Sacchi si ritrova di fatto con un centrocampista in meno, ma rimedia con molta serenità promuovendo Fiorin a titolare fisso. Una scelta perfetta. E la squadra marcia, da subito. In Coppa Italia sorprende tutti, andando a vincere addirittura a Milano contro i rossoneri di Berlusconi e Liedholm e conquistando il primo posto nel girone. Si teme che possa capitare come due anni prima, allorchè, sorprendenti in Coppa (anche allora passaggio al turno successivo), i gialloblù avevano trovato nel campionato un autentico calvario.

Ma questa volta le basi sono molto più solide, la squadra dispone di potenziale tecnico, carattere, gioco. Per tutto il girone di andata sono la difesa e Bortolazzi i poli vincenti: la prima opponendosi con eccezionale bravura anche agli avversari più titolati, il secondo dimostrando una straordinaria precisione nei tiri piazzati e nei penalty (sette gol in 19 partite). Ma è tutta la squadra a suscitare dapprima sorpresa e poi ammirazione con una ?zona? e un ?pressing? davvero perfetti: e se non fosse per una forse inattesa difficoltà a concludere, i venti punti realizzati nell'andata avrebbero potuto essere molti di più.

Senza contare che Sacchi, dopo avere perduto per molti mesi Zannoni, nella disgraziatissima trasferta di Pisa (sconfitta per 1-0 dopo una partita dominata), si vede privato anche del giovanissimo Melli messo brutalmente fuori causa proprio nella città toscana da un intervento assassino di un difensore locale. E l'arbitro Coppetelli di Tivoli, dopo avere tollerato quell'incredibile atto di violenza (il colpevole solo ammonito) punisce le comprensibili proteste di Sacchi a fine gara facendolo squalificare per due mesi. Una giornata disastrosa: Melli fuori per metà campionato e Sacchi per otto gare.

Ma l'ambiente è refrattario alle emozioni e alle provocazioni, benché i giovani siano tanti: e la squadra, in panchina l'allenatore delle giovanili Battistini, prosegue nella sua marcia regolare e brillante. Ma perché Battistini e non Bruno Mora, responsabile del settore giovanile e allenatore patentato, al posto di Sacchi? Purtroppo, il bravissimo ex nazionale era da tempo bloccato da un male tremendo: forse avendo capito tutto aveva inviato una lettera al presidente Ceresini con la quale lasciava l'incarico. Un momento triste per tutti. Il calvario di Bruno Mora dura alcuni mesi e si chiude in dicembre. Alla memoria del grande campione si inchina e rende omaggio non solo il calcio parmense, ma tutto il calcio italiano. La nazionale azzurra, la Sampdoria, la Juventus, il Milan avevano trovato in lui un autentico campione, uno straordinario ?mattatore?. E l'omaggio è generale, commosso, affettuoso, in un rigido pomeriggio con la bara ricoperta di fiori, portata a spalle da giovani calciatori a testimoniare una continuità che proprio Bruno Mora stava onorando giorno per giorno nella scoperta di nuovi talenti.

Dopo la dolorosa ma doverosa parentesi, rieccoci ai venti punti del girone di andata. Un traguardo perfino insperato ma raggiunto con indiscutibile merito. La serie B 1986-87 non trova i suoi padroni, in un equilibrio di valori che coinvolgono anche il Parma nella lotta per la promozione. Alla 27a giornata (perentoria rivincita sul Pisa: 2-0), la squadra si trova al terzo posto. L'entusiasmo degli sportivi è immaginabile. La posizione di classifica autorizza sogni radiosi. Si profilano, intanto, situazioni in sensibile evoluzione: rinvengono squadre all'inizio in grave ritardo (Cesena, Lecce e lo stesso Pisa); comincia a perdere colpi la Cremonese, dopo un girone di andata largamente in testa; continua a sorprendere il Pescara, quasi miracolosamente, se si pensa al suo ripescaggio in extremis dalla serie C; e anche il Messina entra nel lotto delle candidate (ruolo che perderà abbastanza presto per i troppo frequenti rallentamenti nelle partite casalinghe). Il Parma, invece, è costante.

Il successo sul Pisa viene ad assumere uno straordinario valore anche sul piano psicologico. La domenica precedente, infatti, mentre la squadra era a Cagliari, il

?Corriere della sera? aveva sparato, con un titolo a nove colonne, la notizia che l'allenatore Sacchi aveva già definito il contratto con il Milan di Berlusconi per passare alla guida della squadra rossonera nel campionato 1987-88. Un fulmine a ciel sereno per i giocatori e per gli sportivi (Ceresini e Sogliano lo sapevano e si erano già mossi per scegliere il sostituto). Il tecnico romagnolo, divenuto improvvisamente l'uomo del giorno, non sa come fare a smentire la... verità, preoccupato anche dei provvedimenti disciplinari che potrebbero colpirlo per l'inosservanza delle norme federali, in rispetto delle quali, accordi di quel tipo si possono concludere solo a campionato chiuso.

