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Giovedì 09 Marzo 2017 09:52

Pubblichiamo la seconda intervista alla “Scalinata” della nuova rubrica “Compagnie della Nord”.

 

 

La seconda compagnia che siamo andati a conoscere sono “Quelli della Scalinata”.

Non sono ragazzini di primo pelo, alcuni sono più di trent'anni che seguono le sorti dei crociati, hanno una pezza raffigurante un cavaliere crociato, che negli ultimi anni è sempre stata esposta al seguito del Parma.

Sono un gruppo nutrito di amici, che da anni si ritrovano sui gradoni della Nord sempre nella stessa zona, ossia la scalinata verso la tribuna centrale. Fanno del divertimento un loro punto di forza, infatti l'eco delle stupidate e delle risate riecheggia nell'aria nella loro zona, questo a fatto da richiamo a chi è voluto unirsi al loro “stile da stadio”.

Sono la fortuna di parecchi bar, sia a Parma che nelle città che ci hanno ospitato ultimamente, tra le loro fila sono presenti giornalisti di alto rango, anche se purtroppo uno di loro ci ha abbandonato mettendosi a disposizione del diavolo con gli occhi a mandorla.

Si sono presentati in sede in gran numero, facendoci un enorme piacere e ci hanno stupito quando abbiamo scoperto essere più vicino al mondo Ultras, piuttosto a quello del singolo tifoso.

 


Ciao ragazzi ci volete dire chi siete? Chi raggruppa “Quelli della scalinata”? In quanti siete?

Siamo tante entità che ci sono ritrovate nello stesso punto dello stadio, accomunati dalla zona in cui normalmente guardiamo la partita. Come “compagnia” siamo nati ufficialmente con la serie D, spinti dalla passione per il Parma e dalla voglia di esserci alla ripartenza di una nuova avventura. L’anno della D è stato cruciale, ci siamo accorti che tutte le domeniche ci andavamo quasi tutti e dunque abbiamo dato continuità. Attualmente siamo un numero indefinito, partiamo una base di una decina, poi divertendoci e facendo gli scemi abbiamo coinvolto persone che vedono lo stadio un po’ come noi. Ad esempio, a Valdagno siamo riusciti a riempire 2 pulmini e una macchinata. Siamo tutti tifosi del Parma e anche vecchi amici…ci troviamo sempre nello stesso punto, alla sinistra della porta guardando il campo. Ora siamo parte integrante di quella scalinata. Alcuni membri sono parte della compagnia di Via Isola, la generazione successiva a quella del Barsò. Per alcuni di noi la prima partita vista risale nel lontano 1982 un Parma – Roma amichevole… Una volta incontrando Galassi, gli si è ricordato di un suo gol con la triestina…Lui mi ha risposto allora ne avete viste davvero tante di partite! Un altro momento aggregativo è stato il bar del fratello di uno di noi, che ci ha permesso di vederci con una certa frequenza. Abbiamo una pezza che esponiamo sempre, bianca con un cavaliere nero. E’ stata creata da un commilitone di un ragazzo 20 anni fa, era inizialmente un lenzuolo, che se esposto alle intemperie si sarebbe sciolto, una volta restaurata è tornata in serie D ed ora è sempre presente ed identifica il nostro “gruppetto”.



Avete una pezza, avete fatto materiale, fate cioppo ecc, cosa vi differenzia da un gruppo? Quale è secondo voi il limite da stabilire tra gruppo e compagnia?

Prima di tutto, noi non ce la sentiremmo mai di sbatterci così tanto. Massimo onore a chi lo fa a voi soprattutto, però noi non saremmo in grado. Noi non siamo nessuno, siamo tifosi, siamo goliardici, non ci prendiamo eccessivamente sul serio, spesso facciamo partire qualche coro ma non per prevaricare, solo per divertirci, siamo goliardici, in curva l’unico gruppo sono i Boys per come la vediamo. Nella Nord, crediamo che un po' tutti hanno il buon senso di seguire i Boys, noi per esempio a Venezia abbiamo raccolto il vostro invito a seguirvi, la stessa cosa a Salò…per essere gruppo ci vuole la personalità, ci vuole il numero e l’esperienza. L'atteggiamento ed il numero sono cose che differenziano il gruppo dalle compagnie, nel caso nostro per come la vediamo, anche se fossimo in 50 non saremmo mai gruppo ma solo una compagnia. Anche il nostro nome, è un NON nome, derivato dalla nostra posizione allo stadio, nient’altro… a volte ci troviamo a fare un aperitivo una volta a settimana, questo è il massimo delle nostre attività.

