Inter-Genoa: colluttazione con agente, grave tifoso ! Stampa
Venerdì 20 Gennaio 2012 21:59

MILANO - E' ricoverato nel reparto di Neurorianimazione del Policlinico di Milano il tifoso genoano di 38 anni giunto ieri sera al pronto soccorso in gravi condizioni dopo una colluttazione con un agente di polizia a San Siro, prima che cominciasse Inter-Genoa, partita valida per gli ottavi di finale della Coppa Italia.

Massimo Moro, questo il nome del tifoso, è piantonato dagli agenti in stato di fermo. Secondo la ricostruzione fornita dalla questura, intorno alle 20.15, quasi un'ora prima del fischio di inizio del match, Moro é stato fermato e trattenuto al varco 9 dello stadio Meazza, durante l'afflusso degli spettatori agli ingressi, perché ubriaco.

Dopo avergli impedito l'ingresso, le forze dell'ordine lo hanno portato in un vicino posto di polizia per un controllo, ma il tifoso genoano - sempre secondo la questura - ha dato in escandescenze cercando di aggredire un agente. Un collega della polizia è intervenuto per cercare di bloccarlo e durante la colluttazione entrambi sarebbero caduti a terra. Ad avere la peggio sarebbe stato il tifoso, che avrebbe battuto la testa riportando un trauma cranico. Ma all'ospedale è un altra la versione che i medici hanno fornito al cognato, che era allo stadio con Moro e altri due amici, giunti tutti al Policlinico intorno alle 2.30 di questa notte. Secondo quanto riportato dal familiare, il prodotto usato per sedare Moro gli avrebbe provocato una reazione allergica. Inoltre, l'uomo avrebbe ingoiato il suo stesso vomito, finito poi nei polmoni.

Il tifoso non è cosciente ed è intubato, ma i sanitari hanno assicurato che non è in pericolo di vita. Poco dopo l'una, prima che arrivasse il cognato di Moro, si era presentata al Policlinico una delegazione di una quindicina di tifosi del Genoa e del Napoli, storicamente gemellati. Tutti dubbiosi sulla ricostruzione fornita dalla questura e convinti che Moro sia stato vittima di un pestaggio. Gli stessi amici che erano in compagnia del tifoso ricoverato non hanno nascosto le proprie perplessità.

"Era con noi - hanno raccontato - e forse ha reagito male. Gli agenti lo hanno portato via di peso, strattonato, ma nulla faceva pensare che la situazione degenerasse. Infatti noi siamo entrati comunque dentro lo stadio e abbiamo seguito tranquillamente la partita. In mattinata - hanno aggiunto - cercheremo di capire cosa è successo e magari chiameremo un avvocato. Soprattutto vogliamo sapere se ha lesioni interne". La questura ha assicurato che in mattinata saranno resi noti ulteriori dettagli sulla vicenda, un episodio che ha rovinato la festa di sport celebrata ieri sera al Meazza.


FONTE www.ansa.it


La notizia che arriva da Milano è allarmante, perchè riporta alla nostra mente i vari abusi successi in passato, da Celestino Colombi, la cui scomparsa è stata ricordata dal gruppo domenica scorsa con l'esposizione di uno striscione con scritto: "10-1-93 La morte è uguale per tutti", a Federico Aldrovandi, passando per Paolo Scaroni, il cui processo è in corso in questi giorni a Verona, processo in cui nessun imputato delle forze dell'ordine ricorda nulla finendo poi con Stefano Gugliotta, il ragazzo 26enne che Il 5 maggio, in occasione di Roma-Inter era stato arrestato e picchiato dagli agenti di polizia per cui ora è stato chiesto il rinvio a giudizio. Dovremmo porci tutti alcuni semplici interrogativi, purtroppo un ferito serio in una trasferta dove la tessera era obbligatoria pone alcuni dubbi sulla reale utilità di essa, qual'ora ci fossero ancora motivi per tenere questo strumento repressivo in vita, l'altra è la responsabilità degli agenti chiamati in causa, quasi sicuramente verrà seguito uno schema ben preciso, con un calare del silenzio sulla notizia come successo pochi mesi fa a Verona dove perse la vita Roberto Riva , successivamente quando sarà il momento di far chiarezza sull'accaduto non ci sarà maniera di trovare un responsabile, forse un numero d'identificazione sulle divise  potrebbe scagionare i poliziotti corretti e leali, isolando quei violenti facinorosi che si nascondono dentro una divisa.