Paese che vai... Costituzione che trovi (Comunicato curva A.Costa Bologna) Stampa
Lunedì 19 Settembre 2011 18:12

Scriviamo in merito alla trasferta di Firenze alla quale abbiamo deciso di prendere parte, nonostante l’errata interpretazione del Protocollo di Intesa, che fa credere che tutte le trasferte siano vietate anche in assenza della necessaria ordinanza prefettizia sulla limitazione alla vendita dei biglietti per determinate categorie di persone.

 

Giunti a Firenze con mezzi propri siamo arrivati nel parcheggio del settore ospiti con la speranza di poter entrare come successo venerdì e sabato a Padova, Lecce e Milano, dove potevamo ammirare baresi e udinesi senza tessera, e addirittura a San Siro non-tesserati laziali nello stesso settore dei fidelizzati. Dopo una lunga attesa all’interno del parcheggio ed una iniziale speranza d’apertura, arriva prepotente la risposta della Questura, la quale ci intima di lasciare immediatamente il suolo fiorentino, senza alcuna possibilità di sosta all’interno del medesimo Comune. L’imbarazzo della Digos bolognese diventa ancora più evidente quando, alla nostra domanda su possibili conseguenze, ci consiglia di evitare di fare valere i nostri diritti, perchè avremmo sicuramente subito il provvedimento di diffida dagli stadi, anche in assenza di reato.
Ma la legge italiana può prevedere la negazione di ogni forma di dissenso ed una punizione esemplare per una protesta pacifica? Una volta c’era la Costituzione della Repubblica, elencava diritti e doveri dei cittadini e delle istituzioni nei confronti degli stessi: l’articolo 3 vietava discriminazioni tra le persone, l’articolo 16 prevedeva la possibilità di circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, l’articolo 21 difendeva la libertà di espressione. Oggi, grazie ad immacolati politici benpensanti, tutto questo è carta straccia; pertanto il fatto che ci sia stato impedito di rimanere nella città di Firenze anche solo fuori dalle mura dello stadio è una violazione! Mediaticamente è passato il messaggio che i cattivi oppure i fuori-legge fossimo noi, ma se qualcuno ha commesso degli abusi, questa volta, è stata la gente in divisa. Vogliamo denunciare questa situazione, perchè la nostra è una battaglia che combattiamo anche per voi, perchè gli stadi sono sempre più vuoti, perchè perdono di calore e passione, ma soprattutto perchè quello che oggi subiamo noi in ogni partita di calcio lo faranno domani in tutte le città e per qualsiasi categoria di persone.
Finiamo così la trasferta scortati fino al casello autostradale da auto e moto della Polizia dopo un’inspiegabile chiusura di tutte le corsie della tangenziale.
Noi non ci arrendiamo e invitiamo tutti ad aprire gli occhi e ribellarsi prima che sia troppo tardi, prima che l’arroganza del potere abbia il sopravvento sui diritti, prima che questo Stato di polizia calpesti ed occupi ogni minimo spazio di democrazia, prima di essere considerati indesiderati o non graditi all’interno del nostro paese, prima che vengano aboliti tutti i diritti e si rimanga vittime di questa dittatura. Annunciamo che Noi Curva Andrea Costa percorreremo qualsiasi via legale per il ripristino di ciò che ci è dovuto, per vivere e non per sopravvivere, in libertà.

I gruppi della Curva A. Costa