 

 

 



Perchè avete prodotto del materiale, cosa vi ha spinto?

Abbiamo cominciato per scherzo, una volta qualcuno di noi ha preso il berretto più brutto della decathlon, e gli altri per fargli il verso l’hanno preso uguale. A Valdagno l'A.D. Carra è venuto a guardarci e per vedere chi facesse quel colpo d’occhio. Abbiamo dell'altro materiale, stilisticamente più curato tipo la felpa, la polo e il giubbino, ma non ci guadagniamo niente, la vendiamo a prezzo di costo, abbiamo anche fatto un regalo al nostro amico che tifa Milan (ridono, riferendosi a Nicolò Fabris). Altro aspetto fondamentale grazie alla realizzazione del nostro materiale è che abbiamo la possibilità di individuare gli altri quando siamo in condizioni psicofisiche alterate, come è successo in alcune trasferte!

 

 


Avete un qualche aneddoto particolare nascosto alle masse da raccontarci?

Diciamo che lo scorso anno abbiamo dato un senso alle varie trasferte, in occasione della trasferta a Santarcangelo di Romagna contro il San Marino, siamo andati giù il giorno prima e in un Pub a Miramare, al Dylan Dog, ci abbiamo “dato dentro” abbastanza la sera prima, compreso il cronista di radio bruno… (sempre riferendosi a Nicolò). Abbiamo anche inventato un coro, dedicato alla ragazza dal maglione viola e dai capelli del medesimo colore! Anche a Legnago siamo andati via due giorni, a trovare un amico che metteva su i dischi ad una festa (il quale pare essere sempre lo stesso che a dato spettacolo a Miramare)…ancora non riusciamo a capire come si sia potuto stare due giorni a Legnago, il bello è che non ce ne volevamo andare, visto che dentro lo stadio, a partita finita, dopo che abbiamo dato la maglia a Lauria, siamo rimasti a cantare, solo noi, con il deserto intorno ed il sole che tramontava.


Parliamo di trasferte, come “Quelli della scalinata” siete una presenza assidua: qual è la cosa che vi piace maggiormente dell’andare in trasferta? Normalmente come vi muovete in trasferta? La più lontana? Qual è quella che non scorderete mai?

Se non siamo coi Boys, facciamo sempre macchina o pulmino insomma.. quando si sono quelle in treno si va tutti insieme in treno. La più lontana fatta insieme come scalinata è stata Sanbenedetto quest'anno…come singoli essendo avendo visto il Parma vincere anche in Europa, l'abbiamo girata andando a Mosca, a Siviglia, Madrid, Linz, Graz, Dortmund…



Credete che lo stadio in generale sia un punto importante di aggregazione in città? In che modo vi aggregate? Solamente allo stadio? Vi vedete anche al di fuori? Fate attività di coinvolgimento verso persone “esterne” al vostro giro?

Si è senza dubbio uno dei punti più importanti di aggregazione. Noi come compagnia ci troviamo spesso in un bar in città per aperitivi ed è questo il nostro modo per aggregare la gente, va detto comunque che grazie alla serie D abbiamo avuto la possibilità di allargare il giro di amicizie trovando nuovi motivi aggregativi. Purtroppo però dobbiamo annotare che questo effetto entusiasmo della “D” sta iniziando a scemare. Ad esempio in trasferta cominciamo a calare perché a Bergamo eravamo in solo in tre perchè qualcuno di noi ha preferito stare a casa, per IL solito motivo...


Vi sentite coinvolti nella vita di curva e nelle iniziative in generale che vengono organizzate?

Forse siamo noi a non partecipare a sufficienza! Ci sentiamo coinvolti, ma potremmo fare di piu noi come compagnia. Però negli ultimi anni siete diventati molto più aperti di prima, sicuramente. Questa intervista lo dimostra! Chi non si sente coinvolto è perché non vuole esserlo, perché voi fate il vostro meglio per coinvolgere tutta la Nord!



Diteci qual è stata l’emozione più forte provata allo stadio (in casa o in trasferta).

Come compagnia, il sicuramente derby! Dopo vent’anni tornare a vivere e vincere un derby per chi ha visto anche quelli piu vecchi è stata una bella gioia…Anche Cittadella, Reggiana - Parma 0-2 doppietta di Ganz e lo spareggio di Bologna sono stati momenti memorabili. Però se dobbiamo essere sinceri il gol in rovesciata di Lauria contro il Romagna Centro al 90', con il Parma in 10 è stato veramente indimenticabile, soprattutto per la corsa di Fabio sotto il settore, verso la zona dove eravamo noi, a pensarci bene forse è più una vergogna che emozione....


