Anni '70: dalla stagione 1971-1972 alla stagione 1974-75 Stampa
Martedì 25 Giugno 2013 17:11
In vista della Festa del Centenario e visto il successo riscosso dagli estratti di wikipedia, vogliamo riproporre in maniera leggermente più dettagliata, gli ultimi anni della storia del Parma FC, quello che andrete a leggere è tratto dai siti "Storia del Parma Calcio" e da "Wikipedia-Storia del Parma Football Club".
Il 2013 è un anno importantissimo per tutti i tifosi del Parma Calcio, il 16 dicembre 2013 infatti, si festeggeranno i cent’anni della squadra della nostra città. Nel corso di questi mesi saranno tante le iniziative per festeggiare questo importante e fondamentale traguardo; il primo sarà la “Festa del Centenario” organizzata dal “Comitato del Centenario Parma Calcio” che si svolgerà a Ravadese il 6 luglio. In queste settimane ripercorreremo per tappe la storia della squadra della nostra città in modo da trasmettere, proprio come è stato insegnato a noi, l’amore da padre in figlio per i giallo-blu-crociati.
Il 6 luglio non mancare…c’è il centenario da festeggiare! Reggiano chi manca!

1971-1972: Arriva Gigi Del grosso ed e' subito secondo posto

Dopo il quinto posto della passata stagione il dr. Giorgio Orlandini riporta a Parma il navigato Gigi Del Grosso come direttore sportivo e per la società inizia subito un periodo molto interessante. Al mercato dei calciatori il nuovo d.s. crociato recita un ruolo da protagonista, nonostante i pochi soldi a disposizione.
Nutrito il movimento di calciatori in partenza ed in arrivo. Lasciano la maglia crociata Bruno Mora, Soncini, Chiossi, Baldan, Fava, Rubagotti, Borea e Riccardi. A bilanciare le partenze arrivano i centravanti Bonci e Ciacci; il portiere Di Carlo, i difensori Cappellotto e Colzato, il centrocampista Monari, tutti dal Bologna; il libero Riva (dal Milan) ed il "jolly" Colonnelli completano la rosa. L'allenatore è il riconfermato Stefano Angeleri, bergamasco serio e capace.
La squadra parmigiana viene inclusa a sorpresa nel girone B della serie C e la cosa disturba non poco dirigenti, tecnici e pubblico: è un raggruppamento più agguerrito, con squadre come l'Ascoli, la Spal, le neo-retrocesse Massese e Pisa oltre alla Sambenedettese le cui ambizioni sono ben note. Con una sola promozione c'è poco da stare allegri... Dopo quattro giornate il Parma figura tra i primi, tallona ad una sola lunghezza la coppia di testa formata da Ascoli e Massese. La "scoppola" di Ferrara (4-1 dalla Spal) riporta alla ragione i tifosi più veloci di fantasia. Nel mercato di Novembre arrivano il difensore Donzelli e l'attaccante Giulio Sega, il quale si rivelerà preziosissimo. Il 2 Gennaio 1972 il Parma aggancia in vetta l'Ascoli, giunto al Tardini con due lunghezze di vantaggio e superato per 2-1. Alla sedicesima giornata il vessillo crociato svetta sul pennone più alto della classifica. Sarà una gioia effimera, che durerà davvero solo l' "éspace d'un matin..". Infatti da questo momento l'undici crociato rallenta, subendo anche la prima sconfitta casalinga dallo Spezia (0-1), che sarà fatale all'allenatore Angeleri, sostituito da Antonio Soncini. Il nuovo allenatore colleziona quattro vittorie, due pareggi e due sconfitte, chiudendo il campionato a quota 50, dietro il bravissimo Ascoli, capace di toccare quota 58 punti. Per il Parma,comunque, un secondo posto di notevole prestigio. In particolare, per Del Grosso, si tratta di un debutto altamente positivo.
