O con i tifosi o complici di questo sistema Stampa
Venerdì 20 Aprile 2012 15:17

Il 14 Aprile, giorno drammatico per il nostro calcio potrebbe diventare un punto di non ritorno per molti. Ad oggi i tifosi hanno dimostrato una dignità, una sensibilità che merita rispetto incondizionato.

 

Noi non avevamo dubbi, come dice il Direttore Iacobelli (leggi qui) ci meritiamo un calcio migliore. Ne esce ulteriormente distrutta invece l’immagine di chi il calcio lo gestisce malissimo, la Lega di Serie A. Litigi, interessi, polemiche sui soccorsi, sui tre debrifillatori non usati, sulle auto dei Vigili (pare fossero tre) che ostruivano il passaggio dell’ambulanza. Ci sono striscioni appesi in varie città che documentano benissimo lo stato del nostro calcio, che parlano di milioni spesi in tornelli, tessere, e poi accade quello che abbiamo visto a Pescara. Sono striscioni che non hanno avuto un minimo di risalto mentre ignorando l’appello della famiglia si continua a mancare di rispetto a Morosini, pubblicando foto che sanno di sciacallaggio e basta, cercando lo scoop fotografico, sugli ultimi istanti di vita del “Moro”. L’Europa calcistica da Madrid a Londra ha tributato il giusto omaggio allo sfortunato giocatore, con il silenzio. L’Italia calcistica ha dimostrato che sappiamo litigare anche su una tragedia. Molti giornalisti hanno preso una posizione forte e non potrebbe essere altrimenti, chiedendo senza se e senza ma le dimissioni di Beretta. Sarebbe un gesto dovuto che l’interessato dimissionario da oltre un anno con doppio stipendio (leggi Unicredit) non intende fare. Molti giornalisti hanno sottolineato la dignità dei tifosi ma molti di loro fino al 13 aprile hanno taciuto lo stato del nostro calcio simile a quello di un paese del terzo mondo con tutto il rispetto per il terzo mondo, sia chiaro. Il degrado morale e tecnico del calcio, da quello che accade in Lega, dalle scommesse, e potremmo continuare, da a questo sport una credibilità pari allo zero. In molti hanno preferito ignorare questi temi, come hanno sistematicamente ignorato la repressione, il tema delle trasferte libere, salvo poi qualche volta sorprendersi se gli stadi sono vuoti e pensando che con stadi nuovi il problema sarebbe risolto. Così come il calcio spezzatino, le odissee per avere un biglietto. Se hanno parlato, in molti di Daspo o tessera ad esempio, si sono limitati a riportare le notizie senza mai commentarle, senza prendere mai posizione. Se siamo entrati in un tunnel senza fine per il calcio lo si deve anche al silenzio di questi giornalisti, che preferiscono parlare di calcio mercato 365 giorni l’anno piuttosto che affrontare i reali problemi. Adesso siamo a un punto di non ritorno, o si sta con i tifosi e si comincia a denunciare tutte le storture del sistema oppure si evita di versare false lacrime e si continua a stare dalla parte di Beretta, di Sky, della repressione, di chi impedisce la libera circolazione dei cittadini.

[FONTE: Dalla Parte del Torto]