Calcio a picco tra facce di bronzo e muri di gomma Stampa
Martedì 15 Gennaio 2013 10:22

Tra elezioni mancate (Lega serie A) e scontate (Figc) il calcio continua ad avvitarsi su se stesso, trascinato verso un baratro da cui sembra sempre più difficile salvarsi.

 

Uno sport bellissimo è stato trasformato in scadente prodotto commerciale, quando ancora qualche lustro addietro pulsava di emozioni e di passioni.

Il dato di fatto è che non interessa più a nessuno, o quasi, l’etica dei comportamenti che sta alla base di ogni vera passione.

Non certo a quanti recitano a soggetto il proprio sciatto ruolo di facce di bronzo buone per tutte le stagioni. Ma neppure a chi, invece di provare a reagire, assiste correo a certe tragicomiche messe in scena e si autoconfina al ruolo di squallida claque.

A chi continua a detenere le leve del potere è sufficiente la tenacia di reiterare le proprie sceneggiate per restare sotto la luce dei riflettori e occupare cinicamente la scena. Basta davvero poco, di questi tempi, per riuscire a infinocchiare un contesto abulico come pochi nel resto d’Europa e del mondo.

Eppure saremmo (siamo) arrivati a un bivio. Una volta per tutte bisognerebbe capire che il sistema calcio, per non affondare ai tempi della crisi, avrebbe (ha) un disperato bisogno di  uscire da consunti e rituali protocolli.

Serve a qualcosa continuare a ripeterlo, quando (quasi) tutti si sono trasformati in muri di gomma? Certo è che, tra facce di bronzo e muri di gomma, non se ne verrà mai fuori. Salvo qualche miracolo in cui tutti forse sperano, ma che è ancora scritto nel libro dei sogni.

Sergio Mutolo 

[FONTE: Calcio Press]