Ultrà dell'Hellas "toccò" poliziotta: assolto Stampa
Martedì 04 Marzo 2014 10:56

Toccò il fondoschiena di una poliziotta in occasione della partita tra il Como e l’Hellas. Era stato subito bloccato, trasferito in questura e denunciato per violenza sessuale. Alla fine degli accertamenti in Questura, era stato rilasciato ma il suo nome era stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Como.


Pochi giorni fa, il tribunale lariano l’ha assolto perchè il fatto non sussiste. Il motivo? Aveva sì allungato le mani nei confronti dell’agente, ha sostenuto il tribunale nella motivazione, non a fini sessuali ma solo per fare un gesto goliardico e spavaldo. Lo aveva commesso, infatti, di fronte ad un nutrito gruppo di amici e tifosi dell’Hellas.
Ha così tirato un grosso sospiro di sollievo F.G., 30 anni, difeso da Maurizio Milan e Veronica Carpignani, recatosi il 9 gennaio 2011 a Como in occasione della partita con l’Hellas, valido per il campionato della Lega pro. Il veronese non ha pagato alcun risarcimento all’agente. Il trentenne era partito più di tre anni fa in compagnia di altri tifosi dell’Hellas per assistere al confronto contro il Como, conclusosi poi con un pareggio nel campionato di Lega pro. Il tifoso dell’Hellas, però, quel giorno era evidentemente su di giri tanto che in prossimità dello stadio aveva deciso di far divertire i suoi amici in modo, a dir poco, certo non ortodosso. Si era avvicinato ad una poliziotta e le aveva toccato il fondoschiena con un dito. Un gesto ovviamente mal digerito dall’agente che aveva fermato subito il fan gialloblu e, una volta portato in Questura, lo aveva denunciato per violenza sessuale.
Il processo è finito in un’aula del tribunale solo pochi giorni fa quando sono stati ascoltati i testimoni che avevano assistito al fatto. Si è poi passati alla discussione durante la quale il pm della procura di Como aveva chiesto una condanna a 9 mesi di carcere per il veronese. Dal canto loro, i difensori hanno replicato, sostenendo che il fan gialloblu non aveva commesso il gesto a fini sessuali ma solo per divertirsi in modo certo non convenzionale. Veniva a mancare così il dolo richiesto dal codice per il reato di violenza sessuale.
Al termine del processo, il tribunale della città lariana ha accolto nella motivazione contestuale alla lettura della sentenza la tesi della difesa e ha assolto il trentenne.

 

Giampaolo Chavan

[Fonte: L'Arena]