"E' più violento un coro contro un calciatore milionario rispetto ad un insulto verso un bambino" Stampa
Giovedì 17 Aprile 2014 09:48

Pubblichiamo qui di seguito un interessante riflessione a voce alta tratta dal sito “Dalla Parte del Torto”.


 

‘Spezzagli le gambe a quel cretino’.
Potrebbe essere una frase poco elegante detta da un italiano durante la finale dei Mondiali Italia-Francia, a scapito di Zidane.
O potrebbe essere un doriano in collera con il ‘traditore’ Icardi che intima Maxi Lopez di farsi giustizia.
E invece no.
È la categoria esordienti di un paesino alleporte di Roma, i ‘calciatori’ in campo hanno tra i dieci e i tredici anni, ci sarà forse un quattordicenne che non trovava una squadra con cui giocare.
Quello ‘spezzagli le gambe’ era l’imperativo di un papà presente sugli spalti, all’indirizzo di un biondino di un metro e quaranta reo di aver colpito il figliolo ad uno stinco.
Era la prima volta che andavo a vedere mio cugino al campetto, e l’ultima.
Nessuno dei genitori li presenti si è scomposto dopo quell’affermazione, anzi… La partita è proseguita tra gli insulti reciproci dei genitori a bordo campo. Quelli della squadra di casa da un lato del campo, gli ospiti dall’altro. Come se si rigiocasse un Lazio-Roma finale di Coppa Italia, quasi a vietare il contatto tra le due tifoserie.
Contemporaneamente al Marassi si giocava Sampdoria-Inter e Icardi, dopo una doppietta, reagiva in maniera poco elegante davanti ai suoi ex tifosi, colpevoli di averlo ricoperto di fischi per 90′.
Il giorno dopo una parte d’Italia difendeva Icardi, sostenendo che i fischi per motivi extracalcistici siano scorretti e che non sia giusto far giocare un ragazzo in quel clima.
Tra questi buonisti c’era anche qualche padre (e madre!) di quei bambini, che ne discuteva al bar davanti al quotidiano.
Ricapitolando: Icardi non si fischia per integrità morale dato che ci potrebbe rimanere male, ma il bimbo di 10 anni si insulta. Tanto mica se lo ricorderà.
Queste stesse persone che ho riconosciuto al campo sono quelli che mi hanno sempre confessato di essere amanti del calcio, innamorati della loro squadra, ma di non portare i loro figlioletti allo stadio perché gli ultras sono violenti: ‘ho paura che mio figlio si ritrovi in mezzo ad una rissa e ce le prenda’.
Quindi gli ultras, quelli che colorano 20mila seggiolini e accompagnano con i cori il ritmo petulante e noioso del calcio italiano, sono violenti. Quindi probabilmente è più violento un coro contro un milionario calciatore di professione, che un insulto ad un piccino di 10 anni, che gioca a calcio per il puro gusto di esultare con i compagni ai gol fatti.
Eccolo il problema dell’Italia.
Il problema dell’Italia sta nell’allontanare con il daspo un tifoso dallo Stadio per un fumogeno, ma nel disinteressarsi di comportamenti simili all’indirizzo di bambini. Il problema sta nel veder girare elicotteri della Digos sopra gli stadi manco ci fosse una disputa tra Guelfi e Ghibellini, e far passare come normale quello che si verifica ogni domenica sui campetti di calcio del quartiere.
Ma domenica ho capito che se quei signori allo stadio non si avvicinano e hanno ‘paura’ degli ultras, fanno bene. Gli ultras mai e poi mai accetterebbero degli insulti ad un piccino.
E se quando questi piccoli cresceranno e magari diventeranno anche molto forti, voi non dite che sono dei ‘bamboccioni viziati e snob’, guardatevi allo specchio e pensate a quale calcio li avete abituati.
Thess

[FONTE: Dalla Parte del Torto]