Sono soprattutto gli sportivi a temere che Sacchi possa soffrire di un sia pure involontario disimpegno psicologico, con comprensibili ripercussioni sulla squadra. Ma l'uomo è saldo di nervi, serio, responsabile e continua a lavorare nel solito modo, come se nulla fosse avvenuto. La vittoria sul Pisa, appunto, riporta serenità e tranquillità a tutti i livelli.

Subito dopo si pareggia in casa con l'Arezzo, dopo una partita dominata (14 calci d'angolo a favore) ma senza reti: quindi arriva la sconfitta di Lecce a rendere amara la Pasqua degli appassionati locali (la partita, perduta per 1-0 viene disputata il sabato santo). C'è delusione, ma la squadra di Sacchi si trova sempre a un punto dalla zona promozione e si guarda pertanto con molte speranze all'immediata trasferta di Catania, contro una squadra in gravi difficoltà che procede, proprio nella settimana, alla sostituzione dell'allenatore Rambone con Pace.

Il Parma non ha ancora vinto in trasferta e a Catania dovrebbe essere l'occasione buona per fare bottino pieno. Ma ancora una volta non si va al di là del pareggio, piuttosto squallido anche sul piano del gioco. Resta veramente un enigma questa incapacità della squadra a fare bottino pieno lontano dal Tardini: è vero che nel calcio, notoriamente, può capitare tutto e il contrario di tutto senza la benchè minima logica, ma certi riscontri lasciano davvero sconcertati. Quando si pensa che perfino il Parma di Maldini-Rosati, protagonista di un campionato disastroso (penultimo alla fine nel 1979-80), era riuscito a vincere una volta in trasferta (e addirittura in casa del capolista Como), appare incredibile che ciò non sia avvenuto per il Parma-rivelazione del 1986-87.

Il mercoledì successivo alla trasferta di Catania, il Parma è chiamato all'impegno di Coppa Italia, nei quarti di finale contro l'Atalanta, a Bergamo per la partita di andata. A questo punto scoppia un dissidio fra l'allenatore e il direttore generale.

Sacchi pare orientato a puntare tutto sul campionato, mentre Sogliano intende non penalizzare nessuna delle due opportunità che si presentano. Per lui l'Atalanta è avversario alla portata dei gialloblù, quindi un ingresso nelle semifinali potrebbe aprire prospettive prestigiose e irripetibili. Sacchi vorrebbe schierare molti rincalzi; Sogliano tutti i titolari. C'è scontro fra i due. Si arriva poi ad un compromesso: non la formazione completa ma quasi, con l'inserimento di qualcuno solitamente panchinaro ma resta la notevole insoddisfazione del direttore generale, il quale — si dice — era già pronto a licenziare Sacchi, provvedimento rientrato per l'intervento mediatore del presidente Ceresini. Per la cronaca, l'Atalanta elimina i gialloblù vincendo in modo fortunoso in casa (1-0) e pareggiando al ritorno (0-0).

Resta ancora il campionato, entrato nella sua fase più palpitante. Il Parma ha trovato in Fontolan un prezioso goleador, zero reti nell'andata, sei nel ritorno, tutte su azione, ma sta accusando l'handicap grave di un Bortolazzi sempre brillante come regista ma divenuto stranamente impreciso nei tiri piazzati (neanche una rete nella fase discendente, se si esclude quella su punizione vincente contro il Milan a San Siro): ma al di là di una persistente difficoltà in fase conclusiva, la squadra conserva piena rispondenza al modulo e persistente freschezza atletica. Rimane sempre brillantemente in corsa per la serie A anche se perde in modo inopinato a Vicenza (0-2): solo alla quart'ultima partita, sconfitta in casa dal Cesena (0-1, con gol dell'ex Bordin, ripudiato da Sacchi) vede allontanarsi molte speranze.

Il calendario offre subito un'ancora di salvataggio, la trasferta di Cremona: una vittoria rilancerebbe in pieno, un pari potrebbe mantenere in vita qualche prospettiva. Purtroppo, si perde anche a Cremona in modo beffardo, un po' per le sviste arbitrali (il primo gol locale in netto fuorigioco: e l'arbitro è quel Longhi che già anni prima, nella decisiva gara di Pistoia, aveva pesantemente penalizzato gli allora crociati) e molto per inconcludenza e ingenuità proprie. Irrilevanti le ultime due partite contro la Triestina in casa (vittoria per 2-1) e a Pescara (sconfitta per 1-0).

