E tanto già lo so, che l'anno prossimo...la repressione subirò! PDF Stampa E-mail
Martedì 03 Novembre 2015 10:53

Questo titolo provocatorio serve a introdurre un tema sempre di primo piano nel mondo ultras, quello della repressione, che probabilmente torneremo a subire in caso di promozione fra i professionisti l'anno prossimo.

 

Questa prima parte di campionato ci ha regalato immagini molto belle, di un calcio che non ricordavamo nemmeno più, fatto di trasferte di massa anche grazie all'assenza di tessere, biglietti nominali e tornelli, gente arrampicata sulle vetrate per reclamare la maglietta dei giocatori che ci stanno guidando in vetta alla classifica, fumogeni, tamburi e megafoni. Tutto questo in caso di promozione in Lega Pro tornerà forse ad essere qualcosa di clandestino o comunque potrebbe essere bersaglio di misure repressive che inevitabilmente spegnerebbero l'entusiasmo di tanti venutosi a creare in questi primi mesi.

Come detto il tema della repressione é sempre centrale per chi vive lo stadio in un certo modo, proprio per questo abbiamo presenziato all'incontro sulla violenza negli stadi svoltosi il 23 Ottobre presso l'università di Parma.

Erano presenti gli stati generali del calcio italiano, dall'osservatorio per le manifestazioni sportive, all'associazione calciatori, passando per le varie Leghe di serie A, B e Lega Pro, con la presenza di un rappresentante dell'Uefa.

Quello che é emerso da questo incontro é ovviamente la costante ricerca da parte di alcune istituzioni, vedi osservatorio e Associazione Calciatori, rappresentate nell'occasione da Alberto Intini e Damiano Tommasi, di portarci verso il tanto declamato modello inglese, con tifosi seduti e visti come meri clienti delle società di calcio, pena applicazione di multe e DASPO.

Nonostante questi preventivabili discorsi triti e ritriti, che paiono assurdi visti il substrato culturale che c'è in Italia, cosi diverso da quello del Regno Unito, é importante evidenziare alcune voci fuori dal coro, in particolare quelle del presidente dell'associazione allenatori, Renzo Ulivieri, e quelle del presidente di serie B e del rappresentante della Lega Pro, Mario Abodi e Paolo Marcheschi. Tutti i tre sopracitati si sono dimostrati disponibili ad aperture verso il mondo dei tifosi, invocando la rimozione delle barriere che dividono spettatori e giocatori, in nome di un senso di responsabilità che dovrebbe pervadere tutti, tifosi ma anche calciatori e dirigenti, che negli ultimi anni, nonostante chiedano sempre correttezza da parte dei propri tifosi, troppo spesso si sono macchiati nei casi di Calcioscommesse o corruzione.

Proprio questa idea di buon senso deve essere la base per ripartire anche nei campionati professionistici, lo stiamo osservando noi in prima persona in questo anno di serie D dopo anni e anni di assurde restrizioni imposte in primis a noi tifosi, ma anche alla città di Parma, soggiogata da assurde ordinanze per l'ordine pubblico in occasioni di match non propriamente di cartello, come poteva essere una sfida contro il Chievo o il Sassuolo, quando un po' di buon senso avrebbe giovato a tutti.

Quello che vogliamo mettere all'attenzione é che questa repressione fa male a tutti, e non dobbiamo scordarci che dove torneremo, speriamo al più presto, non sarà tutto cosi idilliaco come quest'anno.