1972-1973: Una splendida cavalcata verso la serie B

I frutti della gestione Del Grosso si incominciano a vedere, al di là del brillante secondo posto raggiunto nella precedente stagione. Nella nuova sede del calciomercato, l'Hilton di Milano, il d.s. parmigiano si dimostra ancora una volta all'altezza della sua fama. Sul fronte delle cessioni lasciano Parma l'estremo difensore Di Carlo (ceduto al Catanzaro in cambio del portiere Bertoni, il libero Benedetto e diversi milioni), Bonci, Ciacci, Riva, Monari, Zanotti e Rancati. Quest'ultimo riscatta il suo cartellino dopo tre meravigliose stagioni in maglia crociata: 90 partite e 41 gol segnati; chiuderà la carriera dalle sue parti, a Omegna. Nutrita la schiera degli arrivi. Dal Torino arrivano Biagini e Quadri (sarà ceduto dopo sole quattro giornate), Gavino, Vaccario, Morra, Furlan ed Epifanio. Come secondo portiere la Sampdoria cede un... parmigiano, Grisendi, che si troverà implacabilmente chiuso da Bertoni e non avrà modo di mostrare le sue effettive qualità. Il nuovo allenatore è Giorgio Sereni che, dopo una lunga carriera come calciatore ha vissuto le sue prime esperienze in panchina a Venezia e, come vice di Galbiati, alla Reggiana. La squadra ritorna in ritiro a Bedonia, dove le prime uscite denunciano l'assoluta mancanza di una punta. Del Grosso cerca di sensibilizzare i dirigenti e dopo pochi giorni Alberto Rizzati, ala già della Reggiana, raggiunge il ritiro di Bedonia e si mette a disposizione dell'allenatore. La Coppa Italia incoraggia qualche speranza: i crociato vincono il girone e accedono agli ottavi di finale. In campionato invece l'avvio è incerto, sei pareggi consecutivi con due reti fatte e due subite: un ruolino insoddisfacente, mentre nell'organico della squadra si sono inseriti due nuovi elementi, il terzino Capra e il centravanti Basili. La posizione di Sereni pare in pericolo dopo il 7? turno, il Parma perde a Savona (1-0), seppur con un dubbio rigore. Otto giorni dopo arriva un nuovo pareggio a Cremona (0-0). La società corre ai ripari e Del Grosso acquista il mediano Daolio dalla Salernitana e il jolly di attacco Volpi dal Perugia: due autentici toccasana, il primo con la sua straordinaria visione del gioco e il sinistro raffinato (sarà soprannominato il "Toscanini" della squadra); il secondo con la grande esperienza e l'ancor giovanile ritmo. L'innesto dei due nuovi in squadra però porta un nuovo pareggio, 1-1 interno con la Solbiatese. Ma ormai si capisce che il "decollo" è vicino. Si realizza otto giorno dopo, al decimo tentativo, a Belluno, dove una punizione bomba di Colonnelli fissa il risultato sullo 0-1 per i crociati. Un successo forse più importante sotto il profilo psicologico che altro. Sereni ora ha problemi di abbondanza in attacco: dopo diversi esperimenti opterà per Volpi centravanti arretrato alle spalle di Sega e Rizzati. A fine campionato, Rizzati si ritroverà con 15 reti realizzate seguito da Sega con 13 e Volpi con 5. Dopo il successo di Belluno, il Parma procede come un rullo compressore e alla fine del girone di andata è secondo, 26 punti, uno in meno della capolista Alessandria. La lotta è incerta, appassionante: per una sola poltrona sono in lista quattro squadre (Parma, Alessandria, Udinese e Venezia). Ogni domenica sono emozioni a non finire. Quattro vittorie consecutive portano in testa i crociati, con ben quattro lunghezze di vantaggio sugli avversari. Le sconfitte di Piacenza (1-0) e Venezia (3-1) assottigliano sempre più il vantaggio, e dopo la sconfitta a Trieste (1-0) ecco il Venezia scavalcare il Parma, raggiunto anche dall'Udinese. Il finale è veramente da thrilling. Nella penultima giornata, la compagine di Sereni piega il Rovereto (1-0, Rizzati) e in testa si insedia un terzetto formato da Parma, Venezia e Udinese, con l'Alessandria ad una sola lunghezza. L'annunciata volata si conclude con il primo posto a pari merito di Parma e Udinese, è spareggio!  