A Verona, soprattutto per noi, con lo spirito giusto! Stampa
La nostra Voce - 2010 / 2011
Mercoledì 02 Marzo 2011 10:11

Il fermo immagine della trasferta di Roma dovrebbe essere sull’incredibile gol di tacco di Amauri, gol che ha dato il via al recupero del Parma, ma il nostro sulla trasferta è qualche minuto prima, all’intervallo, nel Settore Ospiti.

 Finchè vedrai...

Con il Parma sotto di due reti senza aver mai tirato in porta, in pratica dopo aver assistito alla solita partita del Parma, dopo aver visto il Brescia in vantaggio di due reti sul Lecce e il Catania vincente nell’anticipo delle 12:30, lo sconforto fra di noi era forte, poca la voglia di sostenere, in molti hanno pensato addirittura a staccare gli stendardi e tornare a casa. Chissà, anche se per ridere qualcuno diceva che avremmo fatto come il Genoa la settimana prima, forse se la Roma avesse segnato il terzo gol l’avremmo fatto veramente.

Invece i più carichi di noi hanno incominciato a tirar su un coro che la dice tutta, che dice che fino a quando ci saranno al vento le nostre bandiere la nostra speranza è di rimanere in Serie A. Solo parole? Per noi no. Al coro è stata aggiunta una strofa iniziale che fa da intro al conosciuto ritornello, una strofa che ci ha dato ancora più carica. Anche i più demoralizzati (effetto Parma) sono stati così coinvolti da questo coro, e alla lunga, per noi e solo per noi, abbiamo iniziato a cantarlo a squarciagola, in un Olimpico silenzioso, attirando l’attenzione anche degli spettatori vicini.

Chi era all'Olimpico ci ha visto e ci ha sentito, difficile spiegare la soddisfazione nel vedere i tifosi di casa guardarci con occhi stralunati, la polizia non capire il perchè di tanto entusiasmo, i pompieri in basso che si domandano cosa mai avremmo bevuto per comportarci così; in quel momento scatta la molla, quando il tifoso si sente protagonista, quando la gente stacca gli occhi dal campo ed inizia a dire: “Ma guarda questi...”. In quel momento ci sentiamo unici, capaci di crearci un divertimento senza eguali e quando poi in campo, un Parma spento inzia a riaccendersi, chi ci ha creduto sino a quel momento si sente per forza protagonista del goal appena fatto, allora via, sotto a cantare di nuovo, sempre più forte, convinti che trasmettere questa energia possa aiutare la squadra, allora ancora più forte, ti giri, cerchi ci convincere qualcuno fermo che non canta ad alzare il volume, ma non ci riesci perchè sono tutti impegnati nel cantare anche loro. Dopo poco ancora goal, la scarica d'adrenalina ti fa impazzire, corri a destra e sinistra, ti abbracci con il primo che capita, cerchi quello con cui avevi scherzato 3 minuti prima, queste sono l'emozioni del gioco del calcio, queste vogliamo e queste sono il pane per i tifosi, il tutto senza pubblicità, soldi, doping, politica ecc ecc.

Da qua vogliamo ripartire, questo è lo spirito giusto che dovremmo tenere sempre per tenere duro nelle difficoltà. E’ facile cadere nello sconforto, è più difficile alzare la testa (perché noi che non molliamo, pochi o molti, usciamo sempre a testa alta) e tirar fuori l’orgoglio. Farlo in 60 a Roma è facile, farlo in trasferta dove si muove chi ci crede è il primo passo, il sogno è portare questo spirito in Nord, cercare di risvegliare il calore, il tifo, alla faccia di tutto e di tutti.

In realtà una Roma in crisi non ha chiuso la partita, è andata in panico dopo la prodezza di Amauri, ha lasciato spazi al Parma che l’ha raggiunta e poteva addirittura portare a casa i tre punti, ma a noi piace pensare che la scintilla di tutto ciò sia stato quel coro, quella reazione, quello spirito che spesso ci ha contraddistinto e che ora è vivo in troppa poca gente.

Brescia e Lecce hanno pareggiato, le vittorie di Catania e soprattutto Cesena ci fanno avvicinare alla Serie B, ma se alla fine sarà salvezza, il punto di Roma risulterà forse fondamentale.

Basta guardare la classifica (che ci si fa del male…), basta guardare il calendario (idem), viviamo alla giornata e senza guardare in faccia a nessuno, non partiamo mai moralmente sconfitti e cerchiamo di trasmettere questo spirito a chi scende in campo.

Il Tardini deve diventare la nostra fortezza, ma sta a tutti noi rendere possibile questa cosa, e fuori casa dobbiamo fare vedere ai giocatori che ci siamo, che siamo la, che noi ci crediamo.

Purtroppo dopo Roma sarebbe stata meglio una sfida interna, invece ci aspetta l’ostica trasferta di Verona. Ma seguendo il ragionamento di prima, andiamoci, andiamoci in tanti e andiamo a fare punti.

Poi, chi vivrà vedrà.

 

Boys Parma 1977

 

ANDIAMOCI TUTTI, PORTIAMOCI TUTTI!