Siete soddisfatti di come stanno andando le cose a livello di squadra e società?

Adesso si, siamo andati a colmare dei vuoti che vi erano dalla gestione precedentemente, in quanto i dirigenti di prima si sono rivelati una delusione.. soprattutto un personaggio come Nevio Scala. Avevano promesso un calcio che doveva andare in un certo modo e poi hanno fatto l’esatto contrario, arrivando a negare l’evidenza davanti a 10mila persone che fischiano dopo una vittoria. La conferenza stampa dove ponevano un “o con noi o contro di noi” è stata il punto di non ritorno nel rapporto tra dirigenza e ambiente.


I Boys non cantano per i giocatori, siete concordi con la nostra presa di posizione? Nonostante ciò c'è un giocatore che vi è rimasto nel cuore più di altri?

Adesso come curva con i tempi che corrono, è giusto che non si canti per i giocatori, 30 anni fa aveva un senso, adesso un po’ meno, anche se ad onore del vero, noi non sempre rispettiamo le vostre direttive, spesso facciamo partire cori sui singoli, ma solo in tono ironico, esaltando la barba di Nocciolini o le prestazioni calcistiche di Lauria. Forse lo scorso anno si poteva fare uno strappo alla regola, c'era gente che ci sballava veramente a giocare per questa maglia e per questi tifosi. L'amicizia con Lauria è nata appena arrivato si può dire, nel senso che il primo giorno di convocazioni dello scorso anno, quando non avevamo 11 tesserati per poter fare la squadra, siamo andati a Collecchio, quando è passato Fabio abbiamo fatto una battuta e lui si è fermato, da li abbiamo iniziato a fare cori ironici visto che si era paragonato solamente che a Messi, al termine di qualche partita dopo, quando eravamo tutti fuori dallo stadio, è passato Lauria al telefono, appena ci ha visti ha interrotto bruscamente la conversazione telefonica per parlare con noi, da quel momento è diventato idolo indiscusso, siamo anche andati a Campodarsego a trovarlo quest'anno e lui è venuto a Parma a trovarci in Curva Nord.

 

 

 

 

 


Lo scorso anno non sempre siete stati al fianco dei Boys, in trasferta qualche volta vi abbiamo visto “fuori dal settore ospiti” ed in casa addirittura in uno dei palchi VIP? Ci volete raccontare come è andata?

Per Correggio se non ricordiamo male c'era una sorta di prelazione per i gruppi organizzati ed un vostro responsabile ci aveva detto di passare in sede, in modo che chi cantava, chi c'era sempre poteva stare accioppato ai Boys, una volta passati in sede per segnarci, a causa di un malinteso organizzativo siamo stati rimbalzati come un brutto male, a quel punto siamo stati costretti ad andare in tribuna in mezzo alla gente tranquilla, creando l'effetto stereo con i cori proveniente dl settore ospiti, soprattutto quelli secchi. Inutile dire che il ragazzo protagonista del disguido a fatto tutto il girone di ritorno a chiedere scusa dell'accaduto. Mentre contro il Bellaria, per l'ultima gara in casa abbiamo pagato uno sky box, presentandoci vestiti bene, con sciarpa, polo e .... cravatta, bevendo all'inverosimile, con gli steward che continuavano a richiamarci per il comportamento poco consono rispetto al settore dove ci trovavamo.

 

Sappiamo che tra le vostre fila è presente un tifoso / giornalista, ci volete dire di più? Di cosa parla negli articoli, venite tirati in ballo? Dobbiamo preoccuparci? Nelle altre città non sappiamo fino a che punto avrebbe diritto di esistere questa situazione, qui succede, abbiamo oltrepassato il limite?

Le vostre informazioni sono errate in quanto non abbiamo UN giornalista tra noi, bensì DUE, anche se uno adesso lo abbiamo venduto al Milan, l'altro invece cura una rubrica sulla gazzetta di Parma dove parla della partita vista dalla Curva Nord. Ci teniamo a precisare subito che nulla di ciò che leggete è farina del suo sacco, sono tutte stronzate che spariamo noi alla domenica, tanto più che una volta ci siamo rotti le scatole e abbiamo fatto sciopero, passando una partita pressochè in silenzio, inutile dire che l'articolo il giorno successivo è stato il più brutto che lui abbia mai scritto. Possiamo dire di aver addestrato il nostro cronista a dovere, in quanto sa cosa scrivere, come comportarsi senza pestare i piedi, riteniamo sia stato molto corretto sino ad ora, per questo non ci vediamo nulla di male al fatto che stia in mezzo a noi, anche perchè prima di essere un giornalista è un tifoso sfegatato.


