Non c'è libertà di tifo senza trasferte, dei settori ospiti vogliamo le porte aperte Stampa
La nostra Voce - 2011 / 2012
Lunedì 03 Ottobre 2011 21:08

La fantastica tessera del tifoso inizia a dare i suoi frutti: maturi per il ministro Maroni, marci per noi. E' come sentirsi con le mani legate, quando sai di aver ragione ma di non riuscire a far prevalere il buonsenso. In una società in cui tutto va al rovescio, del resto, non ci si poteva aspettare certo qualcosa di diverso. Purtroppo, la tessera è l' ennesimo tassello del sistema clientelare italiano: giri di speculazione in cambio di promesse, senza contare gli introiti della pay tv. Evidentemente, quando ogni mercato è saturo, si cercano nuove vie per spremere quattrini e per garantire appalti. E per poterlo fare, hanno dovuto mettere a tacere quelle voci troppo spesso scomode, gli Ultras. Se, ad esempio, qualcuno decidesse di truccare una gara di appalti edilizi, potrebbe farlo tranquillamente in sordina; sarà poi compito dei giudici verificare l'accaduto. Nel caso in questione, appare evidente come sia impossibile propinare un prodotto che invia i propri dati alla questura, senza che l' interessato ne venga a conoscenza. Ragion per cui, la tessera è stata creata appositamente per escludere gli Ultras dal suo campo di applicazione, per poter concedere indisturbatamente accordi e remunerazioni alle varie insegne che si erano prestate a questo gioco.  La voce dell' Ultras in questo contesto risultava davvero troppo scomoda, poiché veicolo di comunicazione immediato verso le masse, senza filtri, senza intermediazioni di alcun tipo, e senza legami con partiti politici che avrebbero potuto tirare le fila dall'alto. Come fare dunque?  Creare un sistema subdolamente coercitivo per far in modo che questi soggetti “(troppo?) liberi di pensare ed agire” vengano via via allontanati dal loro habitat naturale. Questo processo comunque, è già in atto da diverso tempo striscioni, megafoni, tamburi, fumogeni sono stati i primi ad essere soppressi; la tessera poi è stata la ciliegina sulla torta, la mazzata finale, lo schiaffo morale. Ricordiamoci bene che tutto questo sistema è stato messo in piedi per una “partida äd balón”, per dirla in parmigiano. Noi ci sentiamo repressi e discriminati, privati della nostra libertà di espressione e anche di informazione, impossibilitati a seguire la nostra squadra per  interessi economici! E' assurdo, poiché noi, che con un briciolo di cervello decidiamo di non acconsentire a progetti che speculino sulla nostra fede calcistica, ci vediamo preclusa la possibilità di andare in trasferta come si è sempre fatto! La tessera non ha fatto altro che violare le libertà individuali piuttosto che allontanare i violenti dallo stadio (l' articolo 9 non è attualmente in vigore)! Per di più, non è nemmeno obbligatoria, ma è una lettera che “invita” ( le virgolette sono d' obbligo) i presidenti delle società a sottoscriverla. Inutile dire che se qualcuno si fosse mostrato contrario, sarebbe andato incontro a sanzioni (inagibilità dell' impianto). Se dunque questa tessera è veramente così come ce la dipingono, uno strumento fantastico e idilliaco per ridurre la violenza negli stadi, perché questa foga nell'obbligare tutti a sottoscriverla, e nel mettere a tacere chi esprime la propria opinione? Crediamo che la tessera  se fosse stata veramente una cosa utile, non avrebbe avuto bisogno di queste spinte dal basso. Al contempo, crediamo che non sia giusto pagare con i divieti di trasferta chi abbia deciso di pensarla diversamente dal ministro Maroni! Fin che potremo, si continuerà a far sentire la nostra voce, ovunque e comunque fieri delle nostre idee e del nostro stile di vita!

 

AVANTI BOYS 1977 ULTRAS LIBERI!