Il presidente e i corrotti Stampa
Venerdì 20 Giugno 2014 07:34

Accidenti, si sono comprati i voti. Chi l'avrebbe mai detto? Assegnano i mondiali del 2022 in un posto dove d'estate ci sono 50 gradi, si vive dentro bolle di aria condizionata, il calcio non esiste, le donne allo stadio sono in pratica delle clandestine, e la scelta non era dovuta soltanto alla grande passione sportiva del Qatar? Incredibile.

 

 

Ma guarda un po' come va il mondo: i membri della Fia - uno, cinque, dieci: vedremo quanti quando verranno resi noti i bonifici bancari - hanno preso i soldi. Oltre, naturalmente, alle tradizionali forme di persuasione che precedono le votazioni (un menu che va dai contributi per costruire campi di calcio nel Sahara alle borse di studio per i figli degli indios dell'Amazzonia). Ci avreste mai pensato? Nella Fifa ci sono i corrotti. Ma va?

Per chi vive sulla terra, la notizia dei mondiali comprati desta assai poca sorpresa. Semmai, per ora, stupisce l'importo della corruzione: qualche miserabile milione di euro, bruscolini a fronte dei miliardi stanziati dal Qatar per costruire strade e aeroporti in occasione dell'evento. La Fifa è un posto popolato da figure degnissime, ma anche da gente priva di scrupoli, ed è così da sempre, nessuno stupore. Ma l'aspetto davvero fenomenale della vicenda è che il capo della Fifa, lo svizzero Sepp Blatter, si sia appena ricandidato alla presidenza. Questo sì, davvero, dice tutto, fa capire di cosa stiamo parlando. Blatter ha 78 anni, è in carica da 14, le ha viste e fatte di tutti i colori, e non serve ripercorrere qui errori e gaffe da collezionista. Basta e avanza quest'ultimo episodio: per un elementare e banale principio di responsabilità, chi è a capo di un'organizzazione corrotta o è corrotto (ipotesi non provata e dunque non sostenibile) o non si è accorto della corruzione (ipotesi invece assai probabile, seppure benevola). Nel primo caso, finisce in galera. Nel secondo, si dimette. Altre possibilità, in un mondo normale, non ce ne sarebbero. Ma la Fifa non è un mondo normale, e infatti Blatter si ricandida. 

"Ho ancora del lavoro da completare", ha detto sorridendo qualche settimana fa, annunciando il fiero proposito di restare ancora, e ancora, e ancora, restare sempre. Non ha chiarito quale sia, l'opera incompiuta, e adesso siamo tutti autorizzati a pensare al peggio. Di sicuro un lavoro l'ha già finito: ridicolizzare la credibilità dell'organismo che guida, bruciare i sogni di tanta gente perbene, rendere i mondiali di calcio un mercato nel quale cinismo e ferocia vincono di gran lunga su tradizioni, cultura, sport. D'altra parte, avversari credibili al momento non ce ne sono: Platini esita, il suo ex vice Champagne ha più un bel nome che voti sicuri, tutti temono sconfitte e ritorsioni. Nel mondo della Fifa va così. La corruzione? Andiamo, siamo seri: il vero errore è stato farsi beccare.

[FONTE: Tempo Scaduto]