A proposito di famiglie allo stadio. Lettera di Cristiano all'Eco di Bergamo PDF Stampa E-mail
Mercoledì 13 Aprile 2011 22:27

A proposito di famiglie allo stadio. In occasione di Atalanta-Triestina (evidentemente classificata partita ad alto rischio!), sono andato allo stadio con mio figlio di 7 anni e mia figlia di 4. Per una volta poca coda ai tornelli, ma ci hanno pensato poi le forze dell'ordine a farci perdere un po' di tempo. Passi per lo steward che al solito mi fa togliere i tappi dalle bottigliette da mezzo litro di acqua naturale che porto per dissetare i bambini (pronto a sostituirli con i due tappi di plastica che mi preparo nelle tasche per non avere l'impiccio di avere fra i piedi, una volta all'interno, una bottiglietta aperta o un bicchiere di cartone preso al bar che immancabilmente si rovescia al primo goal), ma l'incontro con le forze dell'ordine è stato veramente spettacolare. Il quarantacinquenne con i capelli bianchi e con un po' più di un filo di pancetta li ha messi in guardia , la mezzana della scuola materna di Pedrengo con un mazzetto di fiori gialli raccol ti per strada in questo primo sabato di sole deve averli insospettiti, ma ancor di più quel bambinetto di 7 anni (che a fatica spiaccica una parola con un estraneo per la timidezza) con la bandiera nerazzurra da 9 euro comprata qualche mese fa fuori dallo stadio, ha fatto crescere in loro la consapevolezza di avere di fronte un terzetto da spranghe-catene-bombe molotov di prima categoria. «Si può frazionare?» dicono a mio figlio. «Scusi?» rispondo io. «L'asta della bandiera, si può frazionare?». Adesso mi è chiaro! Di solito entravamo con la bandiera avvolta attorno ai due tubetti di plastica che una volta all'interno dello stadio venivano inseriti uno nell'altro a costituire l'asta per sventolare la bandiera, ma stavolta mio figlio ha cominciato a sventolare già per strada e «pretendevamo» quindi di entrare con la b andiera già montata. Ci hanno trattenuto uno dei due tubetti dicendo che potevamo riprendercelo alla fine della partita e a nulla sono valsi i miei tentativi di spiegare che la bandiera con tutti i suoi pezzi l'avevo sempre portata senza problemi all'interno dello stadio e che senza una parte di essa mio figlio non l'avrebbe potuta sventolare. Hanno seguito con lo sguardo questo papà che si allontanava scuotendo la testa e un po' impacciato (sapete, avevo in mano le due bottigliette ancora aperte, i tappi li estraggo dalla tasca dietro l'angolo!) che spiegava ai figli cosa era successo e talvolta si voltava indietro sperando che impietosite le forze dell'ordine facessero uno strappo alla regola. Cosa se ne fa un bambino allo stadio di un tubo troppo corto e un pezzo di stoffa nerazzurra che non può sventolare? Una cerbottana! E la bandiera resta lì, inanimata , sul seggiolino. Alla fine della partita abbiamo cercato di recuperare il pezzo di tubo mancante, che ovviamente era sparito, ma mio figlio, correndo e tenendo con le mani le estremità della bandiera, è riuscito finalmente a farla sventolare festeggiando così l'ennesima vittoria. Avrei una proposta per lo stadio nuovo: una pista di atletica attorno al campo da gioco, come quella del vecchio Brumana, dove tutti i bambini possano correre sventolando le loro bandiere tenendole con le mani e fuori dallo stadio le forze dell'ordine schierate in assetto di guerra armate solamente di lunghe cerbottane.

 

Lettera all'Eco di Bergamo di domenica 10.04.11. Pubblicata anche su www.atalantini.com