35 ANNI DI AMORE RIBELLE Stampa
Giovedì 15 Marzo 2012 23:37

 “Noi siam sempre qui, a Noi ci piace così…” è il ritornello di una canzone che portiamo in giro da tanti anni, che potrebbe essere perfetta per sintetizzare l’obiettivo che nel 2012 andremo a centrare. Quest’anno festeggeremo un traguardo importante, trentacinque anni di vita, trentacinque anni di storia passati sui gradoni del Tardini come nei settori ospiti di tutta Europa, trentacinque anni passati sui treni, sui pullman, nella nostra sede, trentacinque anni di passione sempre al seguito della squadra della Nostra città, trentacinque anni a testa alta. Nel 1977, quando un manipolo di fedelissimi del Parma Calcio decise di dare vita al primo gruppo ultras di Parma, non si immaginava di certo di poter dare vita ad un pezzo di storia così importante e duraturo della nostra amata città. Si partì con l’allegria,la goliardia, lo spirito di gruppo, la voglia di creare qualcosa che unisse i ragazzi che seguivano la squadra, in modo da avere una organizzazione, un simbolo con cui identificarsi ed un nome da portare con orgoglio in tutta Italia. Nel tempo, e in mezzo a tante difficoltà, il testimone è passato di mano in mano tra varie generazioni, il Gruppo si è allargato, consolidato, fortificato fino a diventare un punto di riferimento importante per molti ragazzi della nostra città, un fulcro giovanile aggregativo capace di riunire migliaia di giovani, dalle idee diverse ma dalla passione comune per il Parma. La vera forza dei Boys è sempre stata questa, il saper accantonare le differenze di vedute in nome del Gruppo, presentandosi uniti e forti all’esterno. La storia dei Boys non è stata sempre ‘rosa e fiori’, ci sono stati momenti di difficoltà, di attrito, di sconforto, a cui i ragazzi hanno sempre reagito con determinazione, e questo ha permesso di rimanere in vita per così tanto tempo. Qualche anno fa ci è stato conferito il Premio Sant’Ilario, una pubblica benemerenza da parte del Comune di Parma, a nome di tutta la comunità cittadina, per questo importante ruolo di aggregazione giovanile e per i valori che sappiamo trasmettere ai giovani. I nostri ragazzi imparano subito il rispetto, lo spirito di sacrificio, l’importanza del lavoro di Gruppo, l’importanza delle tradizioni, valori a cui noi teniamo molto ma che la società moderna non è più in grado di insegnare ai giovani d’oggi. E in questi trentacinque anni i Boys sono cresciuti come cresce un bambino, che passa dall’adolescenza, e attraverso i propri errori e le proprie esperienze, diventa uomo. Quando l’avventura partì, ci si trovava in vari bar della città, non c’era un punto di ritrovo fisso, per organizzare il tifo e le trasferte ci si arrangiava alla meglio, con tanto entusiasmo e poco altro. Negli anni l’importanza del Gruppo è salita come il seguito in città, la base si è allargata, anche grazie ai trionfi internazionali della squadra, ed il seguito è diventato addirittura extra-cittadino. Il Parma vinceva in Italia e in Europa, e in trasferta conoscevamo tifosi provenienti dalle più svariate città italiane, Milano, Roma, Torino, molti del Sud, un fenomeno mai conosciuto a Parma. Dal 1998 abbiamo una nostra sede, una casa diventata il punto di riferimento, un luogo vivo dove ci si trova durante la settimana, si condivide la vita comune e si organizzano tutte le nostra attività. Un luogo fondamentale, specialmente di questi tempi, dove un’assurda repressione ci vuole imbavagliare e tenere lontani dagli stadi, e di conseguenza la nostra attività principale si è spostata lì. Proprio i tempi che corrono sono la nota dolente: purtroppo viviamo in uno Stato fasullo, vigliacco, sleale, che vuole sempre fregare i cittadini più indifesi a scapito dei pochi manigoldi che devono arricchirsi. Ed è stato così anche nel calcio. Corruzione, partite comprate, bilanci truccati, doping, scommesse e favori arbitrali sono stati il leit motiv di questi ultimi anni, ma a farne le spese sono stati solamente gli ultras e i veri tifosi che vanno allo stadio. Che, per inciso, nulla hanno a che vedere con tutte le brutte cose elencate poc’anzi. Però, per fare gli interessi di pochi, bisogna trovare un capro espiatorio, e così la categoria degli ultras è stata utilizzata dai potenti, con la complicità delle questure e dei media, come valvola di sfogo per distogliere l’attenzione dalla loro malefatte. Loro rubavano, rubano ancora, e Noi veniamo perseguitati. A causa di questo molti gruppi storici stanno mollando o hanno mollato, gruppi più numerosi di Noi, di città con bacini di utenza molto superiori a Parma non ce l’hanno fatta a resistere a questa ondata repressiva ed hanno chiuso i battenti. Noi siamo sempre qui, da trentacinque anni, nonostante assurde diffide, tessera del tifoso, biglietti nominale e giornalisti prezzolati dalle questure.

E finchè ci sarà questa voglia e tutti questi giovani a mantenerla viva, i Boys saranno sempre in prima fila a rappresentare Parma ed il Parma. Ancora per cent’anni almeno!!!

BOYS PARMA 1977