Calcio, tra un futuro incerto e gli impegni non mantenuti Stampa
Mercoledì 03 Ottobre 2012 08:41

Il calcio italiano si trascina da tempo verso una lenta deriva, tra colpevole inerzia e scandali a ripetizione.

Nonostante lo svuotamento degli stadi, il numero di appassionati continua a essere comunque sterminato. Mancano però figure carismatiche capaci di assumersi l’onere di risolvere una situazione complicata ma non ancora irreversibile.

Chi decidesse di farlo, potrebbe certamente contare sul sostegno di milioni di tifosi che non aspettano altro che tornare a entusiasmarsi come un tempo. Chi occupa le stanze dei bottoni, adesso come nel recente passato, si è davvero impegnato quanto era necessario? Questa è la domanda.

Accade sempre più di frequente, nel calcio e non solo, che un impegno venga interpretato come semplice assunzione di un obbligo. Accade così che l’incarico a qualunque titolo conferito, che dovrebbe conseguire un obiettivo condiviso, si trasformi nella fredda gestione di un atto dovuto dal quale non traspare alcun sentore di passione.

Si accetta un impegno per conseguire guadagni, visibilità e prestigio a livello personale a prescindere dallo scopo per il quale era stato conferito. Dovrebbe essere invece vissuto come dedizione totale al progetto. In esso si dovrebbe riversare il massimo di energia, coniugandolo a dosi massicce di entusiasmo, per arrivare a profondervi l’impiego incondizionato di tutte le abilità di cui si dispone.

Inteso in questa prospettiva, che implica la messa in campo della parte migliore di se stessi senza sottostare a condizionamenti di sorta, assume dunque contorni che attengono alla sfera etica individuale e collettiva. La molla di un qualsivoglia incarico dovrebbe essere dunque la spinta etica, non il corrispettivo personale che ad esso correla o potrebbe correlare.

Quando viceversa un impegno viene assunto come semplice adempimento formale di un obbligo, se non addirittura come espediente per mantenere un opaco status quo, si deve parlare viceversa di una forma mentale che già contiene in sè il germe del disimpegno. Forse è per questa ragione che, nel calcio moderno, le decisioni nascono vecchie e inadeguate prima ancora di essere prese.

[FONTE: Calcio Press]