Dopo Verona Salernitana, polemica sulla polizia. (Fonte:www.larena.it) Stampa
Repressione e Calcio Moderno - Ultras Liberi
Giovedì 16 Giugno 2011 18:53

 

L'intervento delle forze dell'ordine per placare i tifosi teppisti ha provocato malumori. Tosi: «Lacrimogeni gettati dappertutto, un eccesso di zelo. Ne parlerò con il questore». Nelle testimonianze di sportivi e famiglie, bimbi sotto choc e la paura di essere colpiti.

 

Verona. I cittadini perbene che domenica hanno subito i tafferugli e le cariche della polizia allo stadio dopo Verona-Salernitana, partita di andata della  finale per la promozione in B, le hanno vissute davvero male. È difficile capire come si possa finire in una nube urticante se te ne stai buono buono a mangiarti un panino al chiosco. Ma quando ci sono le cariche non c'è possibilità di distinguere tra «buoni e cattivi».
A farsi portavoce delle proteste dei tifosi «tranquilli» è il sindaco Flavio Tosi, che dopo aver assistito alla partita, ha raccolto decine di lamentele. E fa sapere che chiederà un incontro con il questore Rosato. «È indubbio», afferma Tosi, «che da parte della polizia ci sia stato un eccesso di zelo, con lancio di lacrimogeni dappertutto seminando il panico tra gli spettatori che uscivano dallo stadio o sotto la curva sud, dove non c'erano scontri. A farne le spese», sottolinea, «sono state persone di ogni estrazione, famiglie, bambini, anziani... Capisco la tensione e non voglio criticare le forze dell'ordine sottoposte a grande stress prima, durante e dopo la partita. Evidentemente c'è stato un errore tecnico nell'utilizzo dei lacrimogeni, ne parlerò con il questore per evitare che si ripeta. Inoltre gli porterò le preoccupazioni della tifoseria e della società per la trasferta di domenica a Salerno. Spiace», conclude, «che gli appelli mio e del collega di Salerno De Luca non abbiano sortito effetto, poteva essere una bella pagina di sport e invece un gruppo di teppisti e delinquenti ha rovinato tutto. L'auspicio è che la situazione non degeneri pure domenica a Salerno, per questo chiederò la massima attenzione da parte delle forze dell'ordine».
Abbiamo raccolto alcune testimonianze tra i tifosi. «Sono un papà recatosi allo stadio con i suoi bambini. Abbiamo vinto e siamo usciti dallo stadio con la felicità di chi ha messo un piede in serie B. Mio figlio più grande aveva fame e voleva un panino con la salsiccia. Stavamo cercando un chiosco, quando abbiamo visto in lontananza persone che cominciavano a scappare», racconta Matteo, «ho avvicinato i bambini a me e guardato cosa stava accadendo: vedo arrivare una serie di lacrimogeni verso i gazebo sotto la curva sud. Ai bambini dico di non preoccuparsi, dopo pochi secondi hanno difficoltà a respirare e cominciano a piangere. Scappiamo nella via laterale e arriviamo di fianco alla farmacia. I bambini piangono disperati, hanno paura. Dico loro che non c'è nessun problema e che tra un po' saremo a casa al sicuro. Ma è una bugia perché l'auto è sotto la Sud dove c'è la carica della polizia. Scorgo un vigile, gli chiedo aiuto per portare in salvo i bambini e mi sento rispondere che mi devo arrangiare. La rabbia mi sale: è mio figlio di 9 anni a dirmi di calmarmi e di portarlo a casa», continua il padre, «poi riesco a raggiungere l'auto. Sotto choc, piangendo i mie figli mi hanno detto che non vogliono più venire allo stadio».
«Ho avuto tanta paura perchè non respiravo e non ci vedevo più, non trovavo mio fratello, non trovavo il mio fidanzato... Non sono una tifosa che va allo stadio ogni domenica, ma quando posso ci porto mio nipote di 12 anni. Domenica è stata una bruttissima esperienza, non so se ci tornerò». A parlare è Paola, 25 anni, studentessa in scienze della comunicazione e impiegata. Domenica pomeriggio, dopo la partita s'era fermata a mangiare un panino dietro la curva Sud, quando la polizia ha cominciato le cariche.
«Ho il massimo rispetto del lavoro della polizia e mi rendo conto che quando c'è da far rispettare le regole, in casi simili, sia complicato distinguere i tifosi facinorosi da quelli normali, ma quando siamo stati raggiunti dalla nube dei lacrimogeni la scena sembrava di guerra. Sono scappata in una traversa dietro la farmacia comunale, sperando di trovare aria pulita e lì sono stata raggiunta da un altro lacrimogeno fermatosi tra un muretto e un'auto parcheggiata. E meno male che non m'ha colpito», continua la ragazza, «mi sono messa a piangere perchè non respiravo ed ero spaventatissima, malgrado abbia 25 anni. Ho telefonato a mio fratello che mi raggiungesse. Ho provato a tornare indietro, ma dall'altra parte arrivava altra gente che scappava e sarebbe andata peggio. È stata davvero una pessima esperienza. L'appello che faccio alla polizia è di stare più attenta quando inizia con i lacrimogeni, perchè possono colpire persone che non sono andate allo stadio per provocare, ma solo per vedere la partita».A.V. e E.S.

 

Fonte www.larena.it