L’Italia s’è desta Stampa
Mercoledì 16 Ottobre 2013 18:36

Ennesima idiozia da parte delle autorità competenti. A quanto pare ora va di moda la chiusura dei settori negli stadi per punire cori che incitano alla “discriminazione territoriale”.

 

 

Sappiamo tutti come è nata l’idea. Le fini menti liberali e progressiste di un paese di fatto sull’orlo del baratro dopo aver preso “seri” provvedimenti contro il razzismo per accontentare la UEFA, non che a loro importasse piú di tanto, hanno deciso di fare di piú, di essere all’avanguardia nella lotta contro il male annidato nei vecchi e decrepiti stadi italiani. Perchè punire coloro che offendono i giocatori di altra etnia ma non quelli che insultano i romani, i napoletani, i milanesi ecc? Alcuni degli insulti diretti ad esempio ai tifosi del Napoli sono disgustosi, si dice, canzoni inneggianti al Vesuvio o cose del genere. Vero. Anche “milanesi tutti appesi” non suona bene. O le Romane puttane e i figli conigli. O genovese buttati nel porto. O chiamare terremotati gli irpini o i friulani. O dire ai torinesi che sono tristi perchè lavorano tutti in fabbrica svolgendo specifiche attività sessuali a membri della famiglia Agnelli. E possiamo andare avanti per ore. La verità è che, se anche di cattivo gusto, e nonostante qualche caso estremo, si rientra sempre nel campo, dai confini abbastanza incerti, dello sfottò. Se cominciamo a creare questi precedenti dove finiamo? Si potrà prendere in giro i genovesi dicendo che sono tirchi? Si potrà usare la parola “terrone” nei film, nelle commedie? E le battute sui Romani pigri tutti alle prese con lavori ministeriali? Già il calcio italiano è agonizzante, e no, non mi riferisco al livello del gioco o della qualità delle squadre, che lascia comunque a desiderare, così non si fa altro che spingerlo sempre di piú in un precipizio senza possibilità di risalita. Già hanno vietato fumogeni, megafoni, tamburi, striscioni, torcie, ora decidono di filtrare i cori. Ma che c.zzo volete? Perchè pretendere che sia un problema da stadio? In tv si vede di molto peggio, in Parlamento si vede di peggio. L’Italia è un paese giovane, l’Italia è storicamente un’accozzaglia di principati, ducati, stati e staterelli con buona pace di Garibaldi, i Savoia e il Risorgimento. Le rivalità territoriali, campanilistiche esistono da sempre e esisteranno per sempre. E in un mondo globalizzato, filtrato, omogenizzato e omologato non è detto che sia una cosa negativa.

[FONTE: Quando gli scarpini erano neri]