Calcio, bilanci in profondo rosso e prospettive nere Stampa
Venerdì 15 Giugno 2012 07:34

Sono in profondo rosso i conti del calcio italiano. I debiti accumulati dal sistema professionistico sono ormai al livello di guardia. La deriva tecnica incombe, come conferma il tracollo sia nel Ranking Uefa che nel Ranking Fifa.

 

La Serie A rispecchia fedelmente lo stato di salute di un’Italia in grande difficoltà sul piano economico. Senza contare che a partire dal 2015, in virtù del Fair Play Finanziario, chi non ha i conti a posto non potrà partecipare alle Coppe Europee gestite dalla Uefa (Champions League e Europa League).

Se è vero che anche il resto dei club europei non se la passa bene, è altrettanto vero che la fotografia della nostra situazione è impietosa.

Perdite. I club della serie A hanno perso, nel 2010-2011, poco più di 1,13 euro per ogni euro che hanno incassato. I ricavi sono stati pari a 2,03 miliardi (-1,2%). Si tratta del primo risultato negativo dal 2006. L’esercizio si è chiuso con 300 milioni di rosso. Oltre a 300 milioni di perdite, il massimo campionato è riuscito a mettere assieme anche 2,6 miliardi di debiti. Sui 107 club gestiti dalla Figc, solo 19 lo scorso anno sono riusciti a chiudere il bilancio in utile. Il sistema professionistico (Serie A, Serie B e Lega Pro) ha perso lo scorso anno 428 milioni, portando a 1,1 miliardi il passivo degli ultimi tre anni. Numeri che, in una situazione normale, avrebbero costretto già da tempo a portare i libri in tribunale.

Diritti televisivi. Sul fronte delle entrate potrebbero iniziare a segnare il passo anche i ricavi per diritti tv, che pure rappresentano oltre la metà del fatturato della Serie A. La sfida a colpi di rilanci tra Sky e Mediaset, per aggiudicarsi la trasmissione in diretta delle partite, ha fatto lievitare l’offerta. Adesso però le cose stanno iniziando a cambiare. La redditività di Mediaset è in calo. Il rischio è che le aste del futuro possano essere al ribasso. Sky potrebbe assicurarsi il monopolio del satellitare e dettare le regole del gioco molto più di oggi.

Ticketing. La vendita di biglietti e i servizi allo stadio sono state pari al 10% circa ricavi, una percentuale ridicola rispetto al 33% generato dai club stranieri (Manchester United, Real, Barcellona, Bayern & C.) proprietari dei loro campi. La Tessera del tifoso, i tornelli e gli stadi che cascano a pezzi tengono lontano i tifosi. Nel 2010-2011 gli spettatori paganti sono calati dell’8,2%. Il tasso di riempimento medio degli stadi della Serie A è fermo al 56%. I prezzi dei biglietti non sono poi troppo alti in serie A (la media è 20 euro circa, contro i 50 della Liga spagnola e i 48 della Premier League). Mancano servizi adeguati alla spesa, vista l’obsolescenza degli impianti.

Costi. Andrebbero drasticamente ridotti gli stipendi per i giocatori. Lo scorso anno ogni 100 euro incassati, addirittura 69 sono stati utilizzati per pagare gli emolumenti. Nel resto d’Europa le cose non vanno meglio su questo piano, ma siamo comunque a quota 64.

[FONTE: Calcio Press]