La delusione è viva per la serie A sfiorata ma non raggiunta, però l'apprezzamento e la soddisfazione per l'ottimo campionato sono generali. Si sa già che molti giocatori lasceranno la maglia gialloblù insieme con Sacchi, ma anche questo è un motivo di orgoglio, in quanto, ormai, il Parma è divenuta una autentica università per giovani talenti che da qui avviano prestigiose carriere.

1987-1988 Tante partenze e squadra rivoluzionata, avvio disastroso, l'allenatore Zeman salta dopo sette partite, arriva Vitali, Sogliano va al Genoa, la Parmalat sara' il nuovo sponsor

La stagione 87-88 è un capitolo molto ricco per la storia del Parma A.C. Spa, sia sul piano tecnico, sia su quello gestionale.

Già prima della fine del campionato precedente, si sapeva del passaggio dell'allenatore Sacchi al Milan e della partenza, al suo seguito, di Bortolazzi (per fine prestito) insieme con i terzini di fascia Mussi e Bianchi, ceduti per una cifra attorno ai tre miliardi. Non solo: era già noto il trasferimento del libero Signorini alla Roma, mentre anche tutti gli altri della rosa di Sacchi interessavano varie società. I riscontri più emblematici del successo della politica di Ceresini e Sogliano, tesa soprattutto alla valorizzazione dei giovani. Si potrebbe dire un autentico trionfo.

Con queste premesse, il direttore generale ritrova l'opportunità di far luogo a un vasto rinnovamento, una strategia congeniale al suo temperamento e ai suoi precedenti. Smembra quindi, completamente (ad eccezione di Ferrari) la magnifica retroguardia del 1986-87, (la meno battuta di tutta la serie B) cedendo anche lo stopper Bruno all'Udinese, società alla quale finisce pure l'attaccante Fontolan, già in comproprietà con i friulani. A questo punto, i superstiti sono pochi, e anche per loro si trova una sistemazione: Galassi e Andreoli finiscono alla Sambenedettese, Valoti alla Spal, Marco Rossi al Prato, Zamagna al Messina, Piovani al Brescia, Sormani all'Avellino. Anche il giovane portiere Bucci viene ceduto in prestito alla Pro Patria perchè faccia esperienza in attesa di tornare — secondo i piani di Sogliano — per prendere come titolare il posto di Ferrari, nel frattempo prevedibilmente consacrato come uno dei migliori della B.

Insieme con Ferrari, restano solo Fiorin, Zannoni e Alessandro Melli, questi ultimi due rimessisi dai gravissimi infortuni che li avevano costretti al riposo praticamente per l'intero campionato precedente. Un discorso particolare merita Melli, che, formidabile nella nazionale giovanile in cui viene puntualmente convocato e dove si distingue per i suoi splendidi gol, non trova il feeling con gli sportivi parmensi.

Un fatto strano, ingiusto, perfino autolesionistico perchè il giovane attaccante, se sostenuto e valorizzato, garantirebbe proficui risultati sia per la classifica (con i suoi gol) sia per il bilancio (per l'aumentata sua quotazione sul mercato). E purtroppo c'è da aggiungere che anche Sacchi non ha mostrato molta fiducia nel ragazzo, soprattutto quando, rientrato dal grave incidente, lo ha utilizzato solo sporadicamente e per brevi frazioni di gioco, privandolo della possibilità di un felice reinserimento nei meccanismi del collettivo.

E pure Zeman si mostrerà scarsamente convinto delle notevoli qualità del ragazzo, 18enne a Dicembre.

Ranghi rivoluzionati, quindi. A chi gli fa notare l'eccezionale ampiezza del fenomeno cessioni, Sogliano risponde senza reticenze: "Abbiamo voluto, in piena sintonia con il presidente Ceresini, dare soddisfazione a quei giocatori per i quali si aprivano possibilità di carriera senz'altro più brillanti rispetto a Parma. Come si poteva trattenere un Signorini al quale, a 27 anni, si sono aperte le porte di uno dei più gloriosi club del calcio italiano? Così come era difficile sul piano sentimentale negare a ragazzi come Bianchi e Mussi la gioia di un passaggio in divisione superiore, in una squadra come il Milan. A questo punto, anche Bruno orfano dei suoi colleghi di difesa, ha manifestato il desiderio di cambiare aria, dopo tre anni in gialloblù. Sono situazioni nelle quali bisogna comportarsi con grande attenzione e, anche, cautela, specialmente quando la squadra passa ad un nuovo tecnico, portatore magari di idee, tattiche, metodi completamente diversi dal predecessore".

