Ciao Bagna, fratello ULTRAS! PDF Stampa E-mail
Mercoledì 30 Marzo 2016 00:15

Ciao Matteo, mentre sto per scrivere sono ormai passati otto anni da quel maledetto giorno in cui ci hai lasciato. Se devo essere sincero a pensarci ora quella è l'unica trasferta che avrei voluto saltare in vita mia, quella del 30 marzo 2008 a Torino contro la Juventus. Eravamo due pullman e io stavo in quello dove eri TU, ricordo quella giornata come se fosse ieri anche se è passato parecchio tempo e anche se all’epoca avevo vent'anni ed ero poco più che un pischello come si dice in Curva Nord.

 

 

Ricordo le tante ore passate in quel maledetto autogrill, le urla, gli abbracci, le imprecazioni, le lacrime…il viaggio di ritorno tutti completamente in silenzio, nessuno aveva degnato di una risposta l’autista che ci chiedeva se volevamo fare una sosta. Al ritorno la Sede era murata di gente, anche i ragazzi diffidati o che non erano venuti in trasferta quel giorno, poche parole, tanta tristezza, commozione, rabbia e incredulità. Quella settimana ci eravamo visti tutti i giorni alla sera nella nostra Sede in via Calestani, ricordo la forza che ci davamo l’uno con l’altro perché quello era l’unico modo per continuare ad andare avanti. Ricordo una settimana che a parole è impossibile da descrivere, o forse non ne sono capace io, ma per me in questi casi vale la “regola” che non puoi capire, comprendere e soprattutto giudicare finchè non la provi sulla tua pelle. Ricordo che ci si chiedeva se era giusto smettere di andare allo stadio, ma poi tutti insieme abbiamo deciso che era giusto che la Nord prendesse il tuo nome e che era giusto ricordarti in ogni partita, proprio come facciamo ad ogni inizio e fine gara del nostro amato Parma. Ricordo che per una settimana non ero riuscito a piangere, non ce la facevo, ma al tuo funerale ero scoppiato in un pianto liberatorio come un bambino di cinque anni e non ero entrato in chiesa. Quante tifoserie c’erano per il tuo ultimo saluto, dal Nord al Sud, tifoserie amiche e nemiche…e questo mi fa capire l’importanza di questo mondo, del mondo ultras, del nostro mondo. Ricordo un sacco di tifoserie che nel corso di questi anni ti hanno dedicato uno striscione, un coro, un pensiero, tifoserie italiane e non che non hanno esitato a mettere da parte la rivalità o l’indifferenza per ricordati e portare avanti uno dei principi della mentalità ULTRAS. E la prima che mi viene in mente sono gli odiati ma tanto rispettati pisani che con il loro striscione ("CHI OFFENDE I MORTI E' UN INFAME") a Piacenza il 20 dicembre 2008 si sono dimostrati UOMINI prima che tifosi e ultras. Non tutte le tifoserie sono state “corrette”, è vero, perché ci sono quelle ti hanno insultato e che continuano a farlo ma di quelle non parliamo neanche perché infamare chi non si può difendere e tutto tranne che ultras. E oltre a non essere ultras, sono in primo luogo delle persone di merda…proprio come chi usa i coltelli. Ripensandoci ora è proprio vero che il destino è imprevedibile, tu e Sandri ci avete lasciato nella stessa stagione e la partita dopo che se ne era andato Gabriele è stata Lazio-Parma e quando te ne sei andato tu Parma-Lazio. Ricordo che al Tardini il primo coro in tuo nome, “Curva Nord Matteo Bagnaresi” è il coro più forte che abbia mai sentito fare dalla nostra tifoseria, mentre all’andata la Lazio vinse all’ultimo minuto con un gol del romano Firmani. Una casualità, o forse no… L’amicizia con i ragazzi della Lazio è nata proprio per questo, due tifoserie accomunate dallo stesso dolore, perché rifacendomi al discorso di prima solo chi prova le stesse cose può capirsi. Ricordo qualche stagione dopo che andammo a Roma e fuori dal settore ospiti consegnammo al fratello e al papà di Gabriele la lettera da parte dei genitori del Bagna, beh che dire di quella giornata…la scena più toccante è stata quando papà Giorgio aveva la lettera in mano e mezzo piangendo disse “abbracciamoci”. Dopo trenta secondi noi, i laziali e i familiari di Gabriele eravamo tutti un’unica cosa mentre la gente che ci passava vicino ci guardava incredula. Sono onorato di essere uno dei ragazzi "giovani" che ha avuto la fortuna di conoscerti, e per quel poco che l’ho fatto (perchè non mi paragono ai ragazzi della tua età del Gruppo con i quali hai condiviso praticamente tutto) posso dirti che in TE ho conosciuto una persona VERA ma soprattutto un grande ULTRAS. Lo sai, a me della politica non mi è mai fregato niente, anche se so che tu eri molto attivo da questo punto di vista, ma tutte le volte che ho parlato con te parlavamo dell’unica cosa per la quale il destino ha voluto che ci conoscessimo…lo stadio e i Boys! Ricordo che la prima trasferta che abbiamo fatto insieme è stata Catania in treno nella stagione 2007/08, precisamente il 30 gennaio 2008. Eravamo in 21 BOYS e tu eri da poco tornato da una diffida. A Roma ricordo la che tensione in noi era palpabile perché c’era il rischio di viaggiare da li in poi sullo stesso treno con i palermitani che il sabato avevano giocato l’anticipo nella capitale. Da Roma in poi quella trasferta era stata una figata, tutti schiacciati e ammassati nella stessa cabina, tante risate, mangiate, bevute, fumate, discussioni sugli ultras e ovviamente poco sonno. La cosa che mi ha colpito di più era stata ritornati in stazione a Parma il lunedì mattina che tu ci avevi salutato “al volo” ed eri corso al lavoro perché il tuo capo non sapeva che eri in trasferta. La forza che hanno avuto i tuoi genitori, Bruno e Cristina, è stata davvero incredibile, ma forse non trovo un’aggettivo giusto per descriverlo. Ricordo l’imbarazzo che avevo e che ho tutt’ora quando li incontro, le prime volte che li vedevo abbassavo la testa senza un reale motivo…semplicemente per il RISPETTO che ho nei loro confronti. La loro umiltà, la loro voglia di vivere, le strette di mano che danno sempre quando incontrano il Gruppo, specialmente coi ragazzi più giovani che non li conoscono dimostrano che persone vere sono…e mi fanno capire da chi hai preso TU. Non deve essere facile perdere un figlio, non voglio neanche pensare al dolore che hanno provato e che provano tutti i giorni ma vedere quello che hanno fatto, che fanno e che faranno con “Casa Matteo” è semplicemente una dimostrazione d’amore infinita. Aiutare il prossimo ai giorni nostri non è una cosa da tutti. Tu rivivi in loro tutti i giorni, nei loro occhi, nelle loro azioni…e per chi ha avuto la fortuna di conoscerli queste sono tutto tranne che frasi fatte.


Ciao Matteo…per sempre uno del cioppo.


ORA E PER SEMPRE…CURVA NORD MATTEO BAGNARESI!


UN TUO FRATELLO BOYS!