STATE UCCIDENDO IL TIFO ! Stampa
Mercoledì 01 Dicembre 2010 08:30

C’è chi ci chiede il resoconto delle partite, di come l’abbiamo vissuta, chi il lunedì apre il sito per vedere le foto e leggere com’è andata: cosa sempre più difficile visto che sempre più spesso ci tocca stare a casa. Cosa raccontare dunque?
In effetti, ormai, scrivere il resoconto fa (ceva) parte della nostra routine settimanale, come appunto la partita. Un rito: un rito per la partita al Tardini, un rito per la trasferta. Ormai, e lo diciamo con un misto di dispiacere e rabbia, non è più così.

In casa dovevi preparare in settimana striscioni, bandiere, pensare a come colorare la curva (magari con qualche fumogeno), cercare di coinvolgere la curva con megafono e tamburo: cercare di divertirti, far divertire e sostenere il Parma! Ora quasi tutto questo non c’è più, vietato o “spento” causa divieti, ora ti ritrovi chiuso in un angolo da sempre più camionette, aspetti l’ennesimo disagio agli ingressi, entri e ti senti ospite nella tua curva, ti senti impotente. Perfino i gemellaggi non si possono più vivere.
Anche la trasferta, ovviamente quando non te la vietano, è cambiata radicalmente. Però c’è il viaggio, magari ore e ore su un pullman o un treno, ci sono i tuoi amici, gli stessi che c’erano 10 anni fa, c’è l’adrenalina di arrivare nella città che ti ospita, di cantare i tuoi cori non nel tuo stadio, ora anche l’adrenalina di dover andare fuori dal settore ospiti, spalla a spalla coi tifosi dell’altra squadra. Per ora. Ma tutto questo ormai lo si fa principalmente per noi, per il Gruppo, si cerca di non far morire il tifo nella nostra città, di non far morire 33 anni di storia Ultras a Parma. Ovvio, poi si tifa per il Parma, e speriamo che il menefreghismo che ci circonda non sia tale che i giocatori si disinteressino totalmente se c’è chi li sostiene o meno.
E’ sparito quello che veniva prima della trasferta, per alcuni quasi un’”ossessione” (detto in senso buono). Vedere come organizzare il viaggio, fare una stima dei partecipanti per decidere quanti pullman prenotare, fare propaganda con volantini, striscioni per invogliare più gente possibile, sperare di vincere la partita precedente in casa per sfruttare un po’ di entusiasmo ed essere più numerosi. Ora tutto questo non si fa più, non si fa perché non ha più senso farlo. Ora, invece che i bollettini meteo, si guardano i bollettini del Casms, con l’elenco delle trasferte vietate. Ora, invece di sperare di essere in tanti, si spera di poterci essere e basta. La triste realtà, il punto a cui siamo arrivati è questo.
Certo, c’è chi sostiene che in realtà le trasferte non sono mai vietate, perché la maggioranza, quelli che hanno sottoscritto la Tessera del Tifoso, possono andare comunque. Ma dai, non prendiamoci in giro, sappiamo benissimo chi andava, chi va, e chi andrà ancora in trasferta fino a quando si potrà. Basta prendere le foto, se no, e guardarle. A negare l’evidenza, ad arrampicarsi sugli specchi, si fanno delle figure grame.
Comunque, sempre di meno, ma chi ci crede continua a tener duro. Anche se la barca sta lentamente affondando a furia di colpi di repressione, qua si continua a remare dalla stessa parte ed ognuno da e deve continuare a dare il suo. Buttarsi in anticipo dalla barca che affonda, abbandonare i tuoi amici e compagni di anni di curva e magari permettersi di voler insegnare come remare, lasciatecelo dire, è troppo facile.
State uccidendo il tifo. Non solo Osservatorio, Casms, Maroni e compagnia bella; non solo le televisioni e le Società di calcio, ma anche chi continua ad accettare e/o fare finta di niente, soprattutto chi cerca di giustificare, anzi, di nascondere l’evidenza e remare contro. Prima che sia troppo tardi, fermatevi, rendetevene conto, non siate complici: state uccidendo il tifo.

Per noi, per chi ci ha lasciato,


BOYS PARMA 1977