Ceresini e Sogliano godono della completa fiducia dell'ambiente, dopo aver riportato il Parma in serie B e averlo imposto all'attenzione generale per il gioco moderno praticato. Se poi non bastasse questo, un altro elemento di ottimismo arriva a tonificare ancor di più l'ambiente: l'ingresso nella società, come sponsor, della Parmalat, una delle più affermate industrie del settore alimentare nel mondo.

S'interrompe quindi la collaborazione con il Consorzio del prosciutto, durata circa sette anni, e segnalatasi per il calore e la reciproca cordialità di rapporti con i quali si era sempre sviluppata. Da tempo Sogliano perseguiva l'operazione Parmalat: contatti con il titolare, il cavaliere del lavoro Calísto Tanzi, si ripetevano, e già qualche voce s'era sentita. Il matrimonio si consuma ufficialmente il 27 giugno 1987 con la firma del comunicato congiunto da parte del presidente del Parma geom. Ceresini e del presidente della Parmalat, Calisto Tanzi.

Il comunicato ufficiale rivela i termini di un'operazione che va al di là della semplice sponsorizzazione: c'è infatti la realtà molto concreta dell'ingresso della Parmalat anche nell'ambito azionario della società, finora feudo pressochè esclusivo del geom. Ernesto Ceresini.

L'ufficializzazione del nome del nuovo allenatore non rappresenta certo una novità, visto che, subito dopo la notizia della partenza di Sacchi (in aprile), si era saputo che il sostituto sarebbe stato il cecoslovacco Zdenek Zeman, nipote di Cestmir Vycpalek, già giocatore e tecnico del Parma fra il 1952 e il 1958.

Quarantenne, insegnante di educazione fisica, da vari anni in Italia, Zeman ha guidato le giovanili del Palermo, poi il Licata in C2, prima di approdare al Foggia in C1.

Quanto all'organico giocatori, dopo tante partenze, è logico che gli acquisti siano numerosi.

Dall'Udinese vengono assunti il difensore Susic e il centrocampista Pasa; dalla Sambenedettese, per una cifra che si aggira sui due miliardi arrivano il centrocampista Di Fabio, l'ala Turrini e il centravanti Di Nicola; dalla Reggiana lo stopper Apolloni, per una cifra cospicua, un miliardo e trecento milioni. (Si dice, e pare confermato, che il Parma, nell'acquisto, si sia associato alla Sampdoria, pagando solo la metà). Ancora: i difensori Carboni (Empoli, 21 partite in A); Gambaro (Sampdoria, 18 partite in A), Impallomeni (Roma), Dondoni (Livorno); l'attaccante Osio (Empoli, 22 partite in A e 2 gol), oltre ai giovanissimi Magrini (18 anni, Siena), Di Già (19 anni, Inter primavera) e Esposito (16 anni, centrocampista, dal Valdiano, C2), Pullo (difensore, Milan primavera) e Sotgia (attaccante, 18 anni, Olbia).

Il tecnico cecoslovacco fa giocare la squadra in un modo inedito: in pratica non esiste il libero fisso, tutti i difensori in linea, solo saltuariamente qualcuno chiude un po' più arretrato, ma tocca soprattutto al portiere Ferrari prodursi in un ruolo — quello di libero — mai svolto da nessun altro collega in nessuna squadra. Il gioco diverte: i giovani sembrano assimilare bene le idee di Zeman e fin dal ritiro di Tizzano arrivano segnali che inducono ad una certa fiducia. La prima amichevole con la Reggiana al Tardini (perduta per 2-1 dai gialloblù) innesta qualche dubbio sulla spregiudicatezza della tattica, supportata anche dall'esasperato ricorso al fuorigioco.

Però, le successive prestazioni riportano non solo credibilità ma anche entusiasmo, se non addirittura euforia. Quando poi la squadra gialloblù, messa sotto la Roma, supera (2-1) anche il Real Madrid — venuto a Parma per diretto intervento dello sponsor Calisto Tanzi — in un'indimenticabile serata post-ferragostana al Tardini, i sogni non trovano più confini: spaziano davvero nell'infinito. E' precampionato, con tutte le riserve che si impongono: ma questo Parma che, subito dopo avere battuto i madrileni, si qualifica per gli ottavi di finale della Coppa Italia andando a vincere (sia pure ai rigori) a San Siro contro il Milan di Sacchi, fa veramente gridare al miracolo. La serie A, ormai, per gli sportivi, può ritenersi a portata di mano: anche i giornali nazionali, insieme con i tecnici più autorevoli, indicano nella giovane pattuglia gialloblù una delle compagini favorite.