Domenica 24 Giugno, stadio "Menti" di Vicenza: migliaia di appassionati crociati partono con ogni mezzo, anche da Udine se ne muovono altrettanti, per cui il rinnovato stadio è al completo. L'arbitro è Francesco Panzino di Catanzaro, uno dei fischietti più accreditati. Il Parma dopo poco più di mezz'ora chiude il conto e si assicura la serie B. Al 14', infatti, va in vantaggio con Sega che fugge sulla sinistra, si libera con un tunnel di Pighin ed effettua un tiro-cross che inganna il portiere friulano Zanier. Gol fortunoso, senza dubbio, salutato comunque dal boato dei tifosi crociati e dal coro "Parma!", "Parma!". Alla mezz'ora il raddoppio: un destro forte e preciso di Volpi brucia ancora Zanier, questa volta del tutto incolpevole. Inutile il resto della gara, che si chiude sul 2-0. Un fatto particolare merita però di essere segnalato. Nel corso della ripresa, mentre l'Udinese tenta il disperato recupero, Sereni fa uscire Furlan per immettere Basili. Una punta per un centrocampista, mentre la squadra gioca in copertura, è scelta che può destare qualche perplessità. Dagli spalti piovono sono bordate di fischi, indirizzate verso l'allenatore. Quei fischi, con il Parma avviato alla promozione, sono apparsi anacronistici, oltre che irrispettosi per un tecnico come Sereni. Però i nostri sportivi sono fatti così: si confermeranno anche nel prosieguo di questa "storia".

1973-1974 Un campionato stupendo, con il quinto posto finale. poi, purtroppo, lo scandalo dell'ultima giornata
Il campionato 1973-74, ritorno in serie B dopo otto anni di vita grama, si chiude in modo amaro: non tanto per la classifica, che, anzi, è magnifica (quinto posto con Palermo e Taranto), ma per una sconcertante vicenda che ne inquina la "coda". Parliamo subito di questo caso; "depuriamo" una stagione dalle sue pagine più brutte, per lasciare poi il giusto spazio alle cose più gradevoli. Il torneo volge al termine, mancano solo 90' alla conclusione. Il Parma veleggia a ridosso delle "grandi". In testa i giochi sono ormai fatti, non altrettanto sta avvenendo in coda. Tre le retrocessioni: Catania e Bari sono già condannate; rischiano la stessa fine Perugia e Reggina (p. 32) e Reggiana (p. 33). L'ultimo turno riserva un agevole impegno casalingo ai calabresi (con il Brindisi, ormai salvo); una trasferta insidiosa ma non drammatica alla Reggiana (in casa dell'Arezzo, pure lui tranquillo) e un compito pressochè proibitivo al Perugia, che deve venire a Parma. Il regolamento prevede che a parità di punti sarà determinante la differenza reti, che, al momento, privilegia nettamente il Perugia. Il 13 giugno 1974, mentre la Reggina si impone al Brindisi (1-0) e la Reggiana pareggia ad Arezzo (2-2), il Perugia espugna clamorosamente il "Tardini" (0-2). In serie C vanno i calabresi insieme al Bari e al Catania. Una sconfitta amara per i crociati, decisa da due reti di Scarpa, con fulminei contropiedi sul filo del fuorigioco: insomma, un epilogo sgradevole, ma nessuno nutre dubbi sulla regolarità della gara. Da Reggio Calabria, invece, rimbalzano subito violente accuse di "connivenza" con il... nemico, da parte di alcuni calciatori crociati; si fanno addirittura i nomi; si citano circostanze e personaggi, ma tutti sembrano avere la coscienza tranquilla. In effetti ben pochi fra gli sportivi credono ad un "trucco", e ben presto l'attenzione si sposta sulla nuova formazione che Del Grosso sta approntando. Il 25 luglio però ecco la "bomba". La Commissione di inchiesta della FIGC informa che la partita Parma-Perugia è "sospetta". L'inquisitore federale interroga in una trattoria di Collecchio tre calciatori crociati, per il momento solo come testimoni. Ma tutti smentiscono. Si scopre anche che qualche giorno prima della gara al Circolo di lettura un "emissario" perugino ha effettivamente cercato qualche aggancio per arrivare ai calciatori locali e addomesticare la partita, offrendo una somma consistente. Il processo a carico del Perugia viene fissato per il 26 agosto a Milano. C'è molta attesa, soprattutto a Parma, mentre i giornali accennano a presunte intimidazioni