Avete contatti con altre persone che frequentano le curve nostre gemellate? O altre? Siete mai stati in altre curve al di fuori della nostra? Quali differenze avete notato, cosa vi è rimasto più impresso?

Siamo andati a vedere Sampdoria – Milan lo scorso anno in Gradinata Sud e possiamo dire che noi ci lamentiamo perchè alcuni cori li facciamo troppo veloci, ma li è peggio che da noi, vanno a bomba. Anni indietro siamo andati a vedere lo Spezia al Picco, in una gara contro il Fiorenzuola. Uno di noi quest'estate visto che si trovava da quelle parti è andato a vedere il Taranto, li per farvi capire con i megafoni giravano per la curva e se non cantavi di urlavano con il megafono nelle orecchie.


Come compagnia usate i social network? Qual'è il vostro pensiero sulla figura del tifoso “multimediale” ossia colui che riprende, posta foto e filmati interni alle curve, scrive/commenta/giudica ecc?

Premesso che non siamo molto tecnologici, abbiamo un gruppo chiuso su un social network, più che altro dove diamo l'appuntamento per gli aperitivi o gli orari di ritrovo, è più un mezzo organizzativo che aggreagtivo. Per noi chi riprendere i cori invece di cantare, chi fa le foto invece di aiutare a far la coreografia, semplicemente non è un tifoso, tutto qui.

 


Vi reputate più vicino alla mentalità ultras o quella del semplice tifoso? Pensate che i Boys non siano abbastanza tifosi?

Siamo decisamente più vicini alla mentalità Ultras e pensiamo che i Boys abbiano trovato un giusto equilibrio tra la cultura Ultras e l'essere vicini alla squadra.


Ti è mai capitato che qualcuno ti dicesse: Ma te sei un Boys? E tu cosa hai risposto?

Il nostro pensiero è che la Curva Nord è Boys e se vai in curva Nord vi con i Boys, è così ed è sempre stato così..


Avete in mente qualche iniziativa da proporre alla Curva? Avete proposte per migliorare il rapporto Boys / Curva Nord?

No, va bene così come state facendo adesso, in quanto adesso c'è la giusta e corretta apertura del gruppo verso gli altri. Se proprio vogliamo migliorare qualcosa andrebbe rivista la distribuzione dei megafoni in curva, forse ci vorrebbe qualcosa più vicino alle scalinate laterali.

 

 


40 anni di Boys 40 anni di Ultras a Parma, diteci la vostra.

Ci vien da dire che indubbiamente è un bel traguardo, non deve essere stato facile cambiare di generazioni in generazioni dando continuità al gruppo, passando di mano in mano lo striscione, superando momenti difficili come quello che è successo al Bagna: pensiamo che non deve essere stato facile per voi superare quel momento, ma ci siete riusciti.


Qual'è la vostra opinione sul movimento Ultras? Cosa vi piace, cosa non vi piace?

La nostra opinione è che adesso come adesso si fa molta fatica a fare gli ultras, non è come una volta, ora con la Pay-Tv, le varie telecamere in giro, la repressione ecc, son tutti fattori che han mutato il movimento Ultras, aumentandone le difficoltà. Per noi il mondo Ultras è paragonabile al mondo delle compagnie di Parma di un tempo, dove vi erano varie fazioni, con i loro scazzi, le risse, gli amici ecc. Ci vorrebbe più rispetto per il codice Ultras, uno che ammazza un altro tifoso sparandogli a nostro avviso non è un Ultras ma un assassino, qui a Parma abbiamo una tradizione Ultras che ci pare essere corretta e rispettata, tramandata da chi c'era prima a chi ci sarà, in alcune piazze invece per come è cambiato il mondo, con il limite si è alzato rischi di prenderti una coltellata o di vederti una pistola in faccia sia in discoteca come allo stadio.


Spazio libero: potete lanciare un messaggio alla Curva Nord!

Alla Nord vorremmo dire che allo stadio si ci va per divertirsi, andare in curva deve essere un divertimento, non è come andare lavorare, soprattutto adesso, con la squadra che vince, dovrebbe essere tutto più semplice, bisogna cambiare atteggiamento, molto spesso in curva ci son visi tristi e poco divertimento.