Il campionato però ridimensiona implacabilmente velleità e ambizioni. La tattica di Zeman — sulla quale incidono in negativo le infelici prestazioni, volta a volta, di vari titolari — si dimostra sostanzialmente disastrosa in difesa e poco redditizia in attacco. Alla settima partita (sconfitta a Bologna per 3-1), il Parma ha solo 4 punti in classifica, è a meno sette in media inglese; 5 gol fatti, 11 subiti. Il momento è brutto, gli sportivi non nascondono la loro delusione. ? un periodo molto delicato, che i massimi dirigenti gialloblù affrontano con decisione, sollevando dall'incarico Zeman.

Arriva Giampietro Vitali, 47 anni, uomo di categoria, che ha già guidato Pisa, Lucchese, Empoli, Perugia, Varese, Sambenedettese e Campobasso. Un tecnico che, in una esperienza ormai relativamente lunga, ha già sperimentato anche la zona, ma che, nei momenti più difficili, guidando squadre in difficoltà di classifica, preferisce il vecchio e mai ripudiato gioco all'italiana, all'insegna cioè del "primo non prenderle".

Ma Ceresini e Sogliano non si fermano qui. Evidentemente preoccupati di non rovinare l'immagine di un Parma giovane e brillante; di non deludere le attese degli sportivi e anche di fare bella figura di fronte al nuovo sponsor, procedono ad una massiccia campagna di rafforzamento della squadra. Il neo-allenatore Vitali si trova così a poter disporre del centrocampista Patrizio Sala, 32 anni, 8 volte nazionale di A e 6 di B, lunga esperienza nella massima serie; del difensore Alberto Rivolta, 20 anni, dall'Inter, con varie presenze in prima squadra; del libero Minotti, 20 anni, dal Cesena (al quale viene passato Impallomeni, che non si trova bene a Parma); dell'attaccante Baiano, 20 anni, dall'Empoli, 26 partite in A, due gol, oltre che del giovane difensore Di Dio 19 anni, dal Siracusa. Per contro, se ne sono già andati Susic e Di Fabio, entrambi al Messina.

Vitali può schierare una formazione più calibrata, come tattica e come individualità, rispetto a Zeman. L'esordio è brillante: un secco 3-0 al Piacenza, al momento compagine di alta classifica. Si capisce comunque che le cose stanno cambiando e lo capisce il pubblico, che continua a seguire la squadra, dopo avere dimostrato il proprio gradimento in sede di campagna abbonamenti, sottoscritta con oltre un miliardo di lire.

E mentre la società vive il difficile momento del trapasso da Zeman a Vitali, arriva la notizia di un importante riconoscimento per il presidente Ceresini: la sua elezione a consigliere nazionale della FIGC, una carica prestigiosa, che testimonia della considerazione e della stima, in ambito nazionale, per l'uomo e per la società. ? stato lo stesso neo-presidente federale on. Matarrese a volere al suo fianco Ceresini, dopo averne conosciuto e apprezzato — in sede di Lega professionisti, di cui il massimo dirigente gialloblù era consigliere — le non comuni qualità manageriali e umane.

L'investitura ufficiale avviene a Roma, proprio il giorno in cui il Parma, appena affidato a Vitali, deve vedersela con il Piacenza. Un netto successo che il pubblico si gode dagli spalti e Ceresini, via telefono, a Roma nella sede FIGC.

Le incertezze dei singoli — già deleterie per Zeman — si ripetono anche con Giampietro Vitali, il quale perde a Udine la sua prima partita sulla panchina del Parma, per un errore del portiere. Un avvio davvero sfortunato per il bravo Ferrari, che si vede, a questo punto, retrocesso alla panchina, perchè la Società procede all'acquisto di un estremo difensore di notevole caratura, come il genoano Cervone.

