Archi e frecce. La storia di una lotta impari Stampa
Giovedì 29 Maggio 2014 11:59

Manca sempre meno all’inizio della Coppa del Mondo. Si intensificano le azioni di pacificazione da parte dei corpi speciali (BOPE) a Rio, intanto in altre città diverse manifestazioni coinvolgono insegnanti, MST e popoli originari.

 

 

Ancora un’azione di pacificazione a Rio de Janeiro.Non ha avuto l’impatto mediatico delle ultime volte solo perché “offuscata” dalla manifestazione di MST (movimento dei senza terra) e rappresentanti dei popoli originari.  Sono quelli che noi chiamiamo “indio”, questi ultimi, termine che nasconde quel non so che di dispregiativo, che l’uso comune non ha cancellato.

A Brasilia era già accaduto che i manifestanti si ritrovassero proprio all’esterno dei luoghi simbolo del potere e degli sprechi, durante la scorsa Confederation Cup. Anche questa volta i manifestanti hanno cercato di raggiungere lo stadio. L’idea era quella di compiere azioni simboliche contro FIFA e chi sperpera denaro pubblico. Quando ci sono MST e popoli originari non si può fare finta di non sapere perché sono piazza. In Brasile la questione della riforma agraria e il diritto all’abitare sono all’ordine del giorno da qualche centinaio di anni. Con la differenza che oggi i movimenti sono più consapevoli e uniti di una volta.

Le immagini di uomini armati di arco e freccia stanno facendo il giro del mondo; peccato però non sia esplicito che proprio queste armi tradizionali e la loro esposizione servono a porre l’accento sulla capacità di fuoco che invece hanno coloro che da sempre tentano di soggiogarli. Oggi come al tempo degli occupanti spagnoli o portoghesi è uno scontro impari che proprio quegli archi evidenziano.

Al Complexo de Alemao, a Rio de Janeiro, si conta un morto e un numero imprecisato di feriti. Le autorità smentiscono ma se le fonti indipendenti che hanno svelato i retroscena di quanto accaduto a Cantagalo si sono dimostrati attendibili allora, perché non dovrebbero esserlo oggi?

La settimana è cominciata con lo sbarco dell’intera rosa dei giocatori della nazionale a Sao Paulo. Doveva essere una festa: la squadra di casa comincia ufficialmente la sua avventura ma si è trovata circondata da centinaia a centinaia di insegnanti che l’hanno accolta, se così si può dire, con tutto fuori che applausi. E’ stata cancellata anche la presentazione pubblica che avrebbe dovuto svolgersi a metà settimana.

Come dice il secondo di Scolari, Parreira, le proteste non sono contro la squadra. E su questo non ci piove, anche se non è esatto neppure questo, a dire il vero. Neymar, la stella più lucente di questo Mondiale ha visto la sua immagine offuscarsi non poco per via del suo poco trasferimento al Barcellona. Quel giro di fondi neri e mazzette ha in qualche modo intaccato l’immagine del campione.

Non proprio una luna di miele questa prima settimana di avvicinamento alla partita di esordio per la selecao. Che ci sia un problema?

[FONTE: Sport alla Rovescia]