Canterò per te, Emiliano ale'! (8-12-2012) Stampa
Domenica 28 Luglio 2013 11:07

Sono passati ormai più di 8 anni da quel maledetto periodo a cavallo tra fine novembre ed inizio dicembre, quando i sentimenti umani dei ragazzi del gruppo furono messi a dura prova da una serie di eventi funestri come le morti del Tino, di Emiliano e dello Zivo; chi ha vissuto quei giorni non si dimenticherà mai il via e vai tra sale d'obitorio, chiese, fiorai, telefonate, le lacrime, gli abbracci, i lunghi silenzi in mezzo alle folle di persone, emozioni difficili da controllare, da tenere represse dentro per non scoppiare.

 

Chi le ha vissute non dimenticherà mai la paura nel rispondere al telefono, perchè una telefonata su due era una terribile notizia che arrivava, non dimenticherà mai i volti di amici e parenti distrutti dal dolore ed è in quei momenti difficili che prometti a te stesso di portare avanti quello che gli altri hanno seminato sino allora, in quei frangenti comprendi che fare striscioni è si importante per ricordare chi non c'è più, ma capisci che per chi rimane inizia il compito più difficile, quello di andare avanti facendo vivere in ognuno di noi, parte di chi ci ha lasciato. Chi ha conosciuto Emiliano sa che stiamo parlando di una Grande Persona, di un ragazzo che non aveva mai una parola fuori posto, che si faceva rispettare con i gesti e con le parole; noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere oltre all'Ultras che era in lui, anche l'uomo che c'era in lui e questo ha fatto aumentare ancora di più la stima ed il rispetto nei suoi confronti prima ed il dolore e lo strazio dopo la sua morte. L'abbiamo conosciuto sui gradoni di uno stadio dove era il primo ad avvicinarti per conoscerti, perchè credeva nell'amicizia e nel gemellaggio, lo abbiamo conosciuto sui pullman in trasferta o sugli sgabelli di un pub, dove seduto a fianco a noi si lasciava andare in mai banali chiacchierate magari anche in argomenti che esulavano dal mondo Ultras, che per lo più finivano sempre con affermazioni da parte nostre del tipo: " Figa, comunque non ha tutti i torti...", lo abbiamo ammirato il giorno del suo matrimonio, quando ha aperto le porte del suo banchetto nuziale anche agli amici gemellati tra cui noi, lo ricordiamo quando ci parlava di Silvia, sua moglie, dei progetti che aveva, dei sogni e delle speranze. A distanza di anni, chi vi scrive ha cercato nel suo piccolo d'imitare Emiliano nelle sue gesta e nelle sue parole, ma vi posso assicurare che siamo ben lontani da quello che era l'esempio originale, molto probabilmente perchè le sue erano doti naturali che aveva dentro tramandate dall'insegnamento di Sandra e Claudio, i suoi genitori, ed a loro che va il nostro pensiero ed ogni anno l'otto dicembre è il giorno in cui ci stringiamo attorno a loro e così via si organizzano le macchinate, si aspettano i soliti ritardatari, come ogni anno c'è sempre la pantomima di dove decidere di passare per andare a Empoli, se fare la Cisa o l'A1, poi come al solito salta fuori l'esperto di turno che ci ricorda che il motorshow a Bologna potrebbe rallentare la marcia di viaggio, allora via sulla Cisa. Quest'anno il viaggio ci ha visto testimoni di un incidente pauroso, davanti ai nostri occhi, una macchinata di cacciatori a causa del giacchio sbanda in curva, cappottandosi su se stessa più volte; diamo i primi soccorsi, segnaliamo la presenza alle altre vetture che sopraggiungono a forte velocità e appena arrivano i soccorsi ce ne andiamo x riprendere il nostro viaggio in netto ritardo, per fortuna non ci saranno feriti gravi ed il racconto dell'accaduto ci terrà compagnia tutto il viaggio. Arrivati a Empoli andiamo subito al cimitero, li ci sono Sandra, Claudio e Guicciardo insieme a tutti gli altri ragazzi rimasti a casa da Cesena, già perchè il pullman dei Desperados è partito da poco in direzione della terra romagnola, lasciando a Empoli chi non ha potuto andare in trasferta per vari motivi, con loro troviamo anche i ragazzi di Fasano di ritorno dal processo contro i poliziotti che massacrano Paolo Scaroni, ci sono i ragazzi degli Ingrifati, ci sono quelli di Montevarchi, sempre le stesse facce, con l'aggiunta di qualche nuovo. Rendiamo omaggio ad Emiliano dopo di che andiamo a trovare anche il Badio, scomparso qualche anno dopo, depositiamo i fiori anche da lui, ci si ferma li insieme agli altri, per poi salutarlo ed andarcene via tutti quanti insieme. I ragazzi di Empoli ci portano in un circolo non molto lontano da Empoli, in cui passeremo una bella giornata chiacchierando dei ricordi passati e delle problematiche presenti, innalziamo cori in onore di Emiliano, di Badio e di Cettino, ma anche per lo Skrondo, per Raffa e Pispolo, per Nicola e per il Bagna; se all'inizio era il dolore ad unirci, ora è il ricordo che ci avvicina, per questo continueremo imperterriti, tutti gli otto dicembre ad andare a Empoli a trovare Emiliano e tutti gli altri, perchè un Ultras non muore Mai, ma vivrà per sempre nella sua curva.

 

 Striscione in Curva Nord per ricordare il sesto anno di anniversario della morte di Emiliano.

Parma-Udinese del 5 dicembre 2010