Come si vede, un susseguirsi di novità e di sorprese, ma non è ancora finita. Infatti mentre la squadra sta assimilando molto bene la cura Vitali e risale posizioni in classifica, ecco un'autentica bomba: a metà Dicembre, poco prima della trasferta di Padova, si sparge la voce che Riccardo Sogliano sta per lasciare il Parma. L'indiscrezione trova conferma proprio a Padova, dove la squadra di Vitali conquista un meritato 1-1, per bocca dello stesso presidente gialloblù Ceresini. L'indomani, lunedì 14 Dicembre, l'ex direttore generale viene presentato ufficialmente dalla sua nuova società, il Genoa. La notizia lascia allibiti gli sportivi parmigiani, i quali, in mancanza di spiegazioni ufficiali da parte degli interessati, si lasciano andare alle più varie interpretazioni. Sia come sia bisogna riconoscere a Sogliano il merito di un lavoro intelligente e proficuo, prolungatosi per cinque anni e mezzo, e decisivo per una brillante riqualificazione della società a livello nazionale. Grazie a Sogliano, dunque, ma, per fortuna, rimane Ernesto Ceresini. Molto pertinente, in proposito, quello che lo stesso Sogliano ha affermato in più occasioni: "Io posso essere tranquillamente sostituito: solo Ceresini non ha alternative di uguale livello. Quindi, tenetevelo stretto". Un riconoscimento leale.

S'inizia quindi il post-Sogliano con gli inserimenti di Ottobre, il Parma cambia marcia e raggiunge ben presto la zona salvezza. Alla fine del girone di andata, ha raccolto 19 punti, il che equivale a dire che Giampietro Vitali, in dodici gare (le altre erano state di pertinenza di Zeman) ha totalizzato 15 punti, con quattro vittorie, 7 pareggi e una sconfitta (a Udine): 14 le reti segnate, 6 le subite.

Il modulo di gioco introdotto dal nuovo allenatore è sicuramente efficace, ma non offre molto spazio allo spettacolo: ogni partita è impostata a seconda della formazione e degli schemi avversari, per cui ne sortiscono partite molto interessanti tatticamente ma meno come vivacità di gioco.

Il pubblico avverte soprattutto lo stridore rispetto al precedente campionato e anche a certe impostazioni dello stesso Zeman, ma quei 15 punti in 12 partite, che hanno permesso di girare con appena un punto in meno rispetto a Sacchi, lasciano qualche speranza per una classifica interessante in direzione serie A... In fondo, si dice, Sacchi giocando bene, ha perduto una promozione a 43 punti (sia pure con spareggi), quota raggiungibile con la media tenuta da Vitali: per cui, anche se si è perduto qualcosa in qualità, l'importante è guardare al sodo, alla classifica. E rinascono speranze.

Purtroppo, la squadra non mantiene lo stesso ritmo, collezionando molti pareggi, perde quota e alla fine di assesterà su 38 punti, con una classifica dignitosa soprattutto se si pensa al pessimo avvio: ma il pubblico non è soddisfatto. Ritorna ai rimpianti, anche se, sul piano dei numeri, Vitali ha fatto meglio del suo predecessore. Sacchi, infatti, finito al Milan, aveva realizzato 40 punti su 38 partite, con una media di 1.05 punti a gara; il successore, dal momento della chiamata alla guida della squadra, cioè in 31 gare, 34 punti, vale a dire 1.09. Ma questo non basta a convincere una platea partita con molte illusioni, come dimostra la media presenze molto elevata al Tardini. Intanto, quasi tremila gli abbonati, con una quota-partita di incasso di quasi 63 milioni. In più, nei diciannove appuntamenti del campionato si sono registrate, complessivamente, altre 140 mila presenze per un totale di circa 192 mila spettatori, con una media domenicale di 10.140 circa. Un record, che non sarà battuto neanche due anni dopo quando il Parma di Nevio Scala raggiungerà la serie A, con una media spettatori di 10.035.

Sul piano tecnico, gli uomini di maggior rendimento si rivelano Apolloni, Minotti, Fiorin, Turrini, Gambaro, Zannoni, ma prezioso anche l'apporto di Cervone, portiere di sicura affidabilità, e, su motivazioni diverse, di Patrizio Sala, uomo d'ordine che, seppure senza il carisma del regista, lega bene i reparti con la sua presenza.

Sfortunato Rivolta, infortunatosi presto, e in sordina il rientro di Alessandro Melli, dopo il gravissimo infortunio della stagione precedente a Pisa.

Una notazione negativa nel contesto della stagione: il ritorno da parte della società alla sostituzione dell'allenatore. Con Sacchi si era sperato che il ballo annuale dei tecnici fosse finalmente finito: e invece Zeman non era durato che sette partite, chiaramente un lasso di tempo troppo breve per accertare fondatamente le capacità di un professionista molto esposto a rischi e pericoli.

Ad ogni modo, il Parma interrompe la triste altalena fra C e B: già in due precedenti occasioni era retrocesso subito al primo impatto dopo la promozione.

