Ecco chi sono i moralisti del calcio Stampa
Giovedì 26 Aprile 2012 19:41

L’Italia è un paese di santi, poeti e navigatori. Ma anche di figli di puttana e di paraculati. E di beoti. Tanti beoti. In Italia i figli di puttana comandano, i paraculati fanno spesso e volentieri strada ed i beoti sono quelli che li stanno a sentire e si bevono qualsiasi cosa dicano, purchè la dicano in tv o sui giornali, of course.

 

E ne abbiamo avuto prova in questi giorni, in cui abbiamo spesso e volentieri sentito i soliti ritornelli che da trenta e più anni si sentono sugli ultras: dai giustizialisti “Tutti in galera!”, “Fuori dagli stadi a vita!”e “Ci vuole tolleranza zero!” (come se le leggi non fossero già molto più restrittive per gli ultras che per qualsiasi altro cittadino che commette un reato… beati loro che non capiscono un cazzo!) ai vittimisti “Il calcio italiano è in mano agli ultrà!” (Magari, mi permetto di aggiungere: sarebbe sicuramente molto più pulito e leale!) fino agli intellettuali “Queste cose succedono solo nel calcio e non in altri sport!” (anche qui avrei dei dubbi… forse in altri sport fanno meno notizia, che è diverso!). Fra i molti moralisti però abbiamo sentito parlare anche gente che, per decenza, dovrebbe stare zitta. Gente che ha un  trascorso quanto meno imbarazzante. Visto che tuttavia i “media” classici fanno buon viso a cattivo gioco, andiamo noi a scoprire chi sono questi personaggi:

ENRICO PREZIOSI. Nato ad Avellino il 18 febbraio 1948. Il 3 ottobre 2008, avvalendosi della facoltà concessa dal “pacchetto sicurezza” del ministro della giustizia Angelino Alfano, che consente di concordare la pena in qualunque momento prima della sentenza di primo grado, ha patteggiato davanti al tribunale di Como una condanna di 23 mesi di reclusione (pena indultata) per il reato di bancarotta fraudolenta riguardante il fallimento del Como Calcio.

L’11 giugno 2007, la Commissione disciplinare della Lega Calcio gli commina cinque anni di inibizione con proposta di radiazione al Presidente federale, oltre ad un’ammenda di 150.000 euro inflitta al Genoa per responsabilità oggettiva di vicende legate alla gestione economica della sua ex società Como negli anni 2003 e 2004. In particolare la vicenda che gli era stata imputata erano stati i fatti relativi al trasferimento del giocatore Gregori dal Como al Genoa a titolo gratuito e la sua successiva cessione per 250.000 euro dopo un anno, dal Genoa ad altra squadra, a detta del giudice azione compiuta per voler volontariamente impoverire il patrimonio sportivo del Como calcio (secondo la FIGC da qui scaturisce la sua pericolosità sportiva meritevole di radiazione) poiché’ apparentemente numerosi giocatori del Como passarono a prezzo decurtato al Genoa. Nel luglio 2009 venne scagionato da tutte le accuse.

Dopo aver confidato alla stampa di aver condotto in prima persona la trattativa per trasferire Diego Milito e Thiago Motta dal Genoa all’Inter, l’8 giugno 2010 viene deferito dal Procuratore Federale della FIGC Stefano Palazzi per sei mesi più 90.000 euro di ammenda alla società, in quanto Preziosi in quel momento era ancora inibito ad operare nel calciomercato, per fatti risalenti al 2003-2004.

Nel processo penale in riferimento al caso Genoa dell’estate 2005 Preziosi (insieme ad altre persone, tra cui il figlio Matteo) entrò nel registro degli indagati, accusato di associazione a delinquere e frode sportiva. Nel 2006 venne scagionato dalla prima accusa (associazione a delinquere) ma, il 2 marzo 2007, venne condannato a 4 mesi di reclusione per il reato di frode sportiva, in merito alla partita Genoa-Venezia dell’11 giugno 2005 (ultima giornata del Campionato di Serie B 2004-2005) e la condanna fu confermata nel Processo d’appello, il 27 novembre 2008. A seguito dell’annullamento della sentenza di condanna disposto dalla Corte di Cassazione il 25 febbraio 2010, il caso è rinviato ad altra sezione della Corte d’appello di Genova che, in data 15 febbraio 2011, ripristina la condanna per Preziosi. (Fonte: Wikipedia)

CLAUDIO LOTITO. Nato a Roma il 9 maggio 1957. Il 3 marzo 2009 Claudio Lotito è stato condannato in 1º grado a due anni di reclusione per aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza sui titoli del club biancoceleste.

Il 23 dicembre 2009 è stato accolto il ricorso del calciatore Goran Pandev al collegio arbitrale della Lega Calcio contro la Lazio. La società di Lotito è stata condannata a pagare un risarcimento danni di 160 000 euro dal collegio arbitrale della Lega.

Nella stagione 2010/2011, la Lazio disputa un ottimo campionato, ma arriva alle ultime tre giornate con un solo punto di vantaggio sugli storici rivali della Roma. Claudio Lotito, però, rievoca i fasti di Tangentopoli per alcuni torti arbitrali, e viene nuovamente convocato, dopo Calciopoli, dal Procuratore Federale, Stefano Palazzi.

L’8 novembre 2011, nell’ambito del processo penale relativo allo scandalo di Calciopoli, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa. (Fonte: Wikipedia)

GIANNI PETRUCCI. Nato a Roma il 19 luglio 1945. Nel 2005 suo figlio venne coinvolto in un incidente stradale che provocò la morte di un ventottenne romano. Il figlio era alla guida di una Smart, con il solo foglio rosa, quando sbandò travolgendo un motorino che proveniva dal senso di marcia opposto. Tuttavia al processo venne misteriosamente assolto… (Clicca qui per i particolari)

GIANCARLO ABETE. Nato a Roma il 26 agosto 1950. È fratello di Luigi Abete, ex presidente di Confindustria e ora presidente della Banca Nazionale del Lavoro. Se volete capirne qualcosa di più sul fratello e sui suoi legami col mondo del calcio cliccate qui.

DAMIANO “LIBANO” TOMMASI. Questo non ha particolari pendenze con la giustizia ne “intrallazzi di famiglia” da nascondere. Vi basta sapere che è il presidente dell’Assocalciatori ed è colui che a settembre provocò lo sciopero dei milionari del pallone (Clicca qui). E’ esattamente lo stereotipo del mangiaparticole: anima candida all’esterno, figlio di puttana nei comportamenti.

Mi sembra abbastanza chiaro che il pesce puzza sempre dalla testa. Finchè il calcio italiano sarà comandato da gente che appena giri l’occhio è prontissima a tirartelo nel culo, non è che ci si possa lamentare dell’inciviltà o presunta tale dei tifosi. Che a Genova hanno rivendicato solo un loro diritto: far si che dei ragazzini viziati bravi solo a vendersi le partite la smettessero di disonorare la loro maglia!

[FONTE: La Padova Bene]