Non affondare la barca che affonda PDF Stampa E-mail
Martedì 15 Febbraio 2011 10:08

Riflessioni e considerazioni a ruota libera dei Boys, dopo la batosta subita dal Parma contro il Milan, partita ascoltata alla radio causa un assurdo divieto di trasferta.   

Ora conta solo vincere, solo salvarsi! 

 

Non era certo con il Milan la partita da vincere, non è contro le grandi squadre che bisogna conquistare preziosi punti salvezza: vero, com’è vero, però, che c’è modo e modo di perdere.

Se si esce sconfitti come a Palermo in Coppa Italia, si esce dal campo a testa alta e il tifoso non può che applaudire chi è sceso in campo, se si viene umiliati come a S.Siro più che la rabbia è la vergogna che fa da protagonista. Ma i giocatori si vergognano a essere presi a pallonate o la cosa riguarda solo noi che li tifiamo? Speriamo che un minimo di orgoglio ce l’abbiano anche loro.

E così il nostro sabato pomeriggio, davanti ad una radio che proprio non ne voleva sapere di prendere una frequenza decente, oltre alla rabbia per non poter essere presenti sugli spalti a S.Siro, si è riempito di delusione.

Una brutta battuta d’arresto la disfatta di Milano, una batosta che proprio non ci voleva in questo momento. Dopo la contestazione di Parma-Lecce, infatti, la gara interna con la Fiorentina, anche se non si è conclusa con una vittoria, ci aveva fatto ben sperare, avevamo visto un atteggiamento deciso come piace a noi, ed anche il tifo ne aveva giovato; invece dopo sabato l’umore dei tifosi è sprofondato di nuovo, allontanando ancora di più le parti.

Noi non siamo ciechi, non siamo allenatori o dirigenti, il mondo del calcio (fortunatamente) lo viviamo dagli spalti, ma comunque ci accorgiamo se qualcosa non funziona, a volte possiamo non capirne esattamente le causa, ma quando c’è qualcosa che non ci piace non ce lo teniamo certo per noi. I problemi ci sono, dall’inizio dell’anno, e di sicuro non si dissolveranno nel nulla!

Spesso noi Boys ci troviamo anche nel mezzo, fra noi che vogliam portare avanti anche il tifo, che ci teniamo ad avere una bella curva anche quando le cose van male, e i tifosi sempre molto critici, ma non a prescindere, ma solo per il bene del Parma. Noi prendiamo le nostre decisioni, in riunione, dopo esserci confrontati fra di noi, decisioni impopolari le abbiam prese e rivendichiamo tutte le nostre scelte, ma è innegabile che la “piazza” va ascoltata, che l’umore della tifoseria va interpretato.

Ci piacerebbe poi non essere, non gli unici, ma fra i pochi a cercare di smuovere le acque nel concreto, a incitare o fischiare, a esultare o contestare: Parma è sempre troppo passiva, ma questa è un’altra storia.

Ora ci stiamo dilungando nella nostra analisi, quando fondamentalmente potremmo sintetizzare il tutto ponendoci una domanda: adésa co’ féma?

Purtroppo dobbiamo ancora salvarci. Perché diciamo “purtroppo”? Perché, come abbiam scritto sopra, i problemi nel Parma ci sono, e grossi, e ci piacerebbe arrivarci in fondo da subito, ci piacerebbe affrontarli già adesso e pensare subito alla prossima stagione. Ci piacerebbe un confronto fra tutte le componenti, trovare un equilibrio e ripartire.

Ma appunto: dobbiamo ancora salvarci, e ad oggi la priorità è solo questa, e chi vuole bene al Parma se lo deve ficcare in testa. Per salvarsi ci vogliono i punti, per fare punti bisogna vincere, per vincere bisogna fare un gol in più degli avversari. A dirlo sembra tutto molto semplice.

Domenica arriva il Cesena, squadra sotto di noi in classifica, una vera e propria sfida salvezza, una gara da non steccare come quella contro il Lecce. L’esperienza ci insegna che le contestazioni servono per dare una scossa, ma non bisogna mai affondare la squadra, soprattutto se già sta affondando di suo! Per questo continueremo fino alla salvezza a sostenere incondizionatamente il Parma nei 90 minuti, come abbiam sempre fatto.

Avessimo la bacchetta magica riempiremmo la Nord domenica, di persone, di tifo incazzato, di colore e di passione, di orgoglio di essere tifosi del Parma. Ma la bacchetta non l’abbiamo e per raggiungere quel risultato tutti devono fare il proprio, dai singoli tifosi, ai media locali, alla stessa Società. Che piaccia o no siamo tutti sulla stessa barca detta Parma, e dobbiam remare tutti dalla stessa parte, senza dimenticarci problemi o errori commessi ma solamente aspettando il giusto momento per affrontarli.

Anche perché gli unici che questa barca non la lasceranno mai siamo noi tifosi, e dobbiamo fare di tutto per tenerla a galla.

Una volta raggiunta terra poi si vedrà.