Adesso, invece, si va al terzo anno consecutivo in B. Qualcosa, evidentemente, sta mutando.

1988-1989 Confermato l'allenatore Giampietro Vitali, la societa' chiude una campagna acquisti che non soddisfa gli sportivi. Arriva a Parma Giambattista Pastorello

Primo atto della società è quello della conferma alla guida della squadra di Giampietro Vitali. Un allenatore di indubbia professionalità,che nella stagione precedente aveva tolto il Parma dalle difficoltà iniziali, rilevando Zeman dopo sette partite e arrivando nella metà alta della classifica, ma che non aveva del tutto soddisfatto il palato dei parmigiani.

Quindi, una conferma discussa (pare che anche a livello dirigenziale non tutti fossero concordi): Vitali, dunque, portatore di grande mestiere, ma con un modulo di gioco che non piace. Nella circostanza, poi, gli sportivi confermano la loro viscerale... capricciosità, per cui, ormai, la serie B non basta più. Ad aumentare scetticismo e riserve concorre anche una campagna di compravendite piuttosto modesta e quindi di scarso gradimento.

Se ne vanno Pasa insieme con Zannoni (Udinese); Carboni (Sampdoria); Cervone (fine prestito, al Genoana); Baiano (Napoli); Rivolta (fine prestito, Inter); Gambaro (Cesena) e Melli (Modena). Quest'ultimo non rientra evidentemente nei programmi sociali, anche se sulle sue doti naturali Ceresini continua a credere. Un anno di C1, si dice, gli farà bene. Ma, come vedremo non sarà così.

Il capitolo acquisti vede i ritorni di Susic (Udinese), Marco Rossi (dopo una splendida stagione in C1, nel Prato), Impallomeni (Roma) e Giandebiaggi (Pro Patria). I nuovi arrivi si chiamano Verga (centrocampista, in prestito dal Milan), Salvatori (centrocampista dalla Virescit), Paleari (portiere dal Messina), Di Bin (difensore fluidificante, dal Torino), Zanutta (difensore, dalla Sampdoria). Molti, per contro, i confermati, compreso Fiorin, per il quale il presidente Ceresini rifiuta una offerta del Genoa (che ha trovato in Sogliano il nuovo d.s.) di un miliardo e mezzo più Briaschi.

Il ritiro ha ancora come sede Tizzano, località molto accogliente e disponibile, ma purtroppo scarsa di attrezzature. Se ne lamenta subito l'allenatore, ma ormai la scelta è fatta. La comitiva gialloblù parte per Tizzano il 25 luglio e si trattiene fino a Ferragosto. La platea però non è entusiasta, anzi. Non vede molte prospettive per quella squadra, dopo una campagna piuttosto fiacca, per altro chiusa con oltre mezzo miliardo di passivo per la società. Gli abbonamenti, rispetto all'anno precedente (erano 2.930), calano di molto. Per di più, in un'amichevole precampionato contro il Milan al Tardini, si infortuna gravemente Impallomeni (colpito duro da Costacurta), che dovrà restare a riposo per molti mesi.

L'avvio di campionato — dopo una rocambolesca eliminazione dalla Coppa Italia per colpa di una compiacente Inter che nell'ultima partita si fa battere dal Brescia — è sostanzialmente buono: anzi, dopo sei domeniche il Parma è addirittura ai vertici (8 punti), atteso per di più da una gara casalinga sulla carta piuttosto agevole, contro il Licata. Ma proprio contro i siciliani la compagine di Vitali denuncia la propria allergia alle partite in offesa: infatti, attacca subito l'avversario con grande foga, scoprendosi, e ritrovandosi alla fine del primo tempo in svantaggio di due reti ( che diventeranno tre all'inizio della ripresa), vittima di un contropiede tanto insidioso quanto... agevolato nella circostanza.

Purtroppo, seguono altre due sconfitte nelle successive trasferte (Taranto e Empoli) e la situazione si fa piuttosto difficile, mentre gli sportivi si vedono rafforzati nelle loro perplessità dalle continue variazioni nell'organico: partono infatti Susic (al Messina), Di Bin insieme con Marco Rossi (al Prato), tornano Gambaro e Melli. Non si crea feeling fra società, squadra e pubblico.

Anche i due elementi giovani, che dovevano rappresentare le più belle realtà della stagione (Verga e Salvatori) figurano fra le vittime più mirate: il primo resiste e crescerà, mentre per il secondo la società preferisce passarlo alla... Fiorentina, che lo aveva richiesto offrendo in cambio (accettato) un altro centrocampista, il ben più modesto Gelsi.

