Modello Italia: Abete rieletto, allora va tutto bene.. Stampa
Repressione e Calcio Moderno - Ultras Liberi
Mercoledì 16 Gennaio 2013 10:00

Non si cambia, certo che no. Il calcio non ama mai farlo, è uno sport conservatore, dev'essere per questo che conserva fiero i suoi guasti e i suoi capi. Va avanti con giudizio: rielegge Giancarlo Abete per il prossimo quadriennio, senza neppure provare a trovare alternative. E' lui l'uomo giusto per guidare il movimento, lo dice la democrazia delle elezioni federali, nella perfetta e sana autonomia garantita allo sport di scegliersi la sua classe dirigente. Va tutto bene, no? Dunque, che bisogno c'è di cambiare?

 
Abete è una brava persona, onesto e lavoratore, ci mancherebbe altro. E' in federcalcio da 25 anni, non ha mai rubato nulla, mai uno scandalo che lo riguardasse in prima persona, mai un passo falso nei toni e nelle maniere, ottime amicizie, eccellente famiglia, solide conoscenze e innata capacità di stare al mondo, nel bene e nel male, appresa da giovane deputato della vecchia Dc. Guida il calcio come presidente da poco meno di sei anni, dunque ne è il responsabile oggettivo, come lo era Franco Carraro a tempi di Calciopoli, quando Abete era il vice: Carraro si dimise, oggettivamente travolto dalla scandalo, Abete invece rimase al suo posto, oggettivamente distratto. Non aveva visto né sentito nulla, di tutta quella rumorosa gente che secondo i processi sportivi e penali manometteva i cardini del suo sport, ma può capitare, non era lui quello oggettivamente responsabile della baracca. Lui lo è diventato dopo, e ha fatto questo: ha scelto Lippi per il mondiale 2010, licenziando Donadoni, e si sa com'è finita in Sudafrica; ha candidato l'Italia per organizzare due edizioni degli Europei, finendo dietro Ucraina e Polonia la prima volta e dietro Francia e Turchia la seconda; ha gestito il dopo Calciopoli prendendo e perdendo tempo due, tre anni, fino a decidere che non si poteva decidere nulla e dunque nulla fare, e pazienza se le scorie avvelenano ancora tutti e la Juventus ha fatto causa alla Figc per 444 milioni; ha preso Prandelli per il dopo Lippi, stavolta azzeccando in pieno la scelta, anche se poi Prandelli se l'è un po' dovuta cavare da solo nei rapporti con i club fornitori dei giocatori azzurri, avendo la Figc rapporti ridicoli con la lega di serie A; ha assistito a sua insaputa all'esplosione dello spaventoso scandalo delle scommesse, scrollando le spalle prima ("pochi episodi isolati"), promettendo tolleranza zero poi, scivolando infine nel limbo del caos organizzato, quello che permette alla sua procura federale di gestire indagini e processi senza alcuna omogeneità né di giudizio né di tempi; ha assistito da spettatore alla fine degli spettatori negli stadi, ormai ridotti a sinistre rovine del bel passato che fu il calcio dal vivo in Italia; infine, ha soprattutto auspicato, perché Abete è uno che auspica molto: una legge sugli stadi, un clima migliore tra lega di A e Figc, una maggior collaborazione tra club e nazionale, un efficace contrasto dei fenomeni criminali che inquinano il calcio, una ferma risposta al fenomeno del razzismo, un maggior rispetto per la classe arbitrale. 

Agli auspici, purtroppo, non sono seguiti fatti o provvedimenti che modificassero il quadro, ma dev'essere colpa di qualcun altro, se il calcio ha deciso una conferma tanto trionfale, neppure provando a chiedersi: non sarà il caso di provare a fare di meglio? Evidentemente no, al calcio va bene così. Io auspichiamo che me la cavo.

[FONTE: Tempo Scaduto]