"Forte coi deboli , debole coi forti" PDF Stampa E-mail
Mercoledì 09 Febbraio 2011 18:06

 E così dopo le diffide preventive, i divieti di trasferta per punizione dopo gli incidenti, arriva anche il divieto di trasferta per aver semplicemente espresso la propria opinione dopo una serie di partite obrobriose della nostra squadra. 

Dopo la contestazione di mercoledì sera seguente al k.o. casalingo con il Lecce, senza che venisse minimamente usata violenza, ma semplicemente per aver maifestato il nostro disappunto riguardo una gestione della squadra poco trasparente, il giorno seguente è arrivato puntuale il divieto di trasferta di Milano. E non ci vengano a dire che Milan-Parma fosse considerata una partita a rischio, visto che almeno negli ultimi 10 anni, quando il Parma ha giocato a San Siro non è mai successo NIENTE. Di precedenti “pericolosi” (per la libertà dei semplici cittadini italiani) in questi ultimi mesi ce ne erano già stati alcuni. Che avrebbero già dovuto essere un campanello di allarme, ed avrebbero meritato delle serie considerazioni sui media nazionali. Ai tifosi sampdoriani che avevano gogliardicamente contestato Maroni (con uno striscione, un pupazzo di “Ivan il serbo” in gommapiuma e un paio di cesoie di cartone), dopo la famosa partita Italia-Serbia, vietarono addirittura la trasferta di Parma, ovvero una festa tra le due tifoserie che si rinnova dal 1990. Più di recente ai tifosi viola, a cui hanno vietato il Tardini a causa della contestazione di domenica scorsa al rientro dalla sconfitta con la Lazio, dopo che non più tardi di due settimane fa era stato “concesso” di seguire la Fiorentina proprio qui a Parma in Coppa Italia. Prima erano “buoni”, poi due settimane dopo, eccoli “cattivi”. Il concetto è chiaro: dopo aver bandito dagli stadi striscioni e megafoni, gli unici “strumenti” che potevano consentire al popolo dello stadio di esprimere la propria libera opinione, stanno cercando di eliminare qualsiasi altra voce che possa andare contro il “regime”. Che non fossimo più, ormai da tanto tempo, in uno Stato libero ci era chiaro da anni, ma che si arrivasse a punire un’intera tifoseria per aver semplicemente espresso il proprio punto di vista, quasto ci fa veramente rabbia, è non dovrebbe farne soltanto a noi ma anche a tutti quei cittadini che credono ancora nello Stato. Uno Stato che continua a reprimere gli ultras a ritmo di due/tre decreti legge all’anno, ma che sembra invece essere connivente con i “poteri forti” del dio-calcio. E se addirittura sono in difficoltà economiche e non pagano il fisco, fanno un decreto legge “spalma debiti” che consenta a queste società di pagare gli arretrati in vent’anni ed a “prezzi agevolati”. Che poi sarebbero le tasse che ogni onesto cittadino paga senza “dilazioni”. Uno Stato che vuole solo tifosi-automi, che vadano semplicemente allo stadio per mangiare nei ristoranti del club e a compare i gadget della squadra, ma che non si interessino delle questione societarie. Come se il Parma Calcio 1913 non appartenesse a tutta la comunità parmigiana, ma solo a quei pochi eletti. Lo stesso concetto espresso dal regime egiziano, che per arginare la protesta della gente ormai alla canna del gas, ha istituito il coprifuoco in tutte le città. In questi ultimi anni ne abbiamo viste veramente di ogni, semplicemente fermandoci all’ambito sportivo: valigette con 250.000€ in contanti per comprare una partita promozione, calcio-scommesse, imbrogli tra dirigenti ed arbitri, scudetti revocati e poi assegnati a tavolino, trucchi per evitare i controlli antidoping e quant’altro. Anzi, spesso questi loschi personaggi che hanno rivinato l’immagine di una nazione intera, sono ospiti “illustri” di trasmissioni televisive. E nessuno che abbia proposto delle leggi speciali per “prevenire” questo tipo di crimini, che sono andati soprattutto a danno dei poveri tifosi che hanno pagato anni di abbonamenti e trasferte per vedere un campionato combinato. Anzi, come per magia, con un colpo di spugna è stato cancellato dalla memoria collettiva e dai tribunali praticamente tutto. Con la collaborazione dei media nazionali, di quei giornalisti che invece di cercare la vera notizia si limitano sempre a riportare sui giornali e in tv le “veline” dei potenti. Proprio a loro chiediamo un minimo di dignità, di fare per una volta il loro lavoro e descrivere questo stato delle cose, dove chi vuole esprimere le proprie idee viene zittito ed eliminato fisicamente dallo stadio.