Questa è la vera coppa del mondo Stampa
Sabato 07 Giugno 2014 09:22

Il testo che segue è la testimonianza di persone che in questi mesi stanno lottando per difendere i lavoratori e la popolazione di Rio de Janeiro, terrorizzata dallo stato brasiliano che nel nome della FIFA World Cup assedia città e favelas con militari e carri armati.


Quello che possiamo fare noi? Offrire il nostro supporto dando voce a chi sta subendo questi atti di oppressione a causa di un evento “sportivo”, fare in modo che queste testimonianze circolino e dal 12 giugno spegnere il televisore. Seguire il mondiale di calcio 2014 significa giustificare le violenze subite da mesi dal popolo brasiliano e, di fatto, rendersi complici dei crimini che sono stati commessi ai loro danni.

 

L’indifferenza promuove la violenza e fortifica l’oppressore. La neutralità è complicità. Boicottiamo il mondiale 2014 affinché fatti come questi non si ripetano tra qualche anno in altri paesi: #IONONLOGUARDO

Pacificare” Rio de Janeiro e l’esodo degli abitanti della favela

Una processione di bambini, insieme alle proprie famiglie, che trascinano con sé i resti dellecase abbandonate, materassi, coperte e borse in un’odissea notturna attraverso il centro della città di Rio come rifugiati che passano il confine si sta dirigendo per asilo alla Cattedrale della città che ospiterà la prossima Coppa del Mondo.
In migliaia sono stati sfrattati dal palazzo di Telerj abbandonato tempo fa, in Engenho Novo. Da sei differenti favelas della regione hanno cercato uno spazio vivibile in questa città dove i prezzi sono saliti vertiginosamente e, in una settimana, hanno investito le loro risorse nella costruzione di rifugi in legno. Le truppe d’assalto della polizia militare di stato di Rio, che hanno violentemente represso ogni protesta politica dal giugno 2013, sono state sguinzagliate contro famiglie con molti bambini piccoli e persone anziane. Hanno lanciato bombe da aerei a bassa quota, dato fuoco ai rifugi con lanciafiamme e spruzzato una marea di agenti chimici agli adulti così come ai bambini. Quattro bambini sono stati dichiarati morti, ma questo potrebbe non essere ancora del tutto certo.

La UPP (Unione di Polizia Pacificatrice) di stato di Rio ha installato nelle favelas della zona meridionale della città un programma di sfratto graduale, nel processo di gentrificazione. Altre aree invece sono state demolite per far spazio a parcheggi per lo stadio e nuove autostrade. Molti  degli sfrattati dall’edificio di Telerj sono stati sfrattati da altre aree.
Circa 300 sfrattati , metà dei quali bambini, hanno dato vita ad un campo davanti al municipio. Ancora una volta, la soluzione della città si è risolta in manganellate e aggressioni da parte della Guardia Municipale e della Polizia Militare.
I rifugiati hanno messo alla prova i principi cattolici. Tutte le celebrazioni pasquali sono state annullate a causa dei “rischi per la sicurezza”, inclusa la colazione del weekend per i senzatetto, con la quale i rifugiati hanno condiviso il cibo donato dagli attivisti.

Questo video, di Paula Kossatz e Kathia Schilirò, tardotto in lingua inglese, documenta la testimonianza di una donna senza fissa dimora , che sta occupando il municipio di Rio in segno di protesta dopo essere stata sfrattata sotto la minaccia delle armi dalla propria casa.

Invece di fornire case, scuole, ospedali alla popolazione, tutte strutture di cui il Brasile ha assoluto bisogno, lo stato procede con questi atti di repressione che non fanno che impoverire un popolo che è già costretto a vivere in condizioni di emergenza: 13 mila brasiliani soffrono la fame. Mentre le persone vengono lasciate per strada, senza cibo e vittime di violenza, sono stati spesi 30 miliardi di dollari per la realizzazione dell’evento “sportivo”.

[FONTE: Earth Riot]