Una situazione perennemente fluida, con l'ormai consueta campagna di rafforzamento di ottobre: arrivano la mezza punta Di Carlo dal Genoa, il centravanti Faccini dalla Sambenedettese e il difensore Flamigni dal Cesena. Il rientrato Melli, chiamato da Vitali a sostituire Marco Rossi, esordisce in modo brillante, mettendo a segno addirittura quattro reti in 180 minuti: due contro l'Ancona e due contro il Cosenza. Le cifre ufficiali ne riconoscono solo due perchè garbitri (Sanguineti di Chiavari e Frattin di Castelfranco Veneto) ne annullano una ciascuno: il rientro si presenta molto positivo. Purtroppo, però, il giovane attaccante spegne ben presto le sue... batterie e fino al termine non offrirà numeri di grande risonanza.

Quanto meno curiose, poi, le prime presenze di Gelsi e Di Carlo in maglia gialloblù. L'ex fiorentino, schierato per l'esordio nella gara interna contro l'Ancona, regala agli ospiti la palla del momentaneo vantaggio (2-1, che poi diventerà 2-2), mentre l'ex genoano, sempre contro la squadra dorica, cade in una provocazione avversaria e si becca addirittura tre domeniche di squalifica. Una punizione eccessiva, sproporzionata all'entità del fatto commesso, ma comminata su precise accuse dell'arbitro. Il cui errore viene però annotato dallo stesso designatone arbitrale (il dottor Cesare Gussoni) presente in gradinata, per cui — ferma la durata della punizione, inattaccabile da interventi esterni — Sanguineti pagherà con l'estromissione dai ruoli della Can a fine stagione.

Uno dei motivi dominanti del campionato resta comunque la scoperta di Minotti quale goleador. Nella precedente stagione, aveva realizzato una rete, quella del pareggio (2-2) con l'Udinese: in quella corrente, ...si scatena e alla fine ne conterà ben sette. Un autentico toccasana, in una squadra che fa fatica a trovare la via del gol, forse anche per la non felicissima annata di qualcuno ritenuto punto fermo (come Osio, forse utilizzato in posizione non ideale) e per i gravi infortuni che tolgono di mezzo elementi come Turrini, Verga e Pullo.

Alcuni fatti importanti vanno registrati mentre il campionato si avvia all'epilogo, con il Parma senza problemi. Il presidente Ceresini — dimostrando ancora una volta mano felice — chiama in società Giambattista Pastorello, dirigente preparato e moderno, che ha alle spalle esperienze importanti nel Padova e nel Modena. Sempre entusiasta e convinto delle sue scelte, il presidente del Parma presenta subito Pastorello come l'uomo "ad hoc" per il salto di qualità cui il sodalizio si prepara. In effetti, dall'alto dell'incarico nazionale che gli è stato affidato (consigliere della Figc), con le conoscenze acquisite in tanti anni di presidenza, con contatti a tutti i livelli, Ceresini già da tempo si muove con la sicurezza e la personalità dei manager di razza.

Ancora: non sappiamo se in concomitanza, prima o dopo Pastorello, comunque qualche mese prima della fine del campionato, ha già scelto l'allenatore prossimo: per la giusta riservatezza imposta dai regolamenti federali, lo confida solo agli amici, ma la scelta è fatta. Si tratta di Nevio Scala, l'uomo che in due anni ha portato la Reggina prima alla promozione dalla C alla B e poi allo spareggio per la A, perduto solo ai rigori con la Cremonese. Un allenatore nel mirino di molte società, anche della massima serie, che però dimostra subito il suo aplomb tenendo fede alla parola data. E verrà a Parma.

Queste mosse anticipate sono lì a dimostrare l'insoddisfazione del presidente (in sostanziale sintonia con gli sportivi) per un campionato tutto sommato anonimo (nonostante i 37 punti conquistati e una classifica dignitosissima) e il desiderio di migliorare la situazione, per far ritornare interesse e entusiasmo.

1989/90: La storica promozione in serie A

La storica promozione in serie A è datata 27 maggio 1990. Il Parma la conquista alla penultima giornata battendo in casa gli storici rivali della Reggiana con i gol di Osio e Melli. E’ il Parma di Nevio Scala ed in quella squadra si trovano elementi che faranno la storia del primo Parma in serie A e nelle coppe: da Melli a Minotti, da Apolloni a Marco Osio, il “sindaco”.

 

Tessera BOYS 1984-85

 

4 maggio 1986: onore a tutti i leoni della Nord

 

Parma Calcio 1989-90

 

Festeggiamenti in campo per la promozione