nei confronti dei giudici. Il procedimento si trasforma in una sorta di farsa: i tre parmigiani coinvolti nel tentativo si presentano regolarmente, ma vengono dichiarati "non credibili"; cadono quindi tutte le fonti di accusa e il processo si riduce ad un monologo in favore del Perugia che viene assolto. Qualche anno dopo, un dirigente umbro, venuto a Parma per trattare l'acquisto di Redeghieri, confermerà che corruzione ci fu, fornendo anche i nomi. Tre giocatori di primo piano dislocati in vari reparti della squadra. Ma per la cosiddetta giustizia sportiva, tutto regolare. In tutto questo pasticcio, i dirigenti hanno ampie e ripetute occasioni per dimostrare la loro assoluta estraneità. E l'opinione pubblica ci crede. Intanto matura all'interno del sodalizio un'importante novità: il comm. Ermes Foglia lascia. Tocca al comm. Arnaldo Musini, imprenditore nel settore dei prosciutti, assumere la presidenza. E comincia subito bene. Del Grosso lavora con la consueta professionalità. Deve rinunciare allo stopper Colzato, in più se ne vanno Furlan, Cappellotto, Grisendi, Gioia, Gavino, Zanotti, Basili, Vigevani e Paganini. Massiccia la contropartita in arrivo: il d.s. sta veramente cambiando la "filosofia" del club: per guadagnare domani, bisogna spendere oggi. Vengono anzitutto riscattati Daolio e Colonnelli (15 milioni); Sega e Biagini (20 milioni). In più vari acquisti: il portiere Manfredi (Torino); il difensore Gasparroni (Catanzaro); lo stopper Andreuzza (Turris), oltre ai prestiti, dalla Sampdoria, dell'ala-centravanti Spadetto e del centrocampista Repetto. Il ritiro, come al solito, si svolge a Bedonia. Sereni guida magistralmente la squadra e riesce abilmente a superare senza rilevanti conseguenze gli infortuni di due pedine importanti come Biagini (fuori per 16 giornate) e Colonnelli (fuori per 19). I punti arrivano, soprattutto in casa (fuori, non si vincerà neanche una gara), in una classifica sempre più tranquilla. Nel frattempo, ecco altre due tegole: uno strappo muscolare per Bertoni (sei partite di assenza) e una frattura per Sega che toglie per 20 giornate al complesso uno dei goleadores. Il suo sostituto, Spadetto, dimostra imprevedibili impaccio e impreparazione, smentendo clamorosamente i suoi sostenitori. Fra partite intere e altre part-time scende in campo solo una quindicina di volte, senza realizzare neanche un gol e finendo in modo veramente inglorioso la sua permanenza a Parma. Per fortuna il trainer crociato si ritrova fra le mani un Repetto eccezionale per temperamento, generosità e tecnica: alla fine del torneo saranno proprio il sampdoriano ed il nuovo stopper Andreuzza le più belle rivelazioni, sulle stesse linee di rendimento dei sempre bravissimi Bertoni, Daolio, Benedetto, Rizzati e Volpi.  Notevole come si è visto, l'incidenza degli infortuni sul rendimento della squadra. E spesso discutibile anche il comportamento degli arbitri, fra i quali il catanzarese Panzino si segnala per una dimostrazione di incredibile "fiscalità" naturalmente a danno dei crociati. Il derby Reggiana-Parma ha già superato il 90' da svariati secondi, il direttore di gara (Panzino, appunto) sembra intenzionato a proseguire il recupero, quando Rizzati, arrivato solo davanti al portiere granata, spara a rete: l'estremo difensore reggiano attenua le velocità della palla che però prosegue verso la linea bianca e sta per superarla. Proprio in quell'attimo, ecco il fischio finale: non è gol, tempo scaduto. Rizzati, che già aveva esultato per la rete, si getta a terra disperato. E' una beffa sicuramente. Ma la Reggiana si salva dalla sconfitta e, con questo punto, dalla retrocessione. Nonostante tutto questo; nonostante un finale di campionato balordo (nelle ultime sei partite, tre pareggi e tre sconfitte, di cui due interne); nonostante la mancanza di vittorie esterne, il Parma chiude al quinto posto. "Volevamo solo salvarci, siamo arrivati ben oltre. Mi pare che si debba essere soddisfatti" commenta il presidente Musini. Poi, l'inghippo Perugia.

