Lo sfogo della mamma ultrà «Mio figlio arrestato ingiustamente» Stampa
Martedì 16 Dicembre 2014 18:40

Riportiamo questo articolo dal sito "Bergamo Corriere". La mamma del tifoso più giovane: «Quanto successo mi sta devastando»

 

 

Usa il verbo devastare, forse non a caso. Condanna i disordini. Condanna, però, alla stessa maniera, anche le forze dell’ordine, che avrebbero arrestato ingiustamente suo figlio. Patrizia Franchinoni è la mamma di Federico Redaelli, 18 anni, di Sorisole, il più giovane dei sei ultrà finiti in carcere per gli scontri seguiti ad Atalanta-Roma del 22 novembre scorso con l’accusa, tra le altre, di devastazione (dal 26 novembre è ai domiciliari).

Sulla pagine di Facebook «Sostieni la Curva»racconta, nel giorno del suo compleanno, cosa ha significato per questa vicenda. Lo fa postando il fotogramma che proverebbe l’innocenza del ragazzo. Federico è lì, cerchiato in rosso, le mani in tasca fuori dal Baretto di viale Giulio Cesare, alle 20.48 di quella sera, l’ora in cui in via Baioni si scatenava il finimondo.

«Desidero rendere partecipi i miei amici di Facebook – premette – di quanto mi è successo e che mi sta devastando». Federico «si godeva tranquillamente il post partita chiacchierando con i suoi amici», ricostruisce la donna, quando la polizia lo ha prima identificato insieme agli altri tifosi («all’arrivo della Digos – precisa Franchinoni – i ragazzi hanno immediatamente mostrato i documenti») e poi portato in Questura. Seguono quattro giorni in cella per 8 capi di imputazione: devastazione, danneggiamento, cinque episodi di lesioni a uomini delle forze dell’ordine e resistenza a pubblico ufficiale. Il Riesame la scorsa settimana ha sostanzialmente riconosciuto solo la resistenza, confermando però i domiciliari per Federico e ordinandoli per gli altri cinque che erano ancora in via Gleno.

«Le immagini delle telecamere, acquisite solo dopo la convalida dell’arresto, confermano l’assoluta estraneità di mio figlio ai fatti», prosegue la donna, che usa parole durissime. «Io condanno le azioni di violenza perpetrate da chissà chi ai danni delle forze dell’ordine – sottolinea – ma in egual misura condanno queste ultime che abusano del proprio potere a scapito di chi nulla c’entra. Quello che è successo a noi potrebbe capitare a chiunque, reo solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato». Poi, rimarca come la stampa abbia subito reso noti i nomi degli arrestati, ma che dei poliziotti non si conosce l’identità.

Ecco il testo integrale del messaggio:
Nel giorno del mio ………esimo compleanno desidero rendere partecipi i miei amici di Facebook di quanto mi è successo e che mi sta DEVASTANDO. A seguito dei gravi episodi di violenza seguiti alla partita Atalanta-Roma del 22 novembre scorso, mio figlio Federico, che si godeva tranquillamente il post partita chiacchierando con i suoi amici al baretto di viale Giulio Cesare, è stato portato in Questura, insieme al altri 7 ragazzi (di cui due minorenni), con otto gravissimi capi di imputazione, tutti inesistenti. È stato incarcerato per 4 giorni ed è tuttora agli arresti domiciliari. Attraverso il ricorso al Tribunale del riesame 7 degli 8 capi d’accusa sono caduti, mentre rimane l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, che dovrebbe giustificare gli arresti domiciliari (all’arrivo della Digos i ragazzi hanno immediatamente mostrato i documenti)… Le immagini delle telecamere, acquisite solo dopo la convalida dell’arresto, confermano l’assoluta estraneità di mio figlio ai fatti, come si vede nell’immagine che pubblico, ma confermano anche la falsità delle accuse di agenti e poliziotti. Io condanno le azioni di violenza perpetrate da chissà chi ai danni delle Forze dell’Ordine, ma in egual misura condanno queste ultime che, incapaci di fare il proprio dovere, abusano del proprio potere a scapito di chi nulla c’entra. Quello che è successo a noi potrebbe capitare a chiunque, reo solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato… L’eco di Bergamo ha vergognosamente pubblicato sin da subito i nomi degli arrestati, accusandoli senza possibilità di dubbio, noi mamme abbiamo pubblicamente chiesto a gran voce e mettendo le nostre facce ed i nostri nomi le immagini delle telecamere, mentre degli agenti, falsi accusatori, non è mai stato fatto alcun nome… Chi sono queste persone che si sono permesse di devastare la vita di persone che sapevano innocenti? Come può succedere questo? Ora la “giustizia” seguirà il suo corso, ma questa orrenda esperienza ci sta distruggendo, stiamo subendo un’ingiustificata violenza… Grazie a Dio in questo periodo abbiamo vicino tante persone, anche inaspettatamente. Ringrazio in primis gli avvocati che ci stanno seguendo (Avv Federico Riva, Avv Antonio Radaelli, Avv Giovanni Adami e Avv Andrea Pezzotta), i ragazzi della Curva che ci sono stati e ci sono tanto vicino e che si sono attivati per la raccolta fondi per le spese legali di questo assurdo processo, Don Fausto, Don Gianluca, il Sindaco di Sorisole per il messaggio di solidarietà, tanti vicini, gli amici di Federico, i miei genitori, tanti parenti e amici… Alcuni li devo proprio menzionare: Tommy, Adriana, Luca, Sara, Roberto, Rita, Ludovica, Mara, Ferruccio… Ringrazio anche gli insegnanti e il dirigente scolastico dell’Isis Natta che Federico frequenta, tutti umanamente eccezionali… E poi, purtroppo, ho scoperto la falsità di qualcuno, parenti serpenti che si sono permessi di giudicare senza sapere. A loro auguro di provare quello che stiamo provando noi. Ma voglio chiudere con qualcosa di positivo, e abbraccio con tanto affetto gli altri ragazzi coinvolti in questa assurda vicenda e le loro famiglie; tutti tra noi diversi, uniti da un destino tanto crudele quanto immotivato. E benché non tifosa e assolutamente digiuna di calcio confesso di ammirare profondamente lo spirito “sano” dei tifosi, uniti da questa grande passione, “a guardia di una Fede”. E allora “FORZA ATALANTA!”, “FORZA FEDERICO, LUCA, FABRIZIO, DIEGO, MATTEO e MICHAEL!” e che “GIUSTIZIA VENGA FATTA: ARRESTATE I COLPEVOLI E LIBERATE GLI INNOCENTI!”.

[FONTE: Bergamo.Corriere]