I dati che Maroni non vede. PDF Stampa E-mail
Martedì 12 Luglio 2011 14:11

Articolo riportato da Sportpeople.net 

 

 

È evidente: noi che frequentiamo gli stadi e il Ministro Maroni (che molto probabilmente non li frequenterà se non in occasione di finali e altri eventi di rappresentanza, dove il pubblico è ovviamente quello delle cosiddette "grandi occasioni") abbiamo idee diametralmente opposte sulla tessera del tifoso, soprattutto sulla bontà della sua adozione e del suo impatto finale sul calcio italiano. Episodicamente, in una qualche conferenza stampa appositamente indetta, o anche in altre circostanze in cui domande dei giornalisti riesumano l'argomento, il ministro leghista non manca di magnificare la propria opera in merito, snocciolando dati assurdi o presunti risultati sempre citati in maniera del tutto strumentale. La scena, ovviamente, si realizza senza che mai nessun giornalista si preoccupi di fare il suo lavoro, cioè di incalzare lo stesso Maroni mettendolo di fronte all'evidenza della realtà che è ben altra rispetto alla propaganda di regime. Né durante, e si può anche capire visto come i politici sono soliti censurare il lavoro giornalistico (basti pensare a La Russa o Berlusconi che, in tempi più o meno recenti, si scagliarono contro inviati che avevano osato fare domande scomode), né in seconda battuta sui propri servizi. Dall'inizio della stagione agonistica, abbiamo visto sbandierare come fosse uno degli elementi coreografici vietati ai tifosi le presunte 750 mila tessere sottoscritte. Erano 750 mila al primo colpo e sono rimaste 750 mila per tutto l'anno, salvo di colpo salire a 850 mila all'ultima conferenza stampa, magari tanto per cambiare un po' i numeri prima che qualcuno cominci ad insospettirsi. La conferenza stampa in questione è la stessa in cui Maroni era riuscito ad arricchire la sua personale collezione di baggianate asserendo che "gli spettatori con l’introduzione della tessera (come si temeva) non sarebbero diminuiti, con un piccolo aumento pari allo 0,9% rispetto alla stagione precedente". Orbene, qualcuno gli vada a dire che la stagione precedente gli spettatori sono stati 25.570 che, confrontati ai 24.901 di questa, non possono in alcun caso dare un saldo positivo, a meno che anche la matematica non diventi un opinione o che, come preconizzava Orwell in "1984", 2+2 non inizi a fare 5 anche per noi.
L'altro dato alquanto ridicolo, sul quale non abbiamo però il conforto di nessun altro riscontro numerico in rete per confutarlo, è quello che vorrebbe siano state già consegnate 757 mila di queste tessere. A giudicare dalle lamentele che si sentono in giro, con parecchie persone che a distanza di un anno ancora non hano ricevuto niente, sembrerebbe quantomeno gonfiato questo numero. A meno che per "consegnata" non si intenda la ricevuta cartacea rilasciata dalla ricevitoria o dalla società in sede di abbonamento, ed è piuttosto emblematico in tal senso pensare a come volevano gestire l'ordine pubblico in occasione della finale playoff Salernitana-Verona in cui, consci che i veronesi avevano sottoscritto la tessera e avrebbero potuto creare problemi, hanno addirittura pensato per un po' di vietare la trasferta a chi, pur avendo sottoscritto la tessera, non la possedesse però materialmente. Come al solito è sempre sull'ultimo anello della catena che si scaricano i problemi, anche quando le colpe e le inadempienze sono di altri.
Negli ultimi tempi, oltretutto, è risalito alla ribalta delle cronache il connubio "tessera del tifoso-banche": a rinfocolare la polemica, i tifosi fiorentini che hanno contestato il circuito economico-commerciale messo in piedi dalla "Banca CR Firenze" del circuito "Intesa San Paolo" a monte della tessera "Orgoglio Viola". A far da contraltare al rifiuto dei tifosi a diventar "clienti" (leggasi "polli da spennare"), ci sono i tanti che hanno sottoscritto la tessera senza nessun reale interesse di utilizzarla allo stadio, ma solo per usufruire delle condizioni di favore per i mutui con la stessa banca: con "Orgoglio Viola" in tasca si risparmiano le spese di istruttoria nell'acquisto di una casa, anche se poi non ci si andrà mai in vita propria a vedere una partita. Secondo il presidente dell'ATF, l'Associazione Tifosi Fiorentina, le tessere "Orgoglio Viola" sottoscritte sono state all'incirca 35 mila, a fronte di 14 mila abbonamenti: c'è bisogno di dire altro sulla tessera, su cosa serva, sui suoi numeri palesemente falsi e sui toni trionfalistici di Maroni?
Qualcosa la vorremmo dire lo stesso, invero, ed è ciò che in prima istanza ci ha spinto a scrivere questo articolo: l'annuncio clamoroso del presidente del Cagliari Massimo Cellino che, per la stagione 2011-12 ormai prossima, non aprirà nessuna campagna abbonamenti per nessun settore dello Stadio "Sant'Elia" di Cagliari. Identica volontà l'aveva espressa qualche settimana prima il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e non indifferenti pressioni sta esercitando "MyRoma" (associazione di azionisti della Roma) sulla nuova società per scindere l'abbonamento dalla tessera. Certo bisognerà vedere realmente tra gli auspici e le decisioni finali quanta distanza correrà e se, come spesso ci hanno abituato, alle parole roboanti poi faranno seguito repentine retromarce. Altrettanto vero che ormai, per come è cambiato il calcio, per come i "grossi numeri" si spostano man mano dagli spalti alle poltrone, le vecchie logiche di gestione del calcio cambiano di conseguenza e non ha più ragion d'essere la concentrazione di sforzi commerciali-pubblicitari attorno alla cara vecchia "campagna abbonamenti" a cui sono abituati i nostalgici come noi. Sì andrà insomma sempre più incontro a mini-abbonamenti per determinati cicli "caldi" di partite e ad un ulteriore e progressivo svuotamento degli stadi, anche perché, checché se ne dica, la famosa "fidelizzazione" non è in una card magnetica ma in quel senso di appartenenza e di comunità che proprio questa particolare politica calcistica ha contribuito a svilire.
Vista tutta la strumentalizzazione che se n'è fatta in sede ministeriale, non ci preoccupa nemmeno il rischio di risultare a nostra volta strumentali: se questo calcio sta cambiando, se persino i presidenti rinunciano al pubblico, soprattutto a quella fetta affezionatissima, a quella riserva di fedelissimi che a priori e a scatola chiusa anticipava i propri soldi per le prime spese di stagione, l'antifona che tutti i giornalisti non riescono o non vogliono cogliere, l'unico dato vero che si nasconde sotto la montagna di bugie di Maroni è uno solo: la "Tessera del tifoso" è un fallimento colossale. Sic et simpliciter.


fonte www.sportpeople.net