1974-1975 Campagna acquisti sbagliata. Un illecito in Parma-Verona: penalizzazione di 3 punti. E' serie C
La stagione 74/75 nasce in un'atmosfera piuttosto sconcertata. Nel ritiro di Bedonia, le notizie sulla partita Parma-Perugia (vedi stagione 1973-1974) del campionato precedente non contribuiscono certo a portare serenità e distensione. Da tutte queste premesse incredibilmente, sta per scaturire un'annata disastrosa sotto tutti gli aspetti. Uomini ai quali si guarda con grande stima e ammirazione, finiscono per rovinare tutto (e rovinarsi), coinvolgendo purtroppo anche l'incolpevole società. Partiamo da Bedonia, dove la squadra sale in ritiro il 29 luglio, proprio in coincidenza con i giorni dello scoppio della "bomba" Perugia. I cambiamenti della squadra crociata sono notevoli, vengono ceduti Rizzati (Atalanta), Biagini (Torino, poi Ternana), Manfredi (Torino), Repetto e Spadetto (tornati alla Sampdoria), Capra (Taranto) e Regali (Piacenza). Fa discutere la cessione di quest'ultimo, da quattro stagioni in maglia crociata e beniamino del pubblico del "Tardini": ma le incomprensioni con Del Grosso rendono difficile la coesistenza. Oltre a Regali, il Parma dà al Piacenza 100 milioni per riceverne in contropartita la mezz'ala Corbellini e il centravanti Barone. Un'operazione che non si rivelerà certo felice, per cui va considerata come uno dei pochissimi "infortuni" nei quali il bravo Gigi Del Grosso è incorso nella sua lunga permanenza a Parma. Se si tiene conto che non sono confermati nè Donzelli, nè Gasparroni, la squadra manca completamente di terzini di fascia e, più in generale, di difensori. Il d.s. parmigiano corre subito ai ripari acquistando Mantovani, Ferrari, Fabris, Andreoli, Giani e Calcagni. Per il resto, significativo il ritorno di Bonci dall'Atalanta, nell'ambito dell'operazione Rizzati. Si aggiungono inoltre una giovane punta, Beccaria della Vibonese ed un esperto centrocampista, Badari, prelevato dal Modena. La squadra non parte male, ma presto affiorano evidenti lacune: i due terzini titolari (Mantovani e Ferrari) non offrono la stessa copertura dei precedessori; Corbellini non fa certo dimenticare Regali; Barone stenta molto ad inserirsi; Volpi, tenuto spesso in panchina, apre con l'allenatore un contenzioso polemico piuttosto grave, che non lascia indifferenti soprattutto i "vecchi", legati fra loro da amicizia stretta. Con la riapertura delle liste, a novembre, Del Grosso mette a disposizione di Sereni anche Carelli, che però non si rivelerà particolarmente utile. Alla fine del girone di andata, il Parma con 17 punti naviga nelle posizioni basse della classifica, fuori di appena due lunghezza dalla zona retrocessione. Il pubblico è insoddisfatto, naturalmente. Si spera in un miglioramento, ma evidentemente è stato sbagliato il "taglio" e il vestito non si aggiusta più. Sereni scalpita, cerca di prendere le distanze da Del Grosso, di inventare qualcosa. Sente che il suo prestigio, consacrato anche dalla conquista del "Seminatore d'oro 1974", vacilla e mostra una fino ad ora sconosciuta labilità di carattere. Se ne ha prova quando scoppia un altro scandalo, questa volta più grave perchè coinvolge direttamente la società, legato alla partita Parma-Verona, perduta dai crociati per 1-0 ma tuttavia sospettata di essere stata preceduta da un tentativo di "combine" da parte di emissari parmensi. Tutto parte da una denuncia del Verona, qualche giorno prima della gara. Il Parma avrebbe messo in atto un'azione per prefissare un pareggio, particolarmente prezioso in un momento nel quale la squadra sta accusando un sensibile calo di rendimento. L'iniziativa, secondo l'accusa, sarebbe partita da un ex calciatore, Silvio Smersy, ormai fuori attività. Ma avrebbe trovato l'avallo di un tesserato. Tutti negano però. I dirigenti cercano di