Udinese - PARMA (18-11-2012): Resoconto del Gruppo Stampa
Resoconto partite - 2012 / 2013
Venerdì 23 Novembre 2012 09:29

Dopo Torino anche per Udine riusciamo a recuperare i biglietti in settimana, comprandoli nei posti più impensabili, visto che oramai li vendono dappertutto tranne che in biglietteria. Lo scorso anno eravamo entrati nei distinti e nessuno, dagli steward agli sbirri, ci aveva fatto domande, schedato, filmato o spostato, eravamo entrati biglietto alla mano, fatto il nostro tifo ed usciti nella più assoluta tranquillità e nell'indifferenza totale del pubblico dei distinti Friulano.

 

A nostro sfavore il precedente di Torino che fa sfumare l'effetto sorpresa indispensabile per queste situazioni. Partiamo in 15, tre macchinate, ci ricongiungiamo all'autogrill di Parma, mentre aspettiamo arriva un pullman di tifosi. Li guardiamo scendere ed entrare all'autogrill, mischiandoci in mezzo a loro. Hanno tutti la felpa e la sciarpa del Gruppo, sono gli Eagles Cantù, del Basket Cantù che giocano a Pesaro, un bel pullman pieno, tre quattro facce navigate e molti giovani, sembra un bel movimento. Fanno quello che fino a poco tempo fa noi abbiamo fatto da 34 anni a questa parte: vanno in trasferta, con il loro pullman, le loro sciarpe, le loro bandiere... e si fermano all'autogrill. Noi siamo nel parcheggio, in macchina, senza sciarpe, senza bandiere, anche noi andiamo in trasferta ma non sappiamo se entreremo. Li guardiamo divertiti, i più giovani chiedono scherzando: “.. ma con quelli del basket?...” ma anche con un bel po di invidia e nostalgia, parecchia. Abbiamo di fronte le nostre trasferte, i nostri pullman, abbiamo di fronte quello che per anni siamo stati e che oggi noi non possiamo più fare. Di fronte all'evidenza ti rendi meglio conto di quello che sei, o meglio di quello che siamo diventati. Le trasferte vietate hanno snaturato il nostro modo di essere e di agire, siamo costretti a girare in macchina, di nascosto, senza colori, anche divisi, qualsiasi controllo prima del fischio d'inizio significherebbe immediato ritorno a casa, non possiamo assolutamente fare notare in giro la nostra presenza prima di essere entrati allo stadio.... ammesso che ci si riesca. Ti rendi conto con rammarico di essere diventato un “casual” , non per moda come tanti con la roba firmata che più che ultras sembrano  paninari, ma per esigenza, come pochi, perchè costretti, obbligati, a girare senza scorta, per la nostra stessa sopravvivenza. Siamo diventati quello che va di moda adesso, di cui molti si vantano, ma che per noi è una sconfitta, perchè il nostro essere è un altro, ancorati alle tradizioni del modello Ultras Italiano, sciarpa al collo, trasferte in Gruppo, coreografie, vita da Boys 7 giorni su 7. Un Gruppo di giovani Canturini, con le loro felpe e le loro sciarpe al collo, ci osserva, uno di noi in mezzo a loro sente i loro discorsi, capiscono che siamo Ultras ma non capiscono di che città, si chiedono che cazzo abbiamo da guardarli, ma non capiscono... non possono capire.... siamo Ultras senza tessera, tra i pochi rimasti che ancora girano, che ancora ci provano, che ancora lottano contro questo sistema. L'unica cosa che notano è che quello che fino a poco tempo fa era in mezzo a loro, si dirige verso quei ragazzi, monta in macchina con loro, e partono tutti assieme. Arriviamo ad Udine, il primo che prova ad entrare al varco dei distinti viene immediatamente bloccato dagli steward, ci dicono che la questura di Parma ha avvisato quella di Udine della nostra presenza e che non ci faranno entrare, addirittura hanno una lista con i nomi dei probabili partecipanti alla trasferta... naturalmente erano giusti, ne mancavano solo due tre, con i soliti noti in cima alla lista. Torniamo indietro, evitiamo la digos locale nel parcheggio che ci cerca e, dopo un tentativo andato a vuoto nel settore ospiti.... riprendiamo le auto e torniamo in autostrada. La nostra presenza a Udine dura circa trenta minuti, al ritorno ci dividiamo, tra chi ha molta voglia di tornare a casa e tra chi non ne ha proprio voglia di finire la trasferta, fermandosi in tutti gli autogrill possibili. Vediamo davanti a noi un pullman, sono ancora Comaschi, questa volta del calcio, che giocavano a Treviso. Ci prende la solita curiosità, ci illudiamo di vedere un altro pullman di Ultras, ma sappiamo che i comaschi non hanno la tessera, e che in quel pullman non ci possono essere altro che normali tifosi tesserati. Questi girano per Milano, continuiamo la nostra strada verso casa, piano piano, senza fretta, senza nessuna fretta di finire la nostra trasferta.....vietata.

ESSERE BOYS.. VIVERE ULTRAS PER VIVERE!