capirci qualcosa, ma inutilmente. Il fatto che la squadra abbia anche perduto, pare allontanare ogni sospetto. Ma la Commissione di inchiesta acquisisce elementi decisivi, che chiamano in causa l'allenatore crociato, caduto in uno squallido tranello proprio pochi minuti prima della partita incriminata. Avvicinato nel corridoio degli spogliatoi dall'allenatore veronese Mascalaito (imbeccato dall'inquisitore avv. Porceddu) affronta il tema pareggio e insiste perchè "un punto va bene per tutti". Frase ascoltata dallo stesso Porceddu, che si trova nei pressi. Sereni però non se ne accorge e continua ufficialmente a negare, mentre la squadra va sempre più giù. A questo punto i dirigenti mandano via Sereni, dandone l'annuncio con questo comunicato: "Di fronte ai risultati negativi delle ultime partite, al fine di superare il difficile momento che la squadra attraversa, il Consiglio decide di esonerare dal suo attuale incarico l'allenatore Giorgio Sereni e di affidare la squadra stessa al sig. Renato Gei". E' evidente che alla delusione per i risultati sul campo, si accompagna anche il disappunto per una situazione fermentata completamente al di fuori della dirigenza e della quale non si riesce a venire a capo. Pare strano a tutti che nè Del Grosso nè il segretario Schiavi non abbiano percepito nessun elemento "sospetto". Improvvisamente, e clamorosamente, il 26 maggio, Giorgio Sereni invia al presidente federale della Commissione di inchiesta avv. De Biase una "memoria" nella quale ritrattava la propria deposizione negativa del 30 aprile e ammette le proprie responsabilità. Dice di avere ceduto, al sabato sera, nel ritiro di Monticelli, alle reiterate insistenze di Silvio Smersy per concordare un pareggio (l'ex crociato sosteneva di avere già perfezionato gli accordi). Nel  contempo Sereni esclude ogni responsabilità dei dirigenti; ribadisce di avere agito a titolo personale, in un momento di particolare tensione, determinata dal cattivo andamento della squadra. Quali i motivi del repentino "pentimento" del trainer crociato? Non ci sono dubbi: se avesse insistito nei suoi dinieghi, dopo aver pronunciato la famosa frase "un punto va bene per tutti" in presenza di un inquisitore federale, avrebbe rischiato la radiazione. Il Parma si sente forte della sua sicura innocenza, ma il principio della responsabilità oggettiva rende le previsioni piuttosto fosche. Il processo si svolge a Milano. L'accusa chiede sei punti di penalizzazione per la squadra; due anni di squalifica per Sereni e la radiazione per Silvio Smersy. La sentenza commina tre punti di penalizzazione in classifica; due anni a Sereni e la radiazione per Smersy. Le reazioni in loco sono vibrate: il presidente Musini minaccia di dimettersi, anche l'arbitro Michelotti parla di "offesa alla città", ma, tutto sommato, non si può nemmeno parlare di sentenza spietata. Intanto, Gei sta conducendo abbastanza bene la squadra, nella quale ha riportato un pò di serenità. Pareggia a Catanzaro, dove fa debuttare il giovane Redeghieri (1-1, rete di Bonci su rigore) e vince in casa con il Taranto (gol del "riconsacrato" Volpi e di Bonci). La sentenza di Milano arriva proprio alla vigilia del derby contro la Reggiana: solo un risultato utile al "Mirabello" potrebbe alimentare qualche speranza. Niente. Il Parma è sconfitto per 1-0 al termine di una partita dominata: 16 calci d'angolo a favore ed un palo di Corbellini. Inutili le altre due partite (0-0 con Avellino e 1-1 a Brescia). Il Parma chiude all'ultimo posto con 30 punti e retrocede, insieme con Arezzo e Alessandria. Nel frattempo, i dirigenti, considerato che il Parma sarebbe retrocesso anche senza la penalizzazione, hanno già annunciato il ritiro del ricorso alla CAF contro il verdetto di Milano.

Parma-Pescara 1974-75

Parma-Spal 1974-75

